Strada 398: la Corte dei conti ha bocciato il Cipe
PIOMBINO 24 giugno 2018 – Di nuovo accantonato, vive ancora ma di stenti, ormai morto e sepolto?
Che fine ha fatto il progetto, “non più rinviabile e addirittura strategico” della strada 398 Val di Cornia?
Per alcuni mesi non si sono avute notizie e quelle che derivavano dall’incontro di un anno fa all’Hotel Centrale continuavano ad alimentare speranze.
Poi è arrivato il sasso nello stagno. A scagliarlo è stata la Corte dei Conti che, come risulta dal suo pronunciamento del 18 aprile scorso, depositato il 15 maggio, ha considerato “non conforme alla legge la delibera del Cipe numero 87 del 22 dicembre 2017” con la quale Il Comitato interministeriale ha approvato, sia pure con prescrizioni, il progetto definitivo redatto dall’Anas e relativo allo stralcio Montegemoli-Gagno della strada 398 Val di Cornia.
I passaggi sono molti e spesso complessi.
Incontro all’Hotel Centrale 22 giugno 2017
Dopo dibattiti e discussioni il 22 giugno 2017 all’Hotel Centrale di Piombino venne organizzato un vertice sulla situazione della strada statale 398. Vi parteciparono l’allora viceministro alle infrastrutture Riccardo Nencini, l’allora sottosegretario all’ambiente Silvia Velo, il sindaco di Piombino Massimo Giuliani e il responsabile Anas per la progettazione, l’ingegner Stefano Liani.
In quella sede venne presentato, nel dettaglio, un crono programma per la realizzazione del lotto da Montegemoli al Gagno: ”entro il 30 giugno 2018 fine della progettazione e predisposizione della gara di appalto, nei primi mesi del 2019 consegna dell’opera alla ditta vincitrice della gara, entro i primi mesi del 2021 conclusione dei lavori”.
Tempi non rapidissimi per terminare tre miseri chilometri di strada ma comunque le indicazioni vennero accolte con giudizi in gran parte positivi anche perché venne garantito un finanziamento, già pronto, di 50 milioni. La sintesi fu: “Che sia la volta buona!”
Da allora si segnala una Conferenza di servizi rapida e senza scossoni e finalmente, il 22 dicembre 2017, una seduta del Comitato interministeriale per la programmazione economica nella quale il progetto definitivo della 398 fu inserito all’ordine del giorno.
Riunione al Cipe 22 dicembre 2017
Attesa e decisiva la riunione del Cipe approvò, con prescrizioni, il progetto definitivo presentato dall’Anas. In verità non si riuscì a conoscere la natura e la portata dei rilievi che comunque vennero considerati superabili. Le riunioni dei Cipe non sono mai definitive nel senso che esse rimandano ad un successivo iter mai brevissimo.
Così chi ha voglia di seguire i vari passaggi può farlo anche nella pagina web del Cipe.
L’ultimo atto, quello finalmente conclusivo, riguarda la pubblicazione della delibera del Cipe in Gazzetta ufficiale.
È accaduto che, avuta comunque notizia del transito dell’atto attraverso alcuni ministeri competenti e nella sede della Corte dei Conti, non si è mai rilevata la pubblicazione nella Gazzetta. Cosa peraltro avvenuta per quasi tutte le altre delibere del Cipe adottate nella stessa seduta del 22 dicembre 2017.
Due dichiarazioni nel silenzio dei primi mesi del 2018
Nelle more sono rimaste senza risposta le richieste di chiarimenti e di puntualizzazioni. Pochissime e poco chiaro le esternazioni.
Si è dovuta annotare, per esempio, una recente dichiarazione del presidente della giunta regionale Toscana Enrico Rossi il quale ha invitato il nuovo governo “a sbloccare i 50 milioni di finanziamenti per la realizzazione della strada di collegamento tra il porto e la rete autostradale”.
Cosa risultata davvero strana a chi, avendo partecipato al meeting all’Hotel centrale, riteneva che i 50 milioni fossero già pronti da un anno per sostenere un progetto definitivo e finanziato che, come tale, era già stato approvato dal Cipe.
E, alla fine dello scorso mese di maggio in occasione della inaugurazione della fiera della Val di Cornia a Venturina, si è dovuto anche prendere atto di una dichiarazione del consigliere regionale Gianni Anselmi per il quale ci sarebbero stati ritardi per la mancanza di “un parere da richiedere al Consiglio superiore dei lavori pubblici”. Roba che comunque non avrebbe pregiudicato la realizzazione dell’opera.
