Siderurgia, agroindustria, porto: nessuno escluso
PIOMBINO 26 febbraio 2016 — Il 1° di marzo, al MISE, non si dovrà parlare solo di siderurgia ma si dovrà chiedere con forza cosa ne sarà del progetto agroindustria, altrimenti si corre il rischio concreto che gli ammortizzatori sociali non siano sufficienti, della logistica e porto poiché per far ritornare a lavorare tutti i cassaintegrati e gli assunti in Aferpi è indispensabile che il piano industriale sia attuato nella sua totalità
Ad oggi il piano industriale presenta delle criticità evidenti, senza tralasciare che dopo otto mesi niente è stato fatto, nei costi e nelle disponibilità finanziarie per la sua realizzazione. Per il progetto siderurgico siamo passati da un costo stimato di 300 milioni a un consuntivo di 700 milioni solo per la realizzazione della acciaieria elettrica e del nuovo laminatoio per le rotaie, rimane ancora da quantificare i costi per il revamping dei laminatoi TVE , TMP e della logistica e energie, mentre per il progetto agroindustriale niente è stato fatto e/o detto, come già più volte denunciato.
Ecco perchè Governo, Regione, Comune, Organizzazioni Sindacali Nazionali e Locali che andranno al MISE il 1° di marzo dovranno pretendere precisi e improrogabili impegni in merito alle tempistiche e disponibilità delle risorse finanziarie per l’ attuazione del piano, presentato da Cevital, nella sua interezza e cioè i 1.450 posti di lavoro nel settore siderurgico, il progetto agroindustriale e i previsti 700 posti di lavoro , il porto e logistica con 50 posti di lavoro, per far sì che Piombino torni a produrre acciaio .
Si dovranno ottenere altresì le garanzie e la certezza che vengano impostati correttamente e ben eseguiti gli smantellamenti, le bonifiche profonde e lo smaltimento dei rifiuti pericolosi (e dell’amianto) come previsto dagli accordi; riteniamo opportuna la necessità di tornare a coinvolgere — per tutte le problematiche ambientali e di messa in sicurezza del sito ad alto rischio ambientale di Piombino — anche il Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e i suoi organi competenti.
L’obiettivo:
- avere un polo industriale moderno, degno di questo nome, rispettoso dell’ambiente e della salute che tuteli la sicurezza nei luoghi di lavoro, argomento che deve essere messo al primo posto, perché ancora si registrano infortuni, anche gravi, come quello occorso a un lavoratore (TMP) pochi giorni fa,
- dare benessere all’intero comprensorio,
- far si che l’indotto torni a dare occupazione a tutti quei lavoratori licenziati di cui ogni tanto ci si ricorda e si torna a parlare marginalmente ma che di fatto sono esclusi dalle trattative e addirittura dalle assemblee.
I lavoratori e la città avranno vinto questa battaglia quando tutti i dipendenti saranno utilizzati a tempo pieno, perchè non basta rientrare in fabbrica e lavorare un giorno o due al mese.
Solo allora i politici e sindacati potranno dire missione compiuta. Ricordiamo loro che i lavoratori e le loro famiglie non possono più attendere oltre.
Gruppo Minoranza Sindacale — Camping CIG
(Foto di Pino Bertelli)