FORUM DELLA REDAZIONE DI "STILE LIBERO" CON VALERIO CARAMASSI

Da Asiu a Rimateria: porte aperte per i privati

· Inserito in Sotto la lente
Redazione

PIOMBINO 29 feb­braio 2016 – Con­sid­er­azioni, chiari­men­ti, val­u­tazioni. Si è svolto nel­la sede degli impianti Asiu di Ischia di Cro­ciano un forum tra il con­sigliere di Asiu e pres­i­dente di Rima­te­ria Vale­rio Cara­mas­si e la redazione di Stile libero. All’incontro sono inter­venu­ti, oltre a Cara­mas­si, i rap­p­re­sen­tan­ti del­la nos­tra tes­ta­ta: Pao­lo Benes­peri, Fioren­zo Buc­ci, Lui­gi Fag­giani, Nic­colò Pini e Mas­si­mo Zuc­coni.
In oltre due ore di dibat­ti­to sono sta­ti mes­si a fuo­co tut­ti i prin­ci­pali prob­le­mi riguardan­ti l’attività di Asiu e quin­di di Rima­te­ria nel prossi­mo futuro.

L’abbandono dei rifiu­ti urbani
Nell’incontro Vale­rio Cara­mas­si ha ricon­fer­ma­to la volon­tà di un totale e sol­lecito abban­dono dell’attività del­l’A­siu nel set­tore dei rifiu­ti urbani, pas­sati di recente al gestore uni­co dell’Ato Sud, Sei Toscana. In ques­ta fase ven­gono gesti­ti solo i rap­por­ti tra l’Asiu e l’azienda suben­trante, defin­i­ti per ora in regime di affit­to. Sei Toscana, in par­ti­co­lare, al momen­to del suben­tro ha già ver­sato all’Asiu 1,8 mil­ioni a cui si aggiun­gono 500mila euro al mese per l’utilizzo degli impianti e dei siti per il trat­ta­men­to dei rifiu­ti che il nuo­vo gestore con­ferisce poi nelle dis­cariche gros­se­tane di Can­nic­ci e degli impianti delle Stril­laie. Sei Toscana ha anche ril­e­va­to gran parte del per­son­ale del­l’A­siu a cui oggi restano cir­ca 40 dipen­den­ti. Quin­di tut­to ciò di cui si è par­la­to nel forum riguar­da i rifiu­ti dai pro­ces­si pro­dut­tivi e il loro trat­ta­men­to.
Con questo obbi­et­ti­vo è pre­vis­to che l’A­siu ven­ga inglo­ba­ta dal­la nuo­va soci­età per azioni Rima­te­ria (si indi­ca la fine del 2016) che appun­to si occu­perà essen­zial­mente di rici­clo e di smal­ti­men­to in sicurez­za dei rifiu­ti indus­tri­ali.

cartina rifiuti Vari­ante 4
Su sol­lecitazione del­la redazione Vale­rio Cara­mas­si ha fat­to il pun­to sulle due prin­ci­pali attiv­ità nelle quali è attual­mente impeg­na­ta l’Asiu. Per la vari­ante 4, ovvero “La quar­ta vari­ante alle opere di chiusura del­la dis­car­i­ca di Ischia di Cro­ciano”, l’Asiu ha in cor­so una richi­es­ta di VIA (Val­u­tazione di impat­to ambi­en­tale) e di AIA (Autor­iz­zazione inte­gra­ta ambi­en­tale) alla Regione Toscana su un prog­et­to che prevede la soprael­e­vazione di sei metri del­la quo­ta di col­mo per un ulte­ri­ore vol­ume di 160mila metri cubi nel­la attuale dis­car­i­ca Asiu in con­ces­sione dema­niale. Per ques­ta dis­car­i­ca, nel­la quale resid­u­ano anco­ra cir­ca 80mila metri cubi, l’Asiu ave­va pre­vis­to una chiusura in tem­pi bre­vi accan­to­nan­do la som­ma di 9 mil­ioni di euro per i lavori cosid­det­ti “post-mortem”. Ques­ta usci­ta, che grava­va nel deficit di bilan­cio dell’Asiu, è sta­ta al momen­to rin­vi­a­ta. La dis­car­i­ca infat­ti resterà atti­va preve­den­do anche due dis­tinte zone, entrambe utili ad ospitare 70mila metri cubi di mate­ri­ali: un mod­u­lo per l’amianto ed un mod­u­lo per i rifiu­ti peri­colosi che andran­no in dis­car­i­ca deb­ita­mente “iner­tiz­za­ti”, cioè sta­bili e non reat­tivi. Le aree inter­es­sate dal prog­et­to non saran­no solo quelle rel­a­tive alla dis­car­i­ca Asiu ma anche la zona oggi defini­ta “Sutu­ra” e qualche tem­po fa conosci­u­ta come “cono rovescio”, una vas­ta depres­sione del ter­reno che andrà, allo scopo, oppor­tu­na­mente adat­ta­ta, e che si tro­va al con­fine tra la dis­car­i­ca attuale dell’Asiu e la ex dis­car­i­ca Luc­chi­ni la cui con­ces­sione dema­niale è pas­sa­ta di recente alla stes­sa Asiu. Quin­di una vas­ta azione di riem­pi­men­to e di parziale risana­men­to rispet­to all’amianto e ai mate­ri­ali peri­colosi copiosa­mente pre­sen­ti nel­la zona. Per un totale com­p­lessi­vo di cir­ca 400mila metri cubi di dis­car­i­ca da uti­liz­zare. Non fa parte del prog­et­to l’ex area Luc­chi­ni, oggi in cari­co all’Asiu che paga, per ques­ta zona, un canone ann­uo al demanio di 120mila euro. L’intenzione orig­i­nar­ia al momen­to del­la pre­sa in cari­co di queste super­fi­ci da parte del­l’A­siu era quel­la di garan­tir­si ulte­ri­ori spazi a dis­car­i­ca. Al momen­to restano anco­ra cir­ca 200mila metri cubi di mate­ri­ali da con­ferire. Oggi l’Asiu sta esam­i­nan­do con atten­zione le carat­ter­is­tiche di ques­ta dis­car­i­ca anch’es­sa ogget­to del Piano di riqual­i­fi­cazione pae­sag­gis­ti­ca in omo­geneità con la ret­rostante parte sogget­ta ai lavori pre­visti con la Vari­ante 4.
I costi pre­visti per la vari­ante 4 sono indi­cati in cir­ca 4 mil­ioni di euro. Ad essi l’Asiu ha aggiun­to, nelle sue richi­este, altri 9 mil­ioni asso­lu­ta­mente indis­pens­abili per la risis­temazioni degli impianti del­la dis­car­i­ca, da tem­po non sogget­ti a manuten­zioni in segui­to alla crisi eco­nom­i­ca dell’azienda e per le opere di cap­ping (post chiusura).
I tem­pi indi­cati per la real­iz­zazione del­la vari­ante 4 sono scan­di­ti nel seguente modo: entro l’estate la definizione delle autor­iz­zazioni da parte del­la Regione, a seguire i lavori di riem­pi­men­to per com­pletare la Sutu­ra entro metà del 2018.
Sec­on­do l’Asiu avute le autor­iz­zazioni si potran­no già prevedere i pri­mi incas­si dai rifiu­ti spe­ciali prove­ni­en­ti dal mer­ca­to. D’al­tra parte sarebbe para­dos­sale che per l’ar­mo­niz­zazione mor­fo­log­i­ca e la riqual­i­fi­cazione pae­sag­gis­ti­ca e ambi­en­tale venis­sero usati mate­ri­ali vergi­ni e/o rici­cla­bili.

