L’ammucchiata delle previsioni urbanistiche
PIOMBINO 1 marzo 2016 — Si dice che prendere le decisioni opportune è fondamentale per imboccare una giusta direzione del proprio cammino e quindi della propria vita. Ora sappiamo bene che la scelta alcune volte può essere per noi talmente difficile da suscitare non solo numerosi dubbi ma di una natura tale da rappresentare pesanti ostacoli al processo di decisione.
Vedere con chiarezza la strada da intraprendere molto spesso ci è impedito a causa di conflitti nati all’interno del nostro pensiero, altre volte lo scoglio è rappresentato da giudizi che provengono dall’esterno di noi.
Tutti convengono che la nostra vita, fin dalla tenera età, si connota per la possibilità di scegliere. Credo che su questo non ci siano dubbi, basta pensare un attimo a quando ci alziamo e scegliamo di fare o non fare colazione, come vestirci per uscire e così via per un’infinità di volte e di cose.
Si potrebbe affermare che ognuno di noi è il risultato delle decisioni prese in precedenza nel corso del tempo.
Siamo artefici del nostro futuro e siamo determinati dalle scelte che facciamo via via che trascorre la nostra vita.
È ovvio, indipendentemente dall’ambito, che prendere una decisione implica un’assunzione di responsabilità circa le conseguenze che potrebbero scaturire da una scelta inadeguata.
Bisognerebbe imparare a scegliere perché è veramente difficile prendere decisioni di fronte a situazioni complesse.
È mia convinzione però che, sebbene posti davanti a vari piani attuativi o progetti sui quali deliberare per il nostro futuro, un filo rosso ci deve fare da guida. Questo elemento conduttore non può che non essere la coerenza tra loro dei nostri pensieri, dei nostri ragionamenti, dei nostri programmi.
Se questo impegno vale per i semplici cittadini nella loro quotidiana e privata attività, immaginiamoci quanto si debba accrescere in coloro che sono chiamati a svolgere funzioni pubbliche.
Tutte le loro scelte, tutti i loro provvedimenti dovrebbero seguire coerentemente il principio di non contraddizione. Non dovrebbero essere assolutamente inconciliabili gli uni con gli altri.
Purtroppo qui da noi il grano della coerenza non sembra sia stato ancora seminato perché il miscuglio programmatico in atto lascia sbalorditi tutti coloro che hanno un po’ di tempo da dedicare alla faccenda.
Vediamo in breve di cosa si tratta.
Atteso che il cuore della città è e sarà in futuro sempre di più il suo porto commerciale, come è stato possibile accostare due grandi e sfarzosi porti turistici con in mezzo una darsena per demolire navi militari colme d’amianto. Queste opere confinanti nello schema porto poggio batteria-darsena demolizioni-accosto crociere- porto la chiusa di pontedoro , come si dice in gergo, fanno a cazzotti fra loro. Chi può immaginare un rampollo degli Agnelli o chicchessia che piazza il suo panfilo accanto ad una nave militare in demolizione?
Per non parlare poi del grande centro educativo e commerciale localizzato a Tor del sale. Louis Vuitton che vende le sue borse da 3.000 euro l’una sotto una foresta di scheletri di tralicci dell’alta tensione ?
E tutto questo confortato dai rumori dei due forni elettrici lontani non più di un chilometro e da una costruenda discarica per amianto e rifiuti pericolosi.
È del tutto evidente, ictu oculi, che in tutto questo non c’è logicità e tantomeno coerenza.
In queste condizioni si pretenderebbe a Piombino di diversificare lo sviluppo economico incentivando il settore turistico. Si pretenderebbe di valorizzare l’ambiente e l’offerta per i turisti nello stesso momento e in continuità geografica con quanto di più sgradevole ci possa essere per gli occhi di gente che cerca la bellezza al fine di trascorrere qualche giorno in pace con i sensi.
Transitando dalla strada della base geodetica si potrà ammirare una collina di rifiuti che cresce, con sullo sfondo sagome di navi in demolizione e gigantesche torri eoliche che aiuteranno ad accrescere con il proprio armonico rumore il suono degli assordanti colpi delle acciaierie elettriche.
C’è da chiedersi se tutto questo passa attraverso una pianificazione territoriale da redigere o già in vigore, oppure se è il frutto estemporaneo di soggetti privi di un linguaggio comune.
Una specie di torre di Babele.
Chi potrà avere l’abilità di riordinare una tale confusione o sopratutto di fare scelte coerenti?
(Foto di Pino Bertelli)