Rebrab: “In Algeria mi vogliono arrestare”
PIOMBINO 7 ottobre 2015 – Le autorità algerine, secondo fonti del paese africano, avrebbero emesso un mandato di arresto nei confronti di Issad Rebrab, il numero uno di Cevital che a Piombino ha dato vita al gruppo Aferpi, rilevando la Lucchini e creando le condizioni per un rilancio della fabbrica e per lo sviluppo di attività diversificate rispetto alla siderurgia.
La notizia è stata confermata dallo stesso Rebrab in un’intervista rilasciata all’agenzia in lingua francese Tsa (http://www.tsa-algerie.com/20151006/issad-rebrab-ils-veulent-marreter-pour-me-faire-taire/).
All’intervistatore che chiedeva lumi sulle voci di un mandato di arresto emesso contro di lui, Issad Rebrab ha testualmente risposto: “Le voci sono fondate. Si cerca di farmi tacere ma io non voglio tacere. Invece di prendere coscienza della gravità della situazione, si comportano in questo modo, invece di chiamarmi per dialogare, parlare degli sbocchi e dell’avvenire del nostro paese, questa gente vuole arrestarmi per farmi tacere”.
All’annuncio di Rebrab il governo algerino ha reagito smentendo la notizia e puntualizzando che “non c’è nessun mandato di cattura nei confronti di Rebrab”. Nei prossimi giorni, secondo quanto riferiscono fonti algerine, il dipartimento di giustizia dovrebbe produrre un comunicato a chiarimento dell’intera vicenda.
Come appare evidente dall’intervista del patron di Cevital i rapporti tra il maggior gruppo del paese ed il governo di Abdelmalek Sellal (nella foto) non sono certo amichevoli.
Solo pochi giorni fa il ministro dell’Industria Abdesselam Bouchouareb aveva lanciato pesanti accuse contro il gruppo di Rebrab in relazione alla vicenda dell’acquisto da parte di Cevital del colosso francese Brandt e anche per l’esportazione di capitali dall’Algeria.
È difficile prevedere gli sviluppi del caso mentre non è azzardato attendersi possibili ripercussioni sui progetti di Rebrab a Piombino. Basti solo pensare che, per l’acciaio, il patron di Cevital ha più volte fatto riferimento alle grandi potenzialità della domanda africana e segnatamente algerina. In queste condizioni un’attività di penetrazione in simili mercati appare tutt’altro che agevole.
Senza considerare poi le sinergie che Cevital ha sempre indicato tra le aziende agroalimentari del gruppo in Algeria e il previsto polo su Piombino.
La situazione è tale per cui Rebrab, che per sua ammissione resterà in Brasile per affari almeno fino al 16 ottobre, ha riferito che, se non otterrà le necessarie rassicurazioni, ritarderà il suo rientro in patria.