Piano di riqual­i­fi­cazione pae­sag­gis­ti­ca
Il piano di riqual­i­fi­cazione pae­sag­gis­ti­ca è un’altra delle attiv­ità imme­di­ate del­l’A­siu. Riguar­da un “rimodel­la­men­to” delle aree a dis­car­i­ca, in parole povere una serie di lavori per miglio­rare l’estetica del­la zona attra­ver­so piantu­mazioni e per­cor­si a scopo didat­ti­co. Non esiste anco­ra un prog­et­to esec­u­ti­vo ma la spe­sa che si prevede di sostenere toc­ca i due-tre mil­ioni di euro e al momen­to inter­es­sa le aree del­la dis­car­i­ca Asiu ormai esaurite.

Area LI53
Si trat­ta di un’area in cui sono sta­ti ammas­sati per anni i rifiu­ti indus­tri­ali. Sono cir­ca 16 ettari dove si trovano residui del­la lavo­razione siderur­gi­ca di diver­so genere, stoc­cati in modo incon­trol­la­to come si indi­ca nell’accordo di pro­gram­ma per la riqual­i­fi­cazione di Piom­bi­no fir­ma­to nell’aprile 2014.
Il nome deri­va dalle indi­cazioni dei siti di inter­esse nazionale (SIN) indi­vid­uati dal gov­er­no ai fini delle boni­fiche. Tut­ta l’area è in con­ces­sione dema­niale alla Luc­chi­ni che, nel recente pas­sato, ha accolto una richi­es­ta dell’Asiu per bonifi­care la zona a pro­prie spese. Pre­sum­i­bil­mente un inter­ven­to “a carat­tere sociale” dell’azienda di fronte alle lati­tanze del sogget­to colpev­ole che di fat­to sarebbe sta­to obbli­ga­to a rime­di­are.
Nel pas­sag­gio delle zone dema­niali da Luc­chi­ni a Afer­pi, l’area LI53 non è entra­ta nelle aree con­cesse agli algeri­ni al pun­to che, al momen­to, l’industria non dis­porrebbe più neanche di una pro­pria dis­car­i­ca di servizio alle pro­prie pro­duzioni.
D’altra parte l’Asiu, a fronte del­la pro­pria disponi­bil­ità a bonifi­care, è sta­ta di recente sol­lecita­ta dal min­is­tero dell’ambiente per­ché inter­ven­ga dato che è in pos­ses­so di un decre­to min­is­te­ri­ale del mag­gio 2014 che la obbli­ga a ciò. Cosa poco pos­si­bile dal momen­to che il man­age­ment attuale dell’azienda non dispone delle risorse nec­es­sarie (occor­rereb­bero almeno 12 mil­ioni di euro per bonifi­care l’area dai cumuli sul ter­reno). In una situ­azione del genere l’A­siu ha chiesto di recente di pot­er usufruire almeno di una parte dei 50 mil­ioni ero­gati dal gov­er­no per le boni­fiche ed attual­mente nel­la disponi­bil­ità di Invi­talia. La rispos­ta non pare essere al momen­to pos­i­ti­va. Altre sol­lecitazioni sono in cor­so da parte dell’azienda per ottenere finanzi­a­men­ti da imp­ie­gare nel­la LI53.
I pro­gram­mi del­l’A­siu per quest’area sareb­bero quel­li di dis­tinguere i cir­ca 300mila metri cubi di mate­ri­ali stoc­cati, trattare e con­ferire i peri­colosi e immet­tere nel rici­clo (mis­to cemen­ta­to da offrire sul mer­ca­to) le quote pos­si­bili, offren­do per giun­ta una nuo­va dis­car­i­ca all’industria utile per 12–15 anni.
Per quan­to riguar­da comunque l’ inves­ti­men­to in  alcu­ni impianti fun­zion­ali alle opere di bonifi­ca (iner­tiz­zazioni, soil wash­ing ecc.), gener­i­ca­mente indi­cati in un’area con­tigua alla LI53, il man­age­ment dell’Asiu si è ris­er­va­to una val­u­tazione in relazioni agli svilup­pi e alle esi­gen­ze del mer­ca­to non tralas­cian­do comunque di mon­i­torare e affrontare pre­ven­ti­va­mente le occa­sioni che si pos­sono offrire.

