Microcristallino, inerti e pietre ornamentali…

· Inserito in Spazio aperto
Walter Gasperini

SUVERETO 25 set­tem­bre 2015 — Il con­testo che abbi­amo con la pre­sen­za di cave attive nel nos­tro ter­ri­to­rio non può cer­to esimer­ci da una rif­les­sione a tut­to ton­do sul­la realtà delle cose che ven­gono coin­volte e quali prospet­tive si pos­sono ascri­vere ad un futuro del ter­ri­to­rio che fac­cia cen­tro sul­la sosteni­bil­ità ambi­en­tale del pro­prio svilup­po. Nel­la nos­tra Val di Cor­nia le tipolo­gie di cave che abbi­amo sono tre: micro­cristalli­no, iner­ti e pietre orna­men­tali. Quel­lo che è evi­dente è che ognuna deve essere val­u­ta­ta a sé stante, per pot­er dare giudizi e prospet­tive adeguate che non porti­no a risposte uguali per­ché si trat­ta di prob­le­mi diver­si e quin­di han­no bisog­no di risposte diverse.
È sta­to un errore grave che oggi dob­bi­amo riportare in chiaro, pro­prio per la seri­età del prob­le­ma e per il bisog­no di costru­ire ogget­tive prospet­tive che si rifan­no alla realtà delle cose e si legano in maniera sta­bile e con­seguente al dis­eg­no più gen­erale del­lo svilup­po che vogliamo appli­care. Già in molte occa­sioni ho affer­ma­to che sarebbe sta­ta indis­pens­abile una con­feren­za d’area che potesse met­tere in fila le cose che vogliamo per lo svilup­po, indi­can­do sin­ergie pos­si­bili e attua­bili nei vari sce­nari che si pre­sen­ter­an­no. Anco­ra una vol­ta invece siamo costret­ti a par­lare di un set­tore a sé stante, che comunque impli­ca molti aspet­ti che legano una diver­sità.
Il micro­cristalli­no è prodot­to impor­tante e molto raro, che dob­bi­amo saper val­utare e quin­di man­tenere nel proces­so pro­dut­ti­vo che abbi­amo in essere e che chiedi­amo per il futuro. Le pietre orna­men­tali di Suvere­to sono sem­pre state con­sid­er­ate alla stregua delle cave di iner­ti, però dob­bi­amo affer­mare che non è così, il prodot­to che estrag­gono è molto raro ed è ambas­ci­a­tore di ques­ta qual­ità nei mer­cati di tut­to il mon­do, dal­la Cina, al Giap­pone, agli USA e al medio Ori­ente. Inoltre i meto­di di estrazione sono dol­ci per­ché han­no bisog­no di mate­ri­ale il più pos­si­bile inte­gro e solo lo scar­to, dopo l’accantonamento delle quan­tità nec­es­sarie per il ripristi­no viene immes­so nel mer­ca­to degli iner­ti.
Altra cosa sono le cave di inerte puro, che pos­sono essere poste in altra otti­ca, per­ché il prodot­to che potrà uscire da Rima­te­ria pre­sen­ta­ta da Cara­mas­si ne può pren­dere il pos­to nel­la sua qua­si total­ità e quin­di appor­tan­do un risparmio ambi­en­tale davvero impor­tante. Quel­lo che riten­go che potrem­mo fare è assi­cu­rar­ci che le lavo­razioni che potran­no rimanere dovran­no las­cia­re sul ter­ri­to­rio il mas­si­mo pos­si­bile delle ricadute in ter­mi­ni di oper­a­tiv­ità, mag­a­ri anche investen­do di più e meglio, per garan­tire un gio­co di fil­iera che non si fer­mi alla pri­ma for­ni­tu­ra e bas­ta. Ad esem­pio le pietre orna­men­tali ven­gono ven­dute in bloc­chi, men­tre si dovrebbe chiedere una mag­giore lavo­razione di fil­iera in loco, per dare sboc­co e legare mag­gior­mente anche al ter­ri­to­rio un prodot­to che è ritenu­to impor­tante e con carat­ter­is­tiche fisiche che non han­no uguali, oltre al sicuro appor­to di occu­pazione pro­fes­sion­ale più ampia.
Sono da sem­pre un sosten­i­tore del fat­to che tut­to il ter­ri­to­rio dovrebbe essere con­sid­er­a­to un par­co, den­tro al quale si orga­niz­za la vita di ogni giorno, per il lavoro, per la res­i­den­za sta­bile o tem­po­ranea, dove insom­ma tut­to è fun­zionale alla vita che vogliamo per noi e per il futuro, ma è chiaro, anzi lapalis­siano che se con­tinuiamo a par­lare di svilup­po pren­den­do le cose come fos­sero foglie di car­cio­fo, una alla vol­ta, non rius­cire­mo ad andare lon­tano, è il dis­eg­no di insieme che ci man­ca.
Sarò assil­lante ma con­tin­uo ad affer­mare che occorre subito, anzi dove­va già essere fat­ta da tan­to tem­po, una con­feren­za eco­nom­i­ca d’area dove tut­to tro­verà il suo gius­to pos­to, anche il futuro del nos­tro pae­sag­gio, dell’economia e del­la cul­tura. Sarebbe anche rispos­ta adegua­ta alle nec­es­sarie alleanze politiche e isti­tuzion­ali per il ter­ri­to­rio e per le scelte di future col­lab­o­razioni che nascereb­bero da un quadro gen­erale organ­i­co e non dalle idee spo­radiche di qual­cuno più o meno illu­mi­na­to.

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