La decisione della Corte dei conti
Quello della Conte dei conti, su sollecitazione dei ministeri interessati, è un passaggio consueto dopo una delibera del Cipe, adottata peraltro con rilievi.
Così i magistrati di controllo, prima in sede istruttoria e poi in via collegiale, hanno esaminato, indicando loro precisi rilievi, la delibera approvata dal Cipe in ordine al progetto della 398.
Nel proprio atto, adottato nell’adunanza del 18 aprile scorso (deposito in segreteria il 15 maggio), la Corte ha ripercorso la storia del lotto 7, integrato nel progetto autostradale della Cecina-Civitavecchia, ha rilevato come esso sia composto da due trance, la prima da Montegemoli al Gagno e la seconda dal Gagno al porto, ed ha in fine preso atto del passaggio di competenze riguardo all’infrastruttura, dalla Sat all’Anas.
La fase istruttoria dei controllori è stata caratterizzata da una serie di numerosi scambi (rilievi e risposte) che ha occupato i mesi da gennaio ad aprile.
La decisione in sede collegiale dà conto di questa attività istruttoria e ne trae le conseguenze.
Il rilievo principale, che di fatto ha condizionato il parere negativo della Corte dei Conti, riguarda proprio la mancanza del parere del Consiglio superiore dei lavori pubblici di cui, alla fiera di Venturina, ha parlato Anselmi, evidentemente edotto sulla questione. Secondo la Corte il parere della Consiglio superiore appare “obbligatorio” dovendo l’Anas attenersi, nella fattispecie, “alla disciplina previgente all’attuale Codice dei contratti”. Un fatto indicativo di una chiara divergenza di impostazione con l’Anas che ha scelto di riferirsi alla nuova normativa sui Contratti mentre, a giudizio della Corte, la disciplina, per il caso in oggetto, doveva essere quella determinata dal decreto legislativo numero 50 del 2016.
Da rilevare che da parte dell’Anas la disponibilità “quale ulteriore e integrativo approfondimento istruttorio, a sottoporre l’intervento alla valutazione tecnico-economica del Consiglio superiore dei lavori pubblici”.
Una disponibilità interpretabile come volontà di procedere comunque anche se non sfugge come tutto l’iter subisca, nella migliore delle ipotesi, evidenti e sicuramente notevoli ritardi.
Non pochi, nelle 22 pagine dell’atto della magistratura di controllo, i rilievi in ordine finanziario (tra gli altri quello relativo alla modifica, conseguente all’intervento sulla 398, nel piano economico finanziario e nel piano finanziario particolare dell’Anas, e anche quello della compilazione del quadro economico “redatto al netto e non al loro delle somme attribuibili a ribassa d’asta”).
Decisamente interessante, anche per gli sviluppi che potrà avere in futuro sul tratto Gagno-porto, è il passo dell’atto della Corte dei conti nel quale, riferendosi ad una memoria Anas del 18 aprile, si prende atto delle intenzioni dell’azienda di finanziare solo il tratto uno (Montegemoli-Gagno) del lotto autostradale 7 e non anche il resto fino al porto. Dal momento che il tratto Gagno-porto “non è stato ritenuto ascrivibile tra gli interventi di competenza dell’Anas in quanto interamente localizzato in area urbana e parte residuale di un’opera compensativa”.
Le conclusioni
Difficile azzardare qualsiasi previsione. Resta in campo un progetto definitivo dell’Anas: tre chilometri a quattro corsie con 3 viadotti per 470 metri totali, un cavalcavia e tre rotatorie. Resta una approvazione del Cipe che, con l’arrivo del nuovo governo non è più quello che ha dato il proprio ok al progetto. Resta la decisione della Corte dei conti a cui pare che l’Anas possa essere disposta ad adeguarsi con le conseguenze di riprendere un iter burocratico non certo velocissimo.
Dopo la dichiarazione di Rossi non si riesce a capire se ancora esista la disponibilità del finanziamento di 50 milioni.
Una grande incertezza regna sul soggetto che dovrà progettare e finanziare il tratto dal Gagno al porto, “interamente localizzato in area urbana”. La dizione fa pensare immediatamente al Comune di Piombino ma vedremo l’evolversi della situazione.
Insomma rimangono molte, troppe incognite per una strada della cui utilità non parlano solo le ultime file in ingresso e uscita da Piombino, ma anni di attese sistematicamente andate deluse.