Situ­azione eco­nom­i­ca e prospet­tive dell’azienda
Uno dei temi su cui la redazione di Stile libero ha insis­ti­to di più durante il forum è sta­to quel­lo rel­a­ti­vo alla situ­azione eco­nom­i­ca dell’Asiu.
Vale­rio Cara­mas­si ha indi­ca­to deb­iti in bilan­cio per 20 mil­ioni e 800mila euro nel 2014, di cui cir­ca un mil­ione rel­a­ti­vo ad un accon­to sul­la bonifi­ca di Cit­tà futu­ra). A fronte di cred­i­ti di cir­ca 4 mil­ioni di euro e sen­za con­sid­er­are i 9 mil­ioni pre­visti per il “post mortem” del­la dis­car­i­ca che per il momen­to sono sta­ti dif­fer­i­ti in futuro.
È evi­dente che questo fardel­lo pesa notevol­mente sul futuro impren­di­to­ri­ale del nuo­vo man­age­ment del­l’A­siu, non fos­se altro per­ché i deb­iti, pur diluiti, van­no ono­rati (quel­li a breve sca­den­za ammon­tano a cir­ca sette mil­ioni di euro).
Se appare gius­to il rilie­vo che deb­iti e somme per inves­ti­men­ti non sono ragion­ieris­ti­ca­mente som­ma­bili (anzi, gli inves­ti­men­ti per­me­t­ter­an­no di aggredire il deb­ito), è vero che a breve l’Asiu dovrà far fronte ai deb­iti più imme­diati e ad una quindi­ci di mil­ioni per gli inves­ti­men­ti nel­la vari­ante 4 e nel piano di riqual­i­fi­cazione pae­sag­gis­ti­ca.
Come si intende pro­cedere in una situ­azione del genere?
Ad di là di sin­gole indi­cazioni par­ti­co­lari, l’idea di Cara­mas­si è quel­la di pro­gredire attra­ver­so il mer­ca­to. Ovvero, fare ciò che det­tano le leg­gi. Egli ha fat­to pre­sente un suo cal­co­lo molto pru­den­ziale per il quale i ricavi com­p­lessivi (rici­clo e smal­ti­men­to) dal trat­ta­men­to dei rifiu­ti dovreb­bero ammontare preved­i­bil­mente 10 mil­ioni per tut­ta l’op­er­azione di riqual­i­fi­cazione. Per­al­tro in una situ­azione nel­la quale la “mate­ria pri­ma” da trattare abbon­da, pre­scinden­do anche da un futuro con la pre­sen­za o meno di Afer­pi. Quin­di il solo con­cet­to di prossim­ità lega­to alle economie di scala offre, per Cara­mas­si, con­dizioni favorevoli allo svilup­po di Rima­te­ria nel com­pren­so­rio dove l’attività dell’azienda può non nec­es­sari­a­mente esaurir­si.
L’attuale man­age­ment del­l’A­siu, pur nel­la neces­sità di un con­trol­lo pub­bli­co, non dis­deg­na l’apporto del pri­va­to e delle sue com­pe­ten­ze speci­fiche nel­la prat­i­ca attiv­ità azien­dale. Nes­sun mis­tero riguar­do alla ricer­ca di soci pri­vati per Rima­te­ria con “la pre­sen­za pub­bli­ca che può essere lim­i­ta­ta anche al 10–15 per cen­to”. E con la fer­ma inten­zione – leg­gi alla mano – che nes­sun ente pos­sa intrapren­dere un’opera pub­bli­ca sen­za usare il 40 per cen­to dei mate­ri­ali rici­clati che l’A­siu può offrire (vedi lavori al por­to).

****…****…****

Qui di segui­to potete leg­gere il testo inte­grale sbobi­na­to dal­la reg­is­trazione del forum.

STILE LIBERO
L’avvio del­la pro­ce­du­ra di impat­to ambi­en­tale è rel­a­ti­va, sec­on­do quel che Asiu ha indi­ca­to, alla Vari­ante 4 del­la dis­car­i­ca. Chiedi­amo di spie­gare in cosa con­sista ques­ta Vari­ante 4 e che rap­por­to ci sia tra ques­ta quar­ta vari­ante e il prog­et­to che viene chiam­a­to piano di recu­pero pae­sag­gis­ti­co.
CARAMASSI
Si trat­ta di un piano di riqual­i­fi­cazione pae­sag­gis­ti­ca e ambi­en­tale che riguar­da una rimodel­la­men­to delle aree a dis­car­i­ca. Quelle attual­mente autor­iz­zate sono tre. Non c’è solo la dis­car­i­ca dell’Asiu a Ischia di Cro­ciano, ce ne sono tre più una che poi dirò: una è la dis­car­i­ca dell’Asiu, una è la dis­car­i­ca del­la Luc­chi­ni che sta di fronte, ce n’è poi un’altra di lato, ter­mi­na­ta dal­la Luc­chi­ni, e infine ci sono altri sedi­ci ettari che l’accordo di pro­gram­ma dell’aprile 2014 chia­ma cumuli stoc­cati in modo incon­trol­la­to. in2Il piano di riqual­i­fi­cazione è uno stu­dio final­iz­za­to a ren­dere meno impat­tante il pae­sag­gio di queste dis­cariche. La Vari­ante 4, sot­to­pos­ta invece a val­u­tazione di impat­to ambi­en­tale, è carat­ter­iz­za­ta dal rial­zo dell’attuale dis­car­i­ca e dal riem­pi­men­to del­la Sutu­ra, che il mio pre­de­ces­sore chia­ma­va cono rovescio, tra la nos­tra dis­car­i­ca e quel­la del­la Luc­chi­ni. Otte­nen­do così 400mila metri cubi di disponi­bil­ità. Den­tro la Sutu­ra dovreb­bero essere real­iz­za­ti un mod­u­lo per l’amianto ed un mod­u­lo per i rifiu­ti peri­colosi iner­tiz­za­ti così come preve­dono (e prevede­vano) legge e piano regionale.

STILE LIBERO
La Vari­ante 4 com­prende anche l’area dell’ex dis­car­i­ca Luc­chi­ni attual­mente in con­ces­sione Asiu?
CARAMASSI
No, nel prog­et­to esec­u­ti­vo, da non scam­biar­si con le strate­gie di Rima­te­ria che sono tutt’ altra cosa, l’ex dis­car­i­ca Luc­chi­ni non è pre­vista nel­la vari­ante. Pri­ma di met­tere mano su ques­ta dis­car­i­ca voglio ver­i­fi­care cosa essa con­tenga effet­ti­va­mente.

