Dimissioni di Carlo Torlai: Parodi non ci sta
SUVERETO 28 settembre 2015 — Oggi si e’ compiuto un altro gesto oltraggioso nei confronti dei sindaci soci di una societa’ partecipata: ovvero l’imposizione, con decisione unilaterale da parte del sindaco di Piombino, a Carlo Torlai ex presidente ATM , attuale vice-presidente di Tiemme, di dare le dimissioni, per ragioni che a noi soci sfuggono, perche’ il sindaco Giuliani non ne ha mai dato comunicazione alcuna.
Poco piu’ di due mesi fa il sindaco di Piombino riunì i sindaci della Val di Cornia per comunicare la sua intenzione di rinnovare il consiglio di amministrazione (cda) di ATM, decisione che contestai perché non ne vedevo la necessità prima della sua naturale scadenza, nutrendo personalmente stima per la persona ed il lavoro svolto da Carlo Torlai alla guida della società.
In quell’occasione, e poi successivamente nell’assemblea dei soci del 29 luglio 2015, Massimo Giuliani ribadi’ che avremmo rinnovato solamente il cda di ATM , ma che Torlai sarebbe rimasto nel cda di TIEMME sino all’aggiudicazione definitiva della procedura di gara per l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico locale nell’Ambito Territoriale ottimale della Regione Toscana, avendo egli stesso seguito da vicino, ed in prima persona, tutto il complesso iter burocratico.
Nell’assemblea del 29 luglio fu nominato ed eletto, con l’astensione di Suvereto, il nuovo presidente di ATM, Marco Macchioni, che senza nessuna competenza specifica veniva messo a guidare l’azienda di trasporti locale, e Valerio Rossi consigliere, in palese violazione della Legge Madia.
Resto basito dalla leggerezza con cui il sindaco di Piombino e il suo partito stiano gestendo in maniera autonoma e autoreferenziale le decisioni sulle aziende partecipate che offrono servizi ai cittadini: violando leggi nazionali istituite dal loro governo e sostituendo a piacere senza un fondato motivo e dopo aver speso parole di apprezzamento e fiducia, presidenti e componenti dei cda. Un sistema di potere che deve essere palesato ed interrotto per il bene comune. Se per far posto a qualche amico dell’amico e garantire uno stipendio o un posto di lavoro a qualche fedelissimo si devono togliere persone competenti e sostituirle con altri, a discapito della qualita’ del servizio, credo sia un gesto di estrema gravità.
Se negli anni passati questo sistema clientelare andava bene a tutti e si auto-riproduceva nel silenzio complice di istituzioni e cittadini, adesso io non ci sto, e come amministratore lo denuncio pubblicamente, aspettando risposte concrete e motivate dai diretti interessati.”