LA POSIZIONE DI ASA ILLUSTRATA DAL PRESIDENTE ANDREA GUERRINI

Boro, arsenico, recupero risorse e sempre aumenti

· Inserito in News dal territorio

PIOMBINO 24 mar­zo 2017 – Gio­va più che mai ram­men­tar­lo: in provin­cia di Livorno il servizio idri­co (acque­dot­to, depu­razione, fog­na­ture) è tra i più cari d’Italia. Ci bat­tono solo le province di Siena e Gros­se­to. Per il resto non abbi­amo rivali e voliamo alto che è una bellez­za. Tan­to per non dimen­ti­care, ricor­diamo che una famiglia media di tre per­sone con un con­sumo ann­uo di 192 metri cubi, deve sbor­sare da noi 628 euro men­tre a Iser­na, ovvero la provin­cia più vir­tu­osa d’Italia, la stes­sa famigli­o­la ne deve tirare fuori appe­na 117. E per chiarire, scen­den­do da nord a sud, vale la pena ram­mentare che a Milano, nelle stesse con­dizioni, si spendono 140 euro e nel pro­fon­do sud a Cosen­za il gestore si accon­tenta di 171 euro. I dati, mai smen­ti­ti e sbandierati in tutte le forme, sono sta­ti riu­ni­ti nell’annuale dossier di Cit­tad­i­nan­zat­ti­va, rib­a­di­ti in un’inchiesta di Con­f­con­suma­tori e non sono mai sta­ti spie­gati.
Eppure uno strac­cio di com­men­to dal gestore sarebbe sta­to utile per­ché non è facil­mente digeri­bile e soprat­tut­to non è affat­to gius­ti­fi­ca­ta una dif­feren­za di trat­ta­men­to non di qualche spic­ci­o­lo ma addirit­tura di 400 fino qua­si a 500 euro all’an­no.
Un rias­sun­to del­la situ­azione in cui ci tro­vi­amo è più che mai oppor­tuno per­ché pro­prio nei giorni scor­si nelle case sono giunte le nuove bol­lette, le prime in paga­men­to nel 2017. E, sic­come Asa non lesina mai sor­p­rese, ecco che alle pagine dei con­sueti con­teg­gi ne sono state aggiunte altre due, una let­te­ri­na ai “gen­tili uten­ti”. Il testo non è nuo­vo per­ché uno sim­i­le, sebbene un po’ più det­taglia­to, ave­va­mo avu­to occa­sione di leg­ger­lo anche con le bol­lette in arri­vo nell’autunno del 2014.
In buona sostan­za Asa, con le due paginette di oggi, ci chiede, come se già non bas­tasse, altri sol­di. E per­ché? La moti­vazione è nel pri­mo para­grafo del­la let­te­ri­na dove è, tra l’altro scrit­to: “l’importo è final­iz­za­to al recu­pero di alcune risorse eco­nomiche antic­i­pate da ASA nell’anno 2011 (in analo­gia a quan­to già effet­tua­to per il peri­o­do 2008–2010) e uti­liz­zate per la real­iz­zazione di opere sul­la rete idri­ca, per un val­ore pari a cir­ca 5,1 mil­ioni di Euro, non con­tabi­liz­zate nelle prece­den­ti tar­iffe, a causa dei lim­i­ti imposti dal­la nor­ma­ti­va sul­la deter­mi­nazione dei cor­rispet­tivi agli uten­ti del servizio idri­co”. Quali siano queste impo­nen­ti opere per 5,1 mil­ioni di euro nel­la mis­si­va non è scrit­to.