STILE LIBERO
Quin­di, per ricapi­to­lare, con la Vari­ante 4 si otten­gono 400mila nuovi metri cubi per lo stoccag­gio che com­pren­dono un mod­u­lo di 70mila per l’amianto e un mod­u­lo di 70mila per i rifiu­ti peri­colosi iner­tiz­za­ti. Quin­di il piano di riqual­i­fi­cazione è molto più ampio e riguar­da la dis­car­i­ca Asiu e le aree a dis­car­i­ca esauri­ta.
CARAMASSI
Esat­ta­mente.

 STILE LIBERO
Tutte le aree in dis­cus­sione sono in con­ces­sione dema­niale. Questo sig­nifi­ca che la dis­car­i­ca Luc­chi­ni, com­pre­so il cono rovescio, è pas­sa­ta da Luc­chi­ni ad Asiu attra­ver­so un trasfer­i­men­to del­la con­ces­sione dema­niale.
CARAMASSI
Attra­ver­so addirit­tura una gara che il demanio ha ban­di­to e alla quale Asiu ha parte­ci­pa­to come uni­co con­cor­rente.

STILE LIBERO
Per un cos­to del­la con­ces­sione?
CARAMASSI
La con­ces­sione vale 120mila euro. Si paga un canone ann­uo come avviene anche per le aree in con­ces­sione del­la piattafor­ma Tap.

STILE LIBERO
Nell’area del­la ex dis­car­i­ca Luc­chi­ni, pas­sa­ta ad Asiu, l’azienda si prende in cari­co anche tutte le respon­s­abil­ità pro­prie del­la Luc­chi­ni?
CARAMASSI
No, questo non è anco­ra avvenu­to. Si deve con­sid­er­are che la Luc­chi­ni è deten­trice dell’Aia del­la dis­car­i­ca e pri­ma di pas­sare al con­trol­lo effet­ti­vo di ques­ta area dob­bi­amo vedere a che pun­to è.

STILE LIBERO
Sul­la dis­car­i­ca Luc­chi­ni anco­ra in con­ces­sione Luc­chi­ni cosa inten­dete fare?
CARAMASSI
Su quest’area, quan­do potremo acquisir­la, abbi­amo inten­zione di real­iz­zare un bam­buse­to con pro­duzione di  bio­masse.

STILE LIBERO
La dis­car­i­ca ex Luc­chi­ni in con­ces­sione a Asiu è esauri­ta?
CARAMASSI
Cre­do che ci siano anco­ra un paio di centi­naio di migli­a­ia di metri cubi disponi­bili.

STILE LIBERO
Quin­di se in ques­ta area ci sono cir­ca 200mila metri cubi uti­liz­z­abili in futuro Asiu la potrebbe usare come dis­car­i­ca. Attual­mente però la des­ti­nazione, sec­on­do l’Aia in pos­ses­so di Luc­chi­ni si riferisce a rifiu­ti spe­ciali non peri­colosi di derivazione indus­tri­ale. Quin­di teori­ca­mente l’Asiu, dovrebbe effet­tuare su ques­ta dis­car­i­ca la stes­sa oper­azione che sta effet­tuan­do con la Vari­ante 4.
CARAMASSI
Asso­lu­ta­mente sì. L’obbiettivo è quel­lo di ren­dere quest’area uni­forme e riqual­i­fi­car­la pae­sag­gis­ti­ca­mente. Ripeto, però, pri­ma di met­ter­ci mano vogliamo ver­i­fi­care ciò che deve essere ver­i­fi­ca­to.

STILE LIBERO
Quale è sta­ta la log­i­ca dell’acquisizione del­la dis­car­i­ca Luc­chi­ni che per­al­tro pri­va lo sta­bil­i­men­to di una dis­car­i­ca autor­iz­za­ta?
CARAMASSI
La dis­car­i­ca l’ha ril­e­va­ta Asiu e non Afer­pi, come Afer­pi non ha ril­e­va­to la LI53, con il pre­ciso inten­to di fare dei volu­mi.

STILE LIBERO
Attual­mente, quin­di, lo sta­bil­i­men­to, così come lo ha ril­e­va­to Afer­pi, è pri­vo di una dis­car­i­ca autor­iz­za­ta.
CARAMASSI
Sì, mi risul­ta così.

STILE LIBERO
Eco­nomi­ca­mente per Asiu avere ques­ta disponi­bil­ità rap­p­re­sen­ta un van­tag­gio pur a fronte di un onere non pic­co­lo.
CARAMASSI
È vero. L’intenzione di chi ha ipo­tiz­za­to ques­ta oper­azione era quel­la di avere un vol­ume per rifiu­ti spe­ciali (anche se deb­bo pre­cis­are che in dis­car­i­ca, da anni, pos­sono andare solo rifiu­ti spe­ciali, dato che un rifi­u­to urbano trat­ta­to è un rifi­u­to spe­ciale. Si pun­ta­va chiara­mente a ricavare un van­tag­gio da questi volu­mi.

STILE LIBERO
In ogni caso un’azienda pub­bli­ca si prende l’onere, in questo caso, di ripristinare dis­cariche che rispon­dono ad inter­es­si azien­dali pri­vati.
CARAMASSI
Un’impresa pub­bli­ca o pri­va­ta dovrebbe avere l’obbligo di stare sul mer­ca­to con un’offerta di servizi eco­nomi­ca­mente van­tag­giosi. Cre­do sia oppor­tu­na un’altra con­sid­er­azione e cioè ques­ta: Afer­pi, che non ha pre­so nes­suna delle due dis­cariche, si ripro­pone di pro­durre acciaio. Inizial­mente due mil­ioni di ton­nel­late con due forni, uno dei quali non si sa che fine abbia fat­to e l’altro rimas­to in pie­di ad oggi.

in3Quin­di dici­amo cir­ca un mil­ione di ton­nel­late da forno elet­tri­co. Nonos­tante che un forno elet­tri­co sia un impianto di rici­clag­gio a tut­ti gli effet­ti, come tut­ti gli impianti di rici­clag­gio pro­duce a sua vol­ta rifiu­ti. Da ciclo inte­grale un chi­lo di acciaio gen­era mez­zo chi­lo di rifiu­ti,  da forno elet­tri­co, con le nuove tec­nolo­gie cir­ca 200–250mila  ton­nel­late all’anno. Per avere idea di cosa questo sig­ni­fichi si pen­si che i rifiu­ti urbani prodot­ti (dif­feren­ziati più indif­feren­ziati)  dal­la cit­tà di Piom­bi­no arrivano appe­na a 20mila ton­nel­late all’anno.

