Consiglio comunale su Aferpi: 4 associazioni

· Inserito in Lavoro e lavori, Lettere
pervenuta in redazione

PIOMBINO 6 otto­bre 2015 — Nel rispet­to del ruo­lo isti­tuzionale del Con­siglio comu­nale di Piom­bi­no, le Asso­ci­azioni Res­ti­amo Umani, Asso­ci­azione Rug­gero Tof­fo­lut­ti con­tro le mor­ti sul lavoro, Lavoro Salute Dig­nità, Legam­bi­ente pro­pon­gono al Con­siglio medes­i­mo di assumere per una dis­cus­sione e approvazione, nel­l’au­tono­mia dei tem­pi del con­siglio, il doc­u­men­to seguente:
Il Con­siglio comu­nale di Piom­bi­no
Pre­mes­so che
Con l’ac­qui­sizione del­lo sta­bil­i­men­to da parte di Cevi­tal-Afer­pi, non è super­a­ta la neces­sità di una polit­i­ca indus­tri­ale: come fan­no altri pae­si europei, lo Sta­to deve comunque dotar­si di stru­men­ti, per gov­ernare i ter­ri­tori ind­i­riz­zan­do e con­trol­lan­do l’op­er­a­to delle aziende pri­vate e l’evoluzione del­l’e­cono­mia. Purtrop­po, siamo par­ti­ti con gran­di enun­ci­azioni sul­la neces­sità di una polit­i­ca indus­tri­ale del gov­er­no, con un tavo­lo nazionale del­la siderur­gia; e si è fini­ti alla com­pe­tizione fra aziende del­lo stes­so set­tore o, peg­gio, fra ter­ri­tori, sen­za un prog­et­to comune, Bres­cia e Piom­bi­no con­trap­poste.
Abbi­amo assis­ti­to a suo tem­po al decli­no del delu­dente mod­el­lo di parte­ci­pazioni statali, vigente fino alla pri­va­tiz­zazione a van­tag­gio del grup­po Luc­chi­ni; poi, il suben­tro e il suc­ces­si­vo fal­li­men­to e abban­dono da parte di Sev­er­stal. Oggi, se vogliamo che la pro­duzione di acciaio a Piom­bi­no ripren­da e abbia una prospet­ti­va cred­i­bile e duratu­ra, occorre che se ne creino le con­dizioni. Una vol­ta Piero Nar­di ha affer­ma­to: “Una fab­bri­ca può fun­zionare solo all’in­ter­no di una strate­gia almeno nazionale se non euro­pea, con sin­ergie con altre aziende del­la fil­iera pro­dut­ti­va, con i for­n­i­tori delle materie prime, con gli uti­liz­za­tori dei prodot­ti, con i for­n­i­tori dei servizi col­le­gati, con altre aziende siderur­giche. Ormai le aziende scol­le­gate da tut­to il resto non pos­sono soprav­vi­vere. Occorre pro­durre con delle strate­gie basate su una conoscen­za raf­fi­na­ta e glob­ale”.
Se i prob­le­mi con­tin­u­ano ad essere affrontati sep­a­rata­mente — Piom­bi­no, Taran­to, Terni, Bres­cia… , le centi­na­ia di pic­cole e medie aziende, le varie catene dei trasfor­ma­tori, dei for­n­i­tori di servizi -, tut­ti questi mod­el­li diver­si rischi­ano di fal­lire, mod­el­lo Piom­bi­no inclu­so.
Il piano pre­sen­ta­to da Cevi­tal bril­la per l’in­com­pletez­za di tutte le com­po­nen­ti nec­es­sarie a val­u­tar­lo, è una sem­plice car­ta d’in­ten­ti. Man­cano stu­di di mer­ca­to, prezzi, costi, prospet­tive negli anni a venire, man­age­ment, even­tu­ali accor­di con aziende uti­liz­za­tri­ci, di servizi e di com­mer­cial­iz­zazione. Non è sta­to pre­sen­ta­to nep­pure un brogli­ac­cio in cui si definis­ca il col­lo­ca­men­to degli impianti, le neces­sità logis­tiche, il vero fab­bisog­no delle aree.
