Le abitudini antiche del turismo di casa nostra
PIOMBINO 13 agosto 2013 — Potremmo, a vantaggio dei nostri pochi lettori, riproporre l’articolo apparso sul Stile Libero il 12 aprile scorso con il titolo “Feste, manifestazioni e… finanziamenti” (Clicca qui per leggerlo) aggiornandolo semplicemente con il più banale dei titoli, ovvero “More solito”. Potrebbe bastare ma spieghiamo per rinfrescare la memoria.
Ci soffermammo allora sull’Associazione di valorizzazione turistica di Piombino, ovvero l’Avt, uno strano ente, voluto, creato, controllato e foraggiato dal Comune che di fatto ne è il maggiore “azionista”, che nomina tutti i sei membri dell’esecutivo compreso il presidente scelto addirittura tra gli assessori, che offre all’organizzazione la propria sede. Per statuto l’Avt è aperta alla possibile partecipazione di organizzazioni che operano nel settore del turismo e del commercio le quali però devono essere ammesse e nel caso perfino escluse dal “Coordinamento”, ovvero dall’esecutivo nominato dal Comune.
Ogni anno l’Avt presenta al Comune due paginette di bilancio. Per fare un esempio nel preventivo 2013 (Clicca qui per leggerlo), approvato dalla giunta comunale il 7 agosto scorso, si elencano tre capitoli in uscita (spese generali di gestione, spese pubblicitarie, organizzazione diretta di manifestazioni e attività promozionali) per un totale di spesa pari a 64.220 euro. In entrata sono presenti due sole voci: un contributo del Comune per 44.000 euro deliberato sempre il 7 agosto e un avanzo dalla passata gestione di 20.220 euro. Totale 64.220 euro. Undici righe, titolate “Note” riassumono alla fine quel che si farà con il contributo pubblico.
Puntualizziamo a scanso di equivoci. Non è qui in discussione l’attività che lodevolmente prestano volontari ed attivisti, né ci dilunghiamo in giudizi sul quel che viene realizzato.
Il problema è più banale e si riassume in una domanda. Ma è necessaria ed inquadrabile nei compiti di un ente locale, un’associazione di fatto del Comune concepita per la valorizzazione turistica? Dappertutto esistono Pro loco, Comitati locali, enti turistici ai quali gli enti locali non mancano di elargire contributi e sostegni ma che agiscono in autonomia. Se il Comune vuol finanziare questa o quella iniziativa può liberalmente farlo senza la necessità di organizzare nella propria sede un qualcosa che altro non è che sé stesso, magari liberato da vincoli e dalle regole che ad un ente locale sono imposte.
Lo stimolo a creare qualcosa perché cresca la partecipazione è comunque una iniziativa democraticamente lodevole. Farlo in proprio, decidere attraverso membri direttamente nominati e spendere risorse proprie passate attraverso la denominazione di contributi lo è molto meno. E anzi si arriva a situazioni dove la forma, che in questi casi è sostanza, non regge neanche alla verifica del buon senso. Pensate solo che la giunta, in una riunione in cui è presente l’assessore Luca Pallini (nel riquadro), decide un contributo alla Avt dietro presentazione di un bilancio firmato dal presidente Luca Pallini. E’ successo ancora il 7 agosto scorso.