STILE LIBERO
L’investimento per la Vari­ante?
CARAMASSI
L’investimento per la Vari­ante 4 è di 4 mil­ioni, quat­tro mil­ioni e mez­zo soprat­tut­to per i lavori che riguardano la Sutu­ra.

STILE LIBERO
Qui vedi­amo scrit­to 13 mil­ioni.
CARAMASSI
Sì, in quei 13 sono com­pre­si i lavori di risis­temazione degli impianti malmes­si per i rifiu­ti urbani e il cap­ping (la chiusura).

STILE LIBERO
Il piano di riqual­i­fi­cazione costerà molto di più?
CARAMASSI
Vedremo. Per ora siamo solo al piano, non al prog­et­to. Non cre­do comunque che costerà molto di più. Verosim­il­mente sare­mo sui 2–3 mil­ioni. Si trat­ta solo di piantu­mazioni e per­cor­si didat­ti­ci.

STILE LIBERO
Quin­di 12–13 mil­ioni di euro per la Vari­ante 4 più 2–3 per il piano di riqual­i­fi­cazione?
CARAMASSI
Verosim­il­mente.

STILE LIBERO
Nei finanzi­a­men­ti per la Vari­ante 4 e il piano di riqual­i­fi­cazione sono com­p­rese anche le spese per i nuovi impianti per trattare i rifiu­ti peri­colosi?
CARAMASSI
No. Sono com­pre­si solo il risana­men­to impiantis­ti­co del­la dis­car­i­ca Asiu e gli inter­ven­ti per l’autorizzazione dei nuovi inves­ti­men­ti (cap­ping com­pre­so).

STILE LIBERO
Quin­di occor­reran­no finanzi­a­men­ti anche per la parte impian­tis­ti­ca rel­a­ti­va alla ges­tione dei nuovi con­fer­i­men­ti dei rifiu­ti peri­colosi che andran­no trat­tati?
CARAMASSI
Sia per il soil wash­ing, ovvero il lavag­gio del suo­lo, e l’inertizzazione dei rifiu­ti peri­colosi val­uter­e­mo un po’ più in là nel tem­po se e quan­to essi avran­no mer­ca­to. Se le boni­fiche par­ti­ran­no e i cri­teri di bonifi­ca saran­no tali da non gius­ti­fi­care un impianto di soil wash­ing è evi­dente che non lo fare­mo. Per una attiv­ità per la quale sicu­ra­mente ci sarà una doman­da ci orga­nizzer­e­mo da subito sen­za attese delle boni­fiche. Tut­to dipen­derà dal tipo di boni­fiche che si effettuer­an­no e dai con­seguen­ti servizi che saran­no richi­esti. Devo comunque sot­to­lin­eare che i rifiu­ti peri­colosi, anche solo quel­li nel­la zona LI53 sat­ur­ereb­bero il nos­tro mod­u­lo. Il resto dei mate­ri­ali sarà adop­er­abile nell’area impian­tis­ti­ca per pro­durre non più con­glomix ma mis­to cemen­to.
Nel caso in cui Afer­pi pro­ce­da solo a boni­fiche super­fi­ciali del ter­reno gli algeri­ni potran­no benis­si­mo adop­er­are, a prezzi di mer­ca­to, il mis­to cimen­ta­to.

STILE LIBERO
Ciò impli­ca che ci si deb­ba pre­dis­porre per un inves­ti­men­to ver­so gli impianti che pro­dur­ran­no mis­to cemen­ta­to?
CARAMASSI
È evi­dente. Io ho fat­to un cal­co­lo pru­den­ziale, molto pru­den­ziale. Da questo inves­ti­men­to com­p­lessi­vo dovreb­bero derivare non meno di 10 mil­ioni sen­za ovvi­a­mente pot­er val­utare cosa sarà il mer­ca­to, per esem­pio, tra un anno.
D’altra parte  ho pre­so l’azienda in una situ­azione conosci­u­ta che ha chiu­so il 2014 a 20 mil­ioni e 800mila di deb­iti (sal­vo l’ac­con­to del Comune su Cit­tà futu­ra), 800mila euro di sbi­lan­cio sul 2014. I tre quar­ti del deficit di Asiu deri­va da tar­iffe ferme da 5 anni. Rosig­nano che, per esem­pio, è una realtà com­pa­ra­bile con la nos­tra per popo­lazione servi­ta e per la pre­sen­za di una dis­car­i­ca, ha una tar­if­fa che, per la parte mobile, è di 240 euro; Piom­bi­no invece è fer­mo a 132.

STILE LIBERO
Per­ché, quin­di, le tar­iffe non sono state rap­por­tate ai costi come per­al­tro esige la legge?
CARAMASSI
Verosim­il­mente cre­do sia sta­ta tenu­ta in con­to una situ­azione sociale per la quale l’inasprimento delle tar­iffe pote­va rap­p­re­sentare un ele­men­to da derog­a­re. Potrem­mo aggiun­gere che Asiu fos­se anche inef­fi­ciente nel fornire i pro­pri servizi e quin­di che avesse un cos­to fuori dal­la media provin­ciale o regionale. Invece non è così. Il cos­to dei servizi di Asiu, basato sul­la popo­lazione servi­ta, era di 6,8 mil­ioni quan­do la media si fer­ma­va a 8 mil­ioni. È anche vero che, nel deficit, ha inciso per cir­ca un quar­to la Tap con la piattafor­ma per il sem­plice moti­vo che l’investimento è sta­to paga­to con la cas­sa e la strut­tura non è sta­ta mes­sa in moto.

