La 398 in braghe di tela. La bretella è andata
PIOMBINO 1 settembre 2014 – Dalla Concordia (a Genova), al polo per la rottamazione del naviglio secondo il regolamento europeo (quasi a Genova), alla demolizione delle navi militari (quante e di quale stazza?), alle navi da crociera (a Civitavecchia e a Livorno), ai container e alle rinfuse (e il retroporto?). I progetti, vaghi ed indeterminati per un porto che si avvia a perdere anche una propria autonoma autorità di gestione, vengono “arricchiti” dall’ultima notizia: bocciata, al momento, l’autostrada tirrenica e quindi anche le bretelle comprese nel progetto Sat, prima tra tutte la 398. Ovvero l’asse di penetrazione assolutamente indispensabile per qualsiasi tipo di sviluppo dello scalo marittimo. La decisione era nell’aria già dalla presentazione del decreto “Sblocca Italia”. “Tranquilli: – aveva però rassicurato il 7 luglio scorso il viceministro Riccardo Nencini – nel provvedimento è previsto lo stanziamento di 270 milioni richiesti da Sat per completare l’opera”. Per la verità non è che fossero molti a esultare di fronte alla possibilità di aprire le casse pubbliche per la Concessionaria la quale avrebbe probabilmente messo subito mano ai non rilevanti lavori del lotto 2 (Cecina-Scarlino) imponendo, in breve tempo, un pedaggio salato su una strada oggi gratuita, percorsa da un consistente traffico pendolare e per di più resa assolutamente scorrevole dai diminuiti flussi veicolari. Non realizzare l’autostrada nelle condizioni di oggi significa però anche lasciar perdere la 398, ovvero qualcosa che non si può rinviare ancora. Ed invece ci troviamo nelle condizioni di sperare in qualche miracolo che non venga annunciato dai suoi proclami ma che poggi su basi solide e concrete. Una preoccupazione che muove da esperienze vissute ed assolutamente non campata in aria. Dal giorno in cui venne tagliato il nastro sulle quattro corsie fino a Montegemoli non è successo altro. Anzi è accaduto di tutto meno quel che doveva avvenire: chiacchiere, dibattiti, tesi, controtesi, annunci e proclami ma mai una macchina che spargesse asfalto. Doveva essere un regalo di Natale l’annuncio del sindaco Anselmi che, “con una corse folle”, alla vigilia delle feste di dicembre del 2012, dichiarò pronto il progetto, indicato come “esecutivo” dai giornali, per la 398. Un lotto da Montegemoli al Gagno finanziato con 50 milioni ed un mega intervento dal Gagno a Poggio batteria con viadotto di 440 metri per attraversare la fabbrica (quattrini quasi tutti da trovare). Sembrava la spallata necessaria per aprire la possibilità di un intervento da parte di Sat sempre poco convinta a farsi carico anche delle bretelle di diramazione dall’autostrada. Tanto è che alla fine quei 50 milioni sono entrati a far parte dell’accordo di programma conseguente al decreto che nell’aprile del 2013 ha riconosciuto Piombino come area di crisi industriale complessa. Dopo una serie di scadenze via via modificate nei vari provvedimenti, una lettura attenta indica nella data del 25 agosto 2013 il termine ultimo entro cui il Cipe avrebbe dovuto deliberare sul progetto di Sat relativo alla bretella ribattezzata come lotto 7 della futura A12 da Cecina Civitavecchia. Il Cipe nella vicenda della 398 assume spesso i panni di una sorta di refugium peccatorum, una sorta di enorme cassetto nel quale a turno i vari politici depositano i loro annunci. Un drappello di personaggi che riunisce il gotha locale e regionale di Pd e alleati vari: Rossi, D’Angelis, Velo, Anselmi quando era sindaco, Nencini ecc. ecc. Per la cronaca il 25 agosto 2013 sarà passato alla storia per la festa di compleanno di Enrico Rossi (55 candeline allora), non certo per l’avvenuta decisione del Cipe sui 50 milioni delle 398. Il bis esattamente otto mesi dopo, il 25 aprile 2014, quando è stato firmato il secondo accordo di programma per la “riqualificazione e la riconversione del polo industriale di Piombino”. La sola consultazione del documento induce a rispetto e comprensibile prudenza nella valutazione. In un florilegio di sigle e di firme trovi infatti riunita l’intera tribuna d’onore dello stadio della Patria: Presidenza del consiglio dei ministri, Ministero dello sviluppo economico, Ministero della difesa, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Agenzia del demanio, Regione Toscana, Provincia di Livorno. Comune di Piombino, Autorità portuale di Piombino, Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa.
