Niente autostrada Tirrenica niente 398
PIOMBINO 24 ottobre 2014 — Dunque 10 giorni fa, parola del presidente Rossi, a Palazzo Chigi la Regione ha incontrato il governo e la Sat e quest’ultima “…ha detto chiaramente che riteneva morto il progetto della Tirrenica almeno nelle dimensioni e nell’impegno individuato in precedenza…Ora la Sat promette entro un mese soluzioni alternative meno costose…”.
Che per dieci giorni il presidente Rossi non abbia sentito il dovere di informare la popolazione è cosa su cui stupirsi e meditare ma non c’è solo questo. Lo stesso Rossi aggiunge che in ogni caso valuterà le future proposte della Sat ma “…-condizione essenziale per realizzare il progetto è che venga ultimata la bretella per il porto di Piombino: su questo c’è un impegno del premier Renzi che ha sottoscritto con me un accordo di programma sul rilancio della città…”. Quanto fosse aleatorio quell’impegno lo testimonia l’assessore Chiarei del Comune di Piombino che candidamente dichiara che “…nell’ Accordo c’è un asse che riguarda proprio l’infrastruttura al quale però non sono state assegnate risorse…”.
Insomma allo stato della situazione:
- la Tirrenica così come approvata dal Cipe non si farà,
- i progetti della 398 da Montegemoli al porto non sono mai stati approvati dal Cipe,
- in ogni caso la loro approvazione e realizzazione era legata al piano economico finanziario ed all’intero progetto della Tirrenica che non sono più sul tavolo della discussione,
- perfino i 270 milioni che lo Stato era disposto a erogare alla Sat e che, secondo le dichiarazioni del viceministro Nencini e della sottosegretaria Velo dovevano essere previsti prima nello Sblocca Italia e poi nella legge di stabilità, non si sono mai materializzati.
La conclusione è una ed una sola: il castello di ipotesi e sopratutto di certezze che gli uomini di governo nazionali e locali avevano declamato più volte, dando come fatta o imminente la realizzazione della 398, è crollato. Bisogna ricominciare da capo.
In realtà era proprio quel castello che non esisteva nelle possibilità pratiche di realizzazione e questa è la valutazione politica su cui si dovrebbe puntare l’attenzione.
Bastano alcune citazioni.
Siamo nel dicembre 2008, il sindaco Anselmi afferma: “…C’è chiaramente grande soddisfazione perché ora c’è davvero la certezza sulla realizzazione della 398 e con grande probabilità questo intervento sarà in testa al cronoprogramma dei lavori per l’autostrada Tirrenica. Una soddisfazione da condividere col presidente della Regione Martini e con l’assessore Conti.….Ma bisogna anche dare atto al ministro Matteoli di aver mantenuto la parola data pochi giorni fa.….se il percorso del progetto definitivo sarà rapido i cantieri dovrebbero aprire all’inizio del 2010…”.
Nel 2010 c’è già una riduzione degli impegni perché si parla solo del primo lotto fino al Gagno che dovrebbero iniziare già nell’estate del 2011 però in compenso compare la Fiorentina-Ghiaccioni i cui lavori in ogni caso potrebbero non allontanarsi neppure troppo dall’inizio della realizzazione di quelli della 398.
Nell’ agosto 2012 dopo un riunione del Cipe si ritorna alla bretella fino al porto più che fattibile perché, è di nuovo il sindaco Anselmi che parla, “…tutto questo significa che la 398 fino al porto diventa parte integrante della Tirrenica, che c’è l’impegno di Monti ad assicurare la totale copertura finanziaria, che ci sono garanzie precise sui tempi di progettazione e che, sulla base delle prescrizioni volute dalla Regione Toscana, fra le quali la defiscalizzazione dell’opera e le esenzioni dal pedaggio, se non si fa la 398 non si fa nemmeno la Tirrenica…”.
In realtà il Cipe non approva nemmeno il progetto del primo lotto perché, è di nuovo il sindaco Anselmi che parla, “…siamo stati noi a concordare con il Cipe questo iter perché volevamo essere sicuri di avere in mano la progettazione dell’intero tratto fino al porto e non soltanto del lotto 7, da Montegemoli al Gagno. Per non correre questo rischio abbiamo preferito avere la progettazione definitiva di tutta la strada, definendone i tempi in maniera chiara e prevedendo poi un secondo ritorno al Cipe per l’approvazione di tutto il progetto…”.
Il progetto non è mai stato approvato. Ormai la realizzazione della 398 era incardinata nella Tirrenica, legata al suo piano economico finanziario e alla progettazione intera da Rosignano a Civitavecchia, nonostante le interpretazioni diverse che ufficialmente e ripetutamente sono state date. Venuta meno l’autostrada viene meno la realizzazione della 398.
Dal punto di vista politico è questa la riflessione da fare: si è preferito legare l’indispensabile infrastruttura di collegamento col porto di Piombino ad una autostrada privata di ben difficile realizzazione e non si è avuto il coraggio di trattarla separatamente come opera pubblica legata alle esigenze del porto e del territorio. Sì a quei lavori portuali che una volta ultimati non avranno un collegamento degno dell’importanza che ad essi si vuole attribuire. Non si è voluto o saputo immaginare un progetto complesso ed integrato come sarebbe stato necessario.
Adesso si riparte. Vedremo tra un mese cosa presenterà Sat ma invece di attendere le decisioni e le proposte degli altri sarebbe meglio che le istituzioni del territorio si facessero un’idea propria e su di essa avvenisse il confronto.
Non c’è da meravigliarsi di niente perchè i politici locali non hanno mai visto al di là delle acciaierie e contavano solo i voti. Il futuro non rientrava nei loro programmi perchè pensavano e pensano che solo gestendo il potere con il Pd il resto veniva in automatico.Continuano a gestire il nulla ma la nostra zona è al capolinea e con i giochi delle tre carte pensano di risolvere i problemi, non quelli reali ma quelli del voto. Capacità ZERO ASSOLUTO ma con il famoso giornale di casa Tirreno continuano a mietere voti.
Poco giorni fa il Consiglio Comunale di Piombino ha bocciato due odg che chiedevano il superamento dell’autostrada tirrenica e che la realizzazione della 398 fosse svincolata da tale infrastruttura, in quanto indispensabile per Piombino e il porto.
Continuiamo a farci del male, solo per seguire le linee dettate altrove.