STILE LIBERO
Nel vostro con­teg­gio quan­to incide il fat­to che la dis­car­i­ca sia in esauri­men­to con ridot­ti con­fer­i­men­ti dei rifiu­ti prove­ni­en­ti da fuori?
CARAMASSI
Se Asiu e la Luc­chi­ni avesse por­ta­to i pro­pri rifiu­ti nel­la dis­car­i­ca di Asiu invece che man­dar­li a Verona, in Ger­ma­nia o a Livorno la dis­car­i­ca di Asiu sarebbe mor­ta in sei mesi. Quin­di se è vero che Asiu ha pre­so rifiu­ti spe­ciali da fuori – e dal mio pun­to di vista in questo non c’è nul­la di riprovev­ole –, è vero anche che  se il prin­ci­pio di prossim­ità venisse tradot­to in prin­ci­pio di autarchia da tem­po la dis­car­i­ca sarebbe inuti­liz­z­abile.

STILE LIBERO
Sì ma l’Asiu ha pre­so anche rifiu­ti che veni­vano da molto lon­tano.
CARAMASSI
È vero ma tut­to questo però sta nel­la legge come pure sta nel­la legge il fat­to che la Luc­chi­ni, in pos­ses­so del 25 per cen­to del­la Tap, si servisse di imp­rese diverse dall’Asiu.

STILE LIBERO
E per­ché è accadu­to? Forse l’Asiu era fuori mer­ca­to e quin­di la Luc­chi­ni preferi­va andare altrove risparmian­do sui costi.
CARAMASSI
Non lo so, potrebbe anche dar­si.

STILE LIBERO
Non ci sarebbe moti­vo, altri­men­ti, per cui la Luc­chi­ni si riv­olgesse altrove.
CARAMASSI
Per alcu­ni aspet­ti sì per altri no. Per l’amianto fri­abile, ad esem­pio, non hai alter­na­tive. Lo por­ti in Ger­ma­nia o a Tori­no, o a Bar­ri­calla, nel Comune di Tori­no. Così come i rifiu­ti peri­colosi che riman­gono giuridica­mente tali anche dopo aver­li iner­tiz­za­ti bisogna che tu li trasferisca a nord. Non c’è altro da fare. Più curioso è il fat­to che degli stes­si mate­ri­ali, che sono sta­ti rici­clati non molto lon­tano da qui, a Piom­bi­no non se ne sia adop­er­a­to un etto. Nel 1995, nel con­testo del piano regionale elab­o­ra­to da Agen­zia Regionale Recu­pero Risorse, è nata la Tap che non era solo la piattafor­ma ma anche l’impianto per iner­tiz­zare  i rifiu­ti peri­colosi. Da una espe­rien­za diret­ta nel baci­no del­la Ruhr potem­mo ril­e­vare che anche da noi c’erano tutte le con­dizioni per met­tere in pie­di una soci­età che potesse met­tere sul mer­ca­to un insieme di servizi in rap­por­to alla qual­ità ed alla quan­tità del­la doman­da. E allo­ra non c’era solo la Luc­chi­ni, c’era la Mag­o­na e si con­sid­eri che l’amianto non era e non è pre­sente solo negli impianti indus­tri­ale ma anche negli edi­fi­ci pub­bli­ci, nelle scuole e  in tutte le case costru­ite fino al 1990. La Tap ave­va ques­ta fun­zione, nel tem­po sono accadu­ti fat­ti per cui non ha mai fun­zion­a­to. La Tap è sta­ta iden­ti­fi­ca­ta solo con la pro­duzione di con­glomix ma non era così in orig­ine. La Tap ave­va un ogget­to sociale pre­ciso: rici­clo, inter­tiz­zazione, smal­ti­men­to in sicurez­za.
Oggi vogliamo riprovar­ci: Rima­te­ria, che è l’altro nome di Tap, dovrebbe fare, in con­dizioni cer­ta­mente diverse, le stesse attiv­ità orig­i­nar­i­a­mente pre­viste per la Tap.

STILE LIBERO
Ok, veni­amo ai tem­pi per gli inves­ti­men­ti.
CARAMASSI
Se entro l’estate arriver­an­no le autor­iz­zazioni del­la Vari­ante 4, Via e Aia, pos­si­amo imme­di­ata­mente met­tere mano al rial­zo e con­tem­po­ranea­mente iniziare le opere di imper­me­abi­liz­zazioni nel­la Sutu­ra.

STILE LIBERO
Quin­di quan­do pen­sate di iniziare a spendere?
CARAMASSI
Appe­na inizier­e­mo le imper­me­abi­liz­zazioni del­la Sutu­ra.

STILE LIBERO
Quin­di se entro l’estate ci saran­no le autor­iz­zazioni, inizierete a spendere a set­tem­bre?
CARAMASSI
Dici­amo inizio 2017. Pri­ma non cre­do che  sare­mo pron­ti.

STILE LIBERO
Quin­di inizierete a spendere a gen­naio 2017 e con­tin­uerete fino a?
CARAMASSI
Verosim­il­mente fino a metà 2018, con­sid­er­a­to però che con­tem­po­ranea­mente fat­tur­ere­mo anche. Nel frat­tem­po dovre­mo fare anche altri prog­et­ti.

STILE LIBERO
I mate­ri­ali per il con­fer­i­men­to (Sutu­ra e dis­car­i­ca rialza­ta) da dove ver­ran­no?
CARAMASSI
Dal mer­ca­to.

STILE LIBERO
Cosa c’è da dire sul­l’area denom­i­na­ta LI 53?
CARAMASSI
Appe­na arriva­to in azien­da ho trova­to un decre­to del min­is­tero dell’ambiente che ho ricon­trat­ta­to e che impone­va ad Asiu di inter­venire sul­la LI53 dal momen­to che la stes­sa Asiu ave­va assun­to l’onere di bonifi­ca del­la zona come sogget­to inter­es­sato. Un’area nel­la quale si trovano sopra il ter­reno 300 mila ton­nel­late di mate­ri­ali di cui 60mila di rifiu­ti indus­tri­ali cosid­det­ti Paf che van­no iner­tiz­za­ti e smalti­ti. In questo caso è cer­to che siamo in pre­sen­za di un inter­esse pub­bli­co, per cui io ho chiesto finanzi­a­men­ti.