Ovviamente la foto di rito, in quella circostanza, venne eseguita con un obbiettivo grandangolare spinto. Nei 18 articoli dell’atto la bretella fa la sua comparsa all’articolo 9. Anche qui una bella scadenza. Si legge infatti: “Il governo ed il ministero delle infrastrutture e dei trasporti sono impegnati ad indire la conferenza dei servizi approvativa del progetto definitivo dell’opera per l’inoltro al Cipe, entro il mese di luglio 2014, del progetto definitivo del tratto Svincolo di geodetica-Gagno”. Il mese di luglio 2014 è tranquillamente in archivio e non si racconta nulla che non sia prevedibile quando si ricorda che il Cipe non ha deliberato alcunché. Conviene sorvolare sul lotto, davvero impegnativo da realizzare, dal Gagno a Poggio Batteria. Abbiamo recentemente ascoltato un tecnico che si occupa della 398 da anni il quale ha tranquillamento confermato che “chi si è solo avvicinato alla progettazione del tratto è fuggito a gambe levate”. La difficoltà ha favorito sicuramente il disimpegno tanto che la Sat, nell’accordo di programma di aprile 2014, ha sottoscritto l’impegno, già peraltro previsto dal 2010, a redigere la sola progettazione. Nessuna indicazione certa sui finanziamenti se non il solito generico impegno “ad individuare risorse aggiuntive”. Con questa premessa storica si arriva alla bocciatura del decreto “Sblocca Italia”, accolto, almeno fino al momento in cui scriviamo con la tranquilla abitudine che caratterizza la politica estiva. Ovvero nessuna reazione. C’è invece in molti la speranza di un eventuale ripescaggio dell’autostrada in occasione dell’approvazione della prossima legge di stabilità, cioè del bilancio annuale dello Stato nel 2015. Possibile? Certamente sì anche se le magre risorse presenti nelle casse pubbliche sconsigliano eccessive speranze. Vero è che lo stesso Renzi, non fosse altro che per offrire una sponda agli esclusi, ha riferito che “nei prossimi dodici mesi, saranno sbloccate altre opere pubbliche”. Attenzione però alla condizione indicata al premier: “attraverso la revisione ed eventualmente la proroga di concessioni”. Più o meno quel che avviene in quelle società di calcio che, avendo poche disponibilità per gli acquisti, puntano sugli scambi e sui prestiti. Sarà dura, ad esempio, per la Sat, che chiede risorse per andare avanti, accettare un prolungamento della concessione (per quanti anni?) mentre i flussi di traffico precipitano. La situazione è tale che per Piombino si pone certamente la revisione di una strategia per realizzare la bretella per il porto. Si fa prepotentemente strada l’idea di abbandonare il vincolo, fortemente cercato fino ad un paio di anni fa, tra l’autostrada e la 398. L’assoluta necessità della bretella non fa certo il paio con la relativa urgenza di un’autostrada al posto dell’attuale Variante. L’una si deve realizzare, dell’altra si può fare a meno. Ne conseguono manovre di disimpegno e tentativi di favorire il divorzio tra le due strade. Per ora tentativi appena abbozzati ma che si prevede possano essere intensificati e caratterizzare il dibattito del prossimo futuro. Accanto alla separazione dei destini delle due infrastrutture, esiste la politica della ricerca dei rimedi. La prima toppa l’ha annunciata come una “piccola conquista”, Luciano Guerrieri che, sia alla festa dell’Unità a Piombino, sia a quella di Rifondazione a Riotorto, ha parlato della strada della Dalmine, una infrastruttura modesta che non serve tanto al collegamento con il porto quanto alle esigenze di un eventuale sviluppo della società. E tra i tentativi di prevedere qualcosa (che è meglio di niente) si cita anche la delibera numero 348 del 18 dicembre 2013 avente per oggetto: “Approvazione progetto preliminare dei lavori di realizzazione della nuova strada di ingresso al Porto di Piombino redatto dall’autorità portuale”. Si tratta di un progetto che oggi sconta una premessa essenziale originando dal Gagno dove si dà per scontato l’arrivo della strada a quattro corsie realizzata dalla Sat. In soldoni dalla strada realizzata dalla Concessionaria si prevedeva di giungere ad una rotonda nella zona ex Irfid e da qui costeggiando sulla sinistra la Cornia Vecchia di raggiungere le nuove banchine. La volontà era chiaramente quella di realizzare qualcosa di più celere da attuare della strada con il grande viadotto sulle fabbriche partendo dal Gagno. Questa struttura teoricamente è ancora oggi realizzabile ma come si può capire più che un rimedio appare qualcosa di scarsamente utile. In ogni caso si dovrebbe procedere ad una progettazione esecutiva e a tutto l’iter tecnico e burocratico per portare a conclusione. La delibera del Comune prevedeva un impegno di spesa di 12 milioni e 432mila euro a carico dell’Autorità portuale.