A propos­i­to delle materie prime, dopo tante chi­ac­chiere sul­l’in­no­v­a­ti­vo pre­ri­dot­to, nel cosid­det­to piano indus­tri­ale non c’è scrit­to nul­la sul­l’ipote­si di pro­dur­lo real­mente, in Alge­ria o altrove,
Effi­cien­ta­men­to sig­nifi­ca miglio­ra­men­to dell’efficienza. Il miglio­ra­men­to pro­dut­ti­vo si ottiene miglio­ran­do la pro­fes­sion­al­ità delle per­sone, attra­ver­so l’esperienza lavo­ra­ti­va, even­tu­ali cor­si speci­fi­ci. Sicu­ra­mente lo si con­segue nel saper svol­gere bene una man­sione, anziché tante man­sioni alla meno peg­gio. Quin­di, l’efficientamento non si crea con la riduzione del per­son­ale (far fare a per­sone più man­sioni con­tem­po­ranea­mente), ma cre­an­do più pro­fes­sion­al­ità nel­lo svol­gi­men­to delle man­sioni stesse. E, soprat­tut­to, non essere sot­to organ­i­co rende l’ambiente lavo­ra­ti­vo molto più sicuro e sul­la sicurez­za bisogna non abbas­sare mai la guardia. Mai e poi mai si dovreb­bero met­tere i lavo­ra­tori in una situ­azione di non sicurez­za lavo­ra­ti­va; e tut­to ciò – è matem­ati­co — non si ottiene con riduzione del per­son­ale e abbas­sa­men­to dei costi.
IMPEGNA IL SINDACO E LA GIUNTA
a sostenere in tutte le sedi i seguen­ti impeg­ni e a perseguire i seguen­ti obbi­et­tivi:
— Una polit­i­ca indus­tri­ale con­vin­ta e con­vin­cente da parte del Gov­er­no per fare in modo che si legh­i­no le varie par­ti del­la siderur­gia ital­iana, almeno le fil­iere dei vari set­tori, con accor­di soci­etari in cui si indi­viduino degli inter­es­si comu­ni che fan­no crescere tut­to il com­par­to. Per questo neces­si­ta il finanzi­a­men­to di inter­ven­ti volti a strut­turare sul ter­ri­to­rio ital­iano relazioni di coop­er­azione fra imp­rese: relazioni final­iz­zate a innalzare la pro­dut­tiv­ità e la com­pet­i­tiv­ità dei sis­te­mi indus­tri­ali; per esem­pio, reti di impre­sa che ricostru­is­cono le fil­iere pro­dut­tive, dal­la mate­ria pri­ma, alla com­mer­cial­iz­zazione e servizi col­le­gati, con inves­ti­men­ti comu­ni in ricer­ca e inno­vazione; sul mer­ca­to delle materie prime, l’en­er­gia, i servizi agli uti­liz­za­tori, sicurez­za del­la qual­ità e con­ti­nu­ità pro­dut­ti­va, allarga­men­to dei mer­cati,
— Urgen­te­mente, un vero e det­taglia­to piano indus­tri­ale da parte di Afer­pi, Agroin­dus­tria e Azien­da di logis­ti­ca por­tuale Cevilog,
— Un rig­oroso con­trol­lo pub­bli­co sul­l’am­bi­ente e la salute di lavo­ra­tori e popo­lazione, al fine di evitare che si ripro­d­u­cano dis­as­tri come a Taran­to,
— Isti­tuire un pro­to­col­lo tra Azien­da, Con­sorzio delle imp­rese che inter­ver­ran­no, isti­tuzioni (Regione, Comune, Asl, Arpat, Ispet­tora­to del lavoro, Inail ), Rls, sin­da­cati e un/a delegato/a delle 4 asso­ci­azioni, per il mon­i­tor­ag­gio costante dei lavori di bonifi­ca ambi­en­tale e di atti­vazione dei tre bloc­chi eco­nomi­ci annun­ciati nel piano Cevi­tal (acciaio, agroin­dus­tria e por­to). Nel pro­to­col­lo si dovrà sta­bilire la peri­od­ic­ità dei con­trol­li e la dif­fu­sione pub­bli­ca dei loro risul­tati. Una speci­fi­ca azione di vig­i­lan­za dovrà riguardare i ten­ta­tivi di camuf­fa­men­to di even­tu­ali infor­tu­ni con la malat­tia. Tali manovre, da qualche anno e soprat­tut­to nell’ultimo peri­o­do, han­no con­sen­ti­to di nascon­dere numerosi casi di infor­tu­nio, allo scopo di esi­bire una fac­cia­ta azien­dale più puli­ta e risparmi­are sul­la poliz­za Inail.
