PD diviso alla prova della riorganizzazione della parchi

Dalla festa di San Firmino al caso Maestrini

· Inserito in Sotto la lente
Fiorenzo Bucci

PIOMBINO 24 set­tem­bre 2015 - Nel Pd da giorni tiene ban­co il caso di Car­la Maestri­ni, ren­ziana del­la pri­ma ora, can­di­da­ta alle region­ali e pro­tag­o­nista nel­la nasci­ta di CostaToscana#Cambiaverso, l’associazione che. nell’ambito del Par­ti­to, fa rifer­i­men­to alla com­po­nente lega­ta al seg­re­tario nazionale Mat­teo Ren­zi. In meno di una set­ti­mana la Maestri­ni è infat­ti pas­sa­ta dal ruo­lo di pro­tag­o­nista del neona­to grup­po ad un dis­im­peg­no quan­tomeno inat­te­so. Un gesto che, moti­va­to con l’esigenza di una ricom­po­sizione dell’unità del par­ti­to, ha invece fini­to per acuire le già con­sis­ten­ti diver­gen­ze. Non esiste, ormai, un prob­le­ma di qualche ril­e­van­za in cui il Pd non fac­cia oggi mar­care sot­to­lin­ea­ture diverse e spes­so di seg­no oppos­to. L’esempio imme­di­a­to giunge pro­prio in queste ore quan­do la direzione del­la Fed­er­azione dovrà dis­cutere del ruo­lo del­la soci­età dei Parchi con la con­seguente indi­cazione ai sin­daci-soci di pro­cedere con urgen­za alla nom­i­na dei nuovi diri­gen­ti, ovvero del pres­i­dente e di due con­siglieri di ammin­is­trazione. Nei giorni imme­di­ata­mente seguen­ti alle elezioni region­ali sem­bra­va scon­ta­ta la scelta del ver­tice del­la soci­età a favore di Mat­teo Tor­toli­ni, con­sigliere uscente e non rican­dida­to dopo dis­pute e con­trasti al lim­ite del grottesco. Trascorse le set­ti­mane, defini­ta la scelta per­son­ale e il ruo­lo ren­ziano di Tor­toli­ni, la prim­i­ti­va ipote­si è cadu­ta a favore di can­di­da­ture arche­o­logiche spun­tate nelle ultime set­ti­mane insieme a quelle di due pen­sion­ati sui quali, almeno ques­ta vol­ta, un min­i­mo di rispet­to del­la legge Madia pare prevalere con la con­seguente loro usci­ta di sce­na già pri­ma del­la pre­sen­tazione uffi­ciale.
Fat­to è che, sem­mai ce ne fos­se sta­to bisog­no, la ser­a­ta del­la nasci­ta di  CostaToscana#Cambiaverso al Cal­i­dario di Ven­tu­ri­na ha fini­to non solo per definire la strut­tura di una com­po­nente nel Par­ti­to ma anche per fis­sarne bar­riere e stec­ca­ti. Una situ­azione non sem­pre con­cepi­bile e sop­porta­bile da una base che, soprat­tut­to nei più anziani, guar­da perfi­no con nos­tal­gia ad un pas­sato dove la “lin­ea” del Par­ti­to prog­en­i­tore era un dog­ma.
Al Cal­i­dario la Maestri­ni è sta­ta applau­di­ta come l’indiscussa leader ren­ziana del­la zona. Car­la è usci­ta con la fac­cia puli­ta e l’onore intat­to dalle elezioni region­ali dove trop­po spes­so la prat­i­ca e i ruoli sono sta­ti vis­su­ti con l’ordine logi­co del­la fes­ta di San Firmi­no a Pam­plona quan­do i tori ven­gono sci­olti per le strade e la cor­sa ad evitare le cor­nate diven­ta lo sport pri­mario.
Alla Maestri­ni, da sem­pre, sono state riconosciute tutte le carat­ter­is­tiche per offrire sper­an­za a chi crede nel­la polit­i­ca delle idee e non conosce truc­chi, truc­chet­ti, dis­eg­ni e strate­gie. Con questo bagaglio, che nell’intimo del per­son­ag­gio è cred­i­bile che non sia anda­to per­so, Car­la si è pre­sen­ta­ta ed è sta­ta ascolta­ta nel­la ser­a­ta del­la nasci­ta di CostaToscana#Cambiaverso.
Poi, dopo di lei, ha pre­so la paro­la il seg­re­tario di fed­er­azione Vale­rio Fabi­ani ed il cro­nista ha dovu­to reg­is­trare una novità rispet­to al vec­chio incon­tro ren­ziano alla Lega navale di Piom­bi­no quan­do, pur pre­sente, Fabi­ani non ebbe neanche l’offerta di un micro­fono.
A dire il vero a Ven­tu­ri­na il seg­re­tario non ha pro­nun­ci­a­to il dis­cor­so del sec­o­lo lim­i­tan­dosi anzi ad una anal­isi parte­ci­pa­ta per quan­to, comunque, scon­ta­ta.
Ma le parole – si dove­va capire qualche giorno dopo – ave­vano assai minore impor­tan­za del­la vic­i­nan­za di due seg­gi­ole. Si può bene azzardare che altro fos­se l’obbiettivo, ovvero che l’orto­dos­sia del­la fed­er­azione seg­nasse un pun­to a suo favore sec­on­do l’improprio mod­el­lo per cui un allena­tore pre­tende di decidere anche la for­mazione del­la squadra avver­saria. Roba del resto già vista quan­do, in cam­pagna elet­torale per la Regione, spun­tò il nome del­la can­di­da­ta ren­ziana Giuzio che la mag­gio­ran­za dei ren­ziani non ave­va scel­to e non vol­e­va.
Se è vero che in Italia nul­la è più fal­li­menta­re che tentare di coman­dare in casa altrui, viene spon­tanea una doman­da. Car­la Maestri­ni è anco­ra la leader ren­ziana del­la zona come aus­picherebbe la fed­er­azione? Evi­den­te­mente, nelle con­vinzioni del­la Com­po­nente, la sto­ria in poco tem­po è muta­ta. Sarebbe scioc­co ghet­tiz­zare oggi la Maestri­ni, peg­gio anco­ra evi­tar­la o chiedere addirit­tura le sue dimis­sione dagli organ­is­mi in cui è inseri­ta. La lib­ertà di scelta impone ben altri atteggia­men­ti non pregiu­di­can­do ovvi­a­mente il giudizio a cui Car­la inevitabil­mente si è sot­to­pos­ta e che in tante posizioni apparse nelle pagine di Inter­net viene, nel migliore dei casi,  sin­te­tiz­za­to come “un’oc­ca­sione per­sa”.
Credere però che in questo pas­sag­gio sia lei la per­dente, ci pare sbaglia­to.
Scon­fit­to è chi ha cre­du­to di infoltire le fila pre­scinden­do da cri­teri ide­ali per affi­dar­si, comunque, alla sola log­i­ca dei numeri. Che, come inseg­na la sto­ria, da sola ha sem­pre  impov­er­i­to la Polit­i­ca sen­za mai riem­pire le urne.
Scon­fit­to è chi ha pen­sato che l’abitudine del­la polit­i­ca romana abbia un val­ore uni­ver­sale, che pos­sa comunque essere applic­a­bile attra­ver­so la nor­mal­iz­zazione dei ter­ri­tori, dei cam­panili, delle sezioncine le quali, in forza dell’appartenenza, riescono a digerire anche molti boc­coni amari ma non cer­to i sas­si soprat­tut­to quan­do essi diven­tano grot­toni.

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