STILE LIBERO
I costi dovreb­bero essere sop­por­tati da chi ha fat­to il dan­no, nel caso da Luc­chi­ni.
CARAMASSI
Sì, l’impresa però è fal­li­ta. Io pen­so che Asiu avrebbe pari dirit­ti di altri a chiedere finanzi­a­men­ti all’interno dei 50 mil­ioni stanziati dal min­is­tero dell’ambiente. In ogni caso ho fat­to doman­da anche per gli altri 30 più 22 (Regione più Invi­talia). Dopodiché qui sorg­erà la dis­car­i­ca a servizio delle attiv­ità pro­dut­tive.

STILE LIBERO
A metà del 2018, sec­on­do le stime, ter­min­er­an­no i lavori del­la Sutu­ra. Quan­do queste opere com­in­cer­an­no a ren­dere?
CARAMASSI
Alla fine dell’estate appe­na avre­mo le autor­iz­zazioni per­ché potremo trattare i rifiu­ti spe­ciali che van­no in dis­car­i­ca.

STILE LIBERO
Per i rifiu­ti spe­ciali ci sono 400mila metri cubi da riem­pire meno 140 dei due mod­uli (amianto e peri­colosi). Da dove li ricev­erete?
CARAMASSI
Dal mer­ca­to.

STILE LIBERO
I 70 più 70 dei due mod­uli (amianto e rifiu­ti peri­colosi) li potrete rice­vere solo quan­do i lavori saran­no fini­ti.
CARAMASSI
Per questi due mod­uli dovre­mo atten­dere un anno.

STILE LIBERO
Adesso, quin­di, c’è un deb­ito da pagare di 30 mil­ioni di euro, meno nove del pos­ticipo del­la fine dis­car­i­ca. Quin­di si parte da meno 21 mil­ioni su cui dob­bi­amo cari­care i 12–13 per i lavori del­la Vari­ante 4 che si dovran­no spendere da ora al 2018. Totale 33–34 mil­ioni.
CARAMASSI
Atten­zione state som­man­do i deb­iti con gli impor­ti degli inves­ti­men­ti. Sono cose diverse. Anzi, gli inves­ti­men­ti sono fun­zion­ali a ripa­gare i deb­iti. I deb­iti sono a breve, media e lun­ga sca­den­za. Per esem­pio i deb­iti a breve sca­den­za non sono più di sette mil­ioni.

STILE LIBERO
Benis­si­mo, allo­ra fac­ciamo 7 più 12–13 mil­ioni; sol­di che occor­reran­no a breve. Come fa l’Asiu a reg­gere finanziari­a­mente?
CARAMASSI
L’Asiu regge finanziari­a­mente per­ché intan­to andrà al recu­pero cred­i­ti di 4,2 mil­ioni. Alla cas­sa giover­an­no gli introiti di Sei Toscana già incas­sati per 1,8 mil­ioni in segui­to alla pre­sen­tazione del piano indus­tri­ale che ha per­me­s­so il suben­tro del gestore uni­co e che, non sot­to­va­l­uterei, è sta­to apprez­za­to dalle banche.

in1 Oggi sti­amo uti­liz­zan­do gli 80mila metri cubi di dis­car­i­ca che sono residui. Poi Sei Toscana ci ha ver­sato 500mila euro al mese per l’utilizzo degli impianti per il trat­ta­men­to degli urbani e ce ne verserà cir­ca 250mila al mese per tut­to il 2016.
La nos­tra impostazione tende ad evitare ogni tipo di inter­esse e di attiv­ità per i rifiu­ti urbani entro l’estate, al mas­si­mo all’inizio 2017. Quin­di pri­ma pos­si­bile. Però per ques­ta uti­liz­zazione (impianti ed anche suo­lo) Sei deve ovvi­a­mente pagar­ci.

STILE LIBERO
Comunque nell’immediato la valvola prin­ci­pale per i ricavi deri­va da questi 80 mila metri cubi residui.
CARAMASSI
Per il momen­to, sì. Entro l’estate poi ci sarà il rial­zo del­la dis­car­i­ca e entro il 2017 la Sutu­ra. Nel frat­tem­po abbi­amo in cor­so un prog­et­to che è quel­lo del rica­vo di 1,5 mil­ioni di metri cubi e del riu­ti­liz­zo dei 600mila metri cubi del­la LI53, di cui 50–60 Paf ed il resto adop­er­abile in piattafor­ma. E a cose fat­te ques­ta sarà l’area di uti­liz­zo per mate­ri­ali non rici­cla­bili a servizio di tutte le attiv­ità pro­dut­tive, di servizi e com­mer­ciali.

STILE LIBERO
Nel­la sostan­za però ci tro­vi­amo di fronte ad un’area di rifiu­ti che li non dove­vano stare e pro­prio lì si pro­pone di real­iz­zare una dis­car­i­ca.
CARAMASSI
Sì e, ripeto, per un totale di un mil­ione e mez­zo di metri cubi.

STILE LIBERO
Il risana­men­to di cui alla Vari­ante 4 non può essere quin­di dipen­dente dalle boni­fiche dell’industria.
CARAMASSI
Non è det­to. Non è det­to che la demolizione del cal­ces­truz­zo di Afer­pi non pos­sa par­tire davvero tra un mese o tra qualche mese. Il cal­ces­truz­zo in Afer­pi  è sti­ma­to in cir­ca 2/2,5 mil­ioni di ton­nel­late. Se non lo dan­no a noi per rici­clare lo dovran­no buttare in dis­car­i­ca.

STILE LIBERO
Ma quale dis­car­i­ca se non ne han­no più una?
CARAMASSI
Ah, non lo so. Pos­so solo dichiarare tran­quil­la­mente che fino­ra non ho incon­tra­to Afer­pi.