Del set­tore agroin­dus­tri­ale Cevi­tal non si sa prati­ca­mente niente, il piano indus­tri­ale non dice quali impianti saran­no costru­iti a Piom­bi­no; solo nelle relazioni del Com­mis­sario Nar­di leg­giamo di un’ipote­si di indus­tria del­la dis­til­lazione di prodot­ti veg­e­tali per pro­durre biodiesel e bioal­cool, cer­ta­mente un’in­dus­tria impat­tante sul ter­ri­to­rio e con scarse prospet­tive occu­pazion­ali. Allo­ra occorre appro­fondire anche questo aspet­to affinché non pas­si anco­ra una vol­ta in sec­on­do piano l’indis­pens­abile ricon­ver­sione eco­log­i­ca del­la nos­tra indus­tria, accom­pa­g­na­ta dalle boni­fiche , a sal­va­guardia sia del pos­to di lavoro che del­la salute di tut­ti. Il fumo non è più pane (se mai lo è sta­to); scam­biare posti di lavoro con inquina­men­to ambi­en­tale sig­nifi­ca illud­er­si che quei posti di lavoro abbiano un futuro, men­tre intan­to di sicuro si mina la salute dei lavo­ra­tori e delle popo­lazioni con costi umani, sociali ed eco­nomi­ci insosteni­bili (v. amianto), e si con­trad­dice rad­i­cal­mente ogni aus­pi­ca­bile diver­si­fi­cazione eco­nom­i­ca (non solo tur­is­ti­ca).
20151005_083349-2Affinché un tale più deg­no futuro si apra, è indis­pens­abile però fron­teggia­re ener­gi­ca­mente il pre­sente, fat­to di dis­a­gio sociale este­so e cres­cente. Esso colpisce i dipen­den­ti diret­ti ex Luc­chi­ni, i lavo­ra­tori e le lavo­ra­tri­ci del­l’in­dot­to e di con­seguen­za le cat­e­gorie eco­nomiche del lavoro autonomo e pro­fes­sion­ale, l’in­tero ter­ri­to­rio. Non dob­bi­amo dimen­ti­care che il nos­tro ter­ri­to­rio con­ta anche altre Aziende dal futuro incer­to – vedi Arcelor Mit­tal — e che, oggi, si soprav­vive solo gra­zie agli ammor­tiz­za­tori sociali, i quali non pos­sono essere visti come una soluzione, ma solo come un modo per tam­ponare e rin­viare il prob­le­ma . Nel momen­to in cui lo stes­so crono­pro­gram­ma Cevi­tal-Afer­pi risul­ta dilata­to fino a 4–5 anni pri­ma di avere in mar­cia l’in­sieme delle attiv­ità pre­an­nun­ci­ate, s’im­pone dunque, per quan­to impeg­na­ti­vo esso sia, un piano stra­or­di­nario a sosteg­no di tut­ti i lavo­ra­tori in dif­fi­coltà che preve­da:
1. la imme­di­a­ta resti­tuzione del­la piena disponi­bil­ità del pro­prio TFR ai lavo­ra­tori che ne sono tito­lari, chieden­do al gov­er­no che i prob­le­mi di con­tenzioso ambi­en­tale non siano pagati dai lavo­ra­tori;
2. la riduzione delle tasse e delle tar­iffe, in modo sostanziale e non sim­bol­i­co (TARI, IMU, TASI, Con­sorzio Toscana Cos­ta, ecc..);
3. l’ appli­cazione di paga­men­ti rateiz­za­ti a lun­go ter­mine per uten­ze e servizi;
4. l’erogazione sol­lecita di agevolazioni e con­tribu­ti (con­tribu­ti per affit­to, canoni di locazione ecc..);
5. lo stu­dio di nuove modal­ità per rine­goziare sca­den­ze e tas­si di inter­esse per mutui e presti­ti, nonché per sospenderne il paga­men­to delle rate;
6. il reper­i­men­to di fon­di comu­ni­tari, mag­a­ri a fon­do per­du­to, da dis­tribuire sul ter­ri­to­rio in varie forme per affrontare la man­can­za di liq­uid­ità per tutte le imp­rese, oltre a quan­to mes­so in cam­po dal­la Regione Toscana;
7. la riduzione delle tasse sco­las­tiche, dei costi di trasporto per i ragazzi e dei costi per l’acquisto dei lib­ri sco­las­ti­ci;
8. la creazione e/o il miglio­ra­men­to degli inter­ven­ti a sosteg­no dei lavo­ra­tori e dei com­po­nen­ti del­la soci­età più frag­ili (anziani, dis­abili, malati)
9. la pos­si­bil­ità di accedere ai fon­di pen­sion­is­ti­ci inte­gra­tivi con­trat­tuali;
10. l’is­ti­tuzione di un fon­do di sol­i­da­ri­età tra chi sta lavo­ran­do a favore dei col­leghi dis­oc­cu­pati o in cas­sa inte­grazione;
11. per le prossime assun­zioni da parte di Cevi­tal-Afer­pi, il rien­tro in fab­bri­ca pri­or­i­tari­a­mente dei lavo­ra­tori e delle lavo­ra­tri­ci monored­di­to, con figli a cari­co, con mutuo o presti­ti da ono­rare;
12. il ripristi­no del con­trib­u­to regionale del 15% che imple­men­ti i salari dei lavo­ra­tori in cds e mis­ure di aiu­to, non sim­bol­i­co, per i lavo­ra­tori già licen­ziati;
13. Più impor­tante di tut­ti gli aiu­ti per i lavo­ra­tori in dif­fi­coltà eco­nom­i­ca, è oper­are per­ché questi ritro­vi­no la dig­nità del lavoro e siano anche fonte di ric­chez­za per un ter­ri­to­rio e un ambi­ente, che neces­si­ta di lavori stra­or­di­nari di ripristi­no e manuten­zione. Per questo obi­et­ti­vo devono essere chi­este al gov­er­no mis­ure leg­isla­tive e finanzi­a­men­ti stra­or­di­nari, per far fronte di un’in­te­grazione, pari a cir­ca il 20 %, del­la bus­ta paga di col­oro che sono in cas­sa inte­grazione, per atti­vare così, d’in­te­sa con il sin­da­ca­to, forme di lavori social­mente utili. Lavori comunque aggiun­tivi e non sos­ti­tu­tivi di posti di lavoro in essere, per un numero ele­va­to di lavo­ra­tori. Cosa evi­den­te­mente diver­sa dal mero scon­to fis­cale di poche decine di euro, elar­gi­to (come sem­bra prospet­tar­si) dalle isti­tuzioni locali: quest’ul­ti­ma misura suona come un’ele­mosi­na umiliante e per pochi lavo­ra­tori.
Per il riconosci­men­to dei ben­efi­ci descrit­ti in favore di lavo­ra­tori dipen­den­ti e autono­mi in dif­fi­coltà, la base deve essere il red­di­to del­l’an­no cor­rente, pre­sum­i­bile attra­ver­so oppor­tu­ni e tem­pes­tivi accer­ta­men­ti fis­cali. Tali agevolazioni dovran­no infat­ti decor­rere imme­di­ata­mente e per il tem­po nec­es­sario che per­me­t­ta di giun­gere alla ripresa del­la piena attiv­ità lavo­ra­ti­va di tut­ti: dipen­den­ti Afer­pi, Luc­chi­ni in AS, Arcelor­Mit­tal Piom­bi­no, Sol, Dalmine, aziende dell’indotto, com­mer­cianti, arti­giani, pro­fes­sion­isti…
La trasparen­za e la parte­ci­pazione del­l’in­tera comu­nità al proces­so di rinasci­ta eco­nom­i­ca ambi­en­tale sociale e cul­tur­ale del ter­ri­to­rio sono val­ori impre­scindibili, per questo occorre che ogni 2–3 mesi le isti­tuzioni orga­nizzi­no un con­fron­to pub­bli­co per fare il pun­to del­la situ­azione.

Adri­ano Bruschi e Pao­lo Gia­nar­di a nome delle Asso­ci­azioni
Res­ti­amo Umani, Asso­ci­azione Rug­gero Tof­fo­lut­ti con­tro le mor­ti sul lavoro,
Lavoro Salute Dig­nità, Legam­bi­ente

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