STILE LIBERO
Una cosa però è cer­ta: non si può far dipen­dere un piano da Afer­pi. Quel­la di Afer­pi al momen­to è solo un’ipotesi.
CARAMASSI
Infat­ti, non fac­ciamo dipen­dere il piano da Afer­pi. Siamo con­vin­ti di sal­var­ci anche nel­la malau­gu­ra­ta ipote­si che Afer­pi saltasse del tut­to. Siamo chiari: se parte un ban­do per opere pub­bliche che non preve­da, come dice la legge, almeno il 40 per cen­to di impiego di mate­ri­ali rici­clati, noi ci met­ter­e­mo di tra­ver­so e non esiter­e­mo a ricor­rere al Tar.

STILE LIBERO
Per­ché una cosa del genere non è sta­ta fat­ta fino­ra?
CARAMASSI
Non lo so. Io so che sto diri­gen­do un’impresa e cre­do che se il mer­ca­to viene dis­tor­to da pratiche non con­for­mi alla legge io ricor­rerò, per­ché è la legge che pone questo vin­co­lo per i sogget­ti pub­bli­ci e pri­vati. Per esem­pio, ho incon­tra­to Luciano Guer­ri­eri e l’ho invi­ta­to a fornir­mi le speci­fiche dei mate­ri­ali nec­es­sari a riem­pire le aree ogget­to dei prog­et­ti dell’Autorità por­tuale e gli ho det­to che noi gli fornire­mo i mate­ri­ali adat­ti a riem­pire ciò che deve riem­pire e a pavi­menta­re ciò che deve essere pavi­men­ta­to almeno per quelle quan­tità pre­viste dal­la legge. Se non sarà così io ho una respon­s­abil­ità e ad essa dovrò rispon­dere.
Questo pre­mes­so, se è vero che non pos­si­amo fare piani indus­tri­ali basati sulle ipote­si, non pos­si­amo d’altra parte pre­scindere da con­sid­er­azioni su cosa si muove. Non sap­pi­amo cosa accadrà ma sap­pi­amo che qual­si­asi indus­tria di qual­si­asi genere che lavo­ra, pro­duce rifiu­ti e sono tut­ti  rifiu­ti spe­ciali. Dopodiché il piano regionale incro­cia il prin­ci­pio di prossim­ità con il prin­ci­pio delle economie di scala. I nos­tri rifiu­ti ospedalieri si man­dano a For­lì a bru­cia­re. E i pur pochi ma peri­colosi rifiu­ti nucleari del­lo stes­so ospedale? Dovre­mo far­ci una dis­carichet­ta per i rifiu­ti nucleari? Non avrebbe sen­so. Con­sideran­do il prin­ci­pio delle economie di scala e del­la prossim­ità, piano regionale alla mano, qui siamo di fronte all’imperativo di rici­clare e di creare mod­uli per i rifiu­ti peri­colosi e per l’amianto che già nel 1999 il piano regionale prevede­va. Quin­di è allo­ra che non si è rispet­ta­ta la legge; noi ci pro­poni­amo di rispettare la legge.

STILE LIBERO
Quan­ti sono i dipen­den­ti di Rima­te­ria?
CARAMASSI
Zero. Quel­li rimasti a Asiu, dopo l’arrivo di Sei Toscana, sono quar­an­ta.

STILE LIBERO
E quan­do avviene la fusione tra Rima­te­ria e Asiu?
CARAMASSI
Attual­mente sti­amo facen­do la per­izia di val­u­tazione di Asiu; è un prob­le­ma dal pun­to di vista buro­crati­co, tec­ni­co e finanziario. L’obbiettivo è quel­lo di avere la per­izia alla fine di mar­zo-inizio aprile. D’altra parte c’è  bisog­no del­la chiusura finanziaria del 2015; cosa non facile, siamo infat­ti ai pri­mi mesi del 2016. La per­izia mi per­me­t­terà, avute poi le autor­iz­zazione, di met­tere in liq­uidazione Asiu, pro­cedere alla con­fluen­za in Rima­te­ria, di vendere le quote attra­ver­so le pro­ce­dure di legge.

STILE LIBERO
Quin­di sig­nifi­ca che Asiu sparisce. Quan­do viene inglo­ba­ta da Rima­te­ria?
CARAMASSI
Io mi sono dato un obbi­et­ti­vo (che sta esplici­ta­mente nel mio manda­to): entro il 2016.

STILE LIBERO
È questo quin­di il moti­vo per cui è sta­to mod­i­fi­ca­to lo statu­to di Asiu?
CARAMASSI
No, è sta­to un sem­plice dis­gui­do. Vol­e­va­mo pre­sentare doman­da per i ban­di Invi­talia, Regione Toscana ecc.. Sic­come il deten­tore di tut­to ciò che esiste è l’Asiu la quale però non ha lo statu­to di Rima­te­ria, abbi­amo pen­sato di mod­i­fi­care lo statu­to per per­me­t­tere a Asiu di parte­ci­pare ai ban­di. È risul­ta­to, però, che Asiu non pote­va parte­ci­pare ai ban­di per il suo sta­to finanziario. Allo­ra abbi­amo dovu­to tornare indi­etro e pre­sentare le domande come Rima­te­ria.

STILE LIBERO
L’assemblea dell’Asiu ha già approva­to la mod­i­fi­ca del­lo statu­to?
CARAMASSI
L’assemblea dell’Asiu ha approva­to la pro­pos­ta e l’ha man­da­ta ai con­sigli comu­nali e poi si è di nuo­vo riu­ni­ta e l’ha approva­ta.

STILE LIBERO
Sic­come gli azion­isti sono anche col­oro i quali dovreb­bero decidere sui ban­di e sui cri­teri con cui si fan­no le opere pub­bliche che impeg­ni essi han­no pre­so sul­la ques­tione dell’impiego dei mate­ri­ali di rici­clo ed in par­ti­co­lare sul mis­to cemen­ta­to come alter­na­ti­va agli iner­ti di cava?
CARAMASSI
Han­no det­to di sì. Sono d’accordo.

Commenta il post