Una cosa strana per­ché, come già ricorda­to, nel 2014 gli uten­ti ebbero a rice­vere una let­tera in tut­to e per tut­to sim­i­le a quel­la giun­ta oggi e con la quale Asa ci chiese, anche allo­ra, un sur­plus di quat­tri­ni indi­can­do tut­tavia la real­iz­zazione di opere per 92 mil­ioni delle quali ci trasmise un elen­co in cinque pun­ti. Per la cronaca il pri­mo di essi indi­ca­va tra i lavori real­iz­za­ti “il più grande impianto al mon­do per il trat­ta­men­to del boro ed il sec­on­do in Europa per il trat­ta­men­to dell’arsenico, inves­ti­men­to 20 mil­ioni di euro”.
Ques­ta vol­ta, 2017, invece neanche la sod­dis­fazione di conoscere il det­taglio dei lavori per i quali si deve pagare.
For­tu­na che il 21 mar­zo scor­so ci è venu­ta in soc­cor­so Juna Goti, una bra­va cro­nista del Tir­reno che all’argomento ha ded­i­ca­to un’intera pag­i­na sen­ten­do tra gli altri il pres­i­dente di Asa, Andrea Guer­ri­ni. In un pas­so dell’articolo del­la Goti si può leg­gere: “Tra gli inves­ti­men­ti impor­tan­ti per il ter­ri­to­rio fat­ti da Asa in questi anni, il neo pres­i­dente cita ad esem­pio l’impianto per il trat­ta­men­to del boro e dell’arsenico, costa­to 22 mil­ioni”.
Boro ed arseni­co? Ma non ave­va­mo già paga­to tre anni fa per il mega impianto mon­di­ale e europeo? Quante volte si deve pagare per gli stes­si lavori che per­al­tro una vol­ta costano 20 mil­ioni e tre anni dopo 22?
Risposte ovvi­a­mente non rius­ci­amo a darcene ma tut­tavia andi­amo avan­ti sen­za scor­ag­gia­r­ci.
Nel­la let­tera giun­ta in questi giorni, Asa, con l’evidente inten­to di far chiarez­za, ci illu­mi­na con questo pas­so: “Il piano di recu­pero soprac­i­ta­to, delib­er­a­to con il Decre­to n. 40 del 30/06/2014 dall’Autorità Idri­ca Toscana (con­sulta­bile all’indirizzo http://www.asaspa.it/web/attachments/article/328/Decreto%20n.%2040_2014.pdf), è quin­di moti­va­to dal­la neces­sità di man­tenere i liv­el­li di qual­ità attual­mente rag­giun­ti e di com­pletare il piano di inves­ti­men­ti pre­vis­to per ele­vare anco­ra il gra­do di sicurez­za e gli stan­dard qual­i­ta­tivi del servizio”.
Ovvio che da mod­esti cro­nisti siamo andati a scari­care questo benedet­to decre­to n. 40 del 30 giug­no 2014 che tra l’altro – va det­to – è come il sale in cuci­na, utile per tutte le minestre. Pari, pari, a gius­ti­fi­cazione delle richi­es­ta di ulte­ri­ori quat­tri­ni era sta­to cita­to anche tre anni fa: allo­ra ed oggi, sem­pre lui.
Il nos­tro decre­to si com­pone di 32 pagine, 13 delle quali sono un alle­ga­to, in prat­i­ca le indi­cazioni di Asa che l’autorità idri­ca toscana ha fat­to pro­prie di fat­to autor­iz­zan­do il gestore a chiedere ulte­ri­ori esbor­si agli uten­ti.
Vi con­fes­si­amo che, per un comune cit­tadi­no, leg­gere il testo del decre­to è un incubo. Vera­mente dif­fi­cile capir­ci qual­cosa. E noi, con­fes­san­do la nos­tra igno­ran­za, tra “deter­mi­nazione del fat­tura­to 2011 sul­la base dei bol­let­toni”, “ammontare delle ret­ti­fiche extra ruo­lo”, “ret­ti­fiche con­nesse ad isti­tu­ti delle car­ta del servizio”, sigle e tabelle varie, ammet­ti­amo di aver capi­to nul­la. Ma ovvi­a­mente è per nos­tra inca­pac­ità. Ci provi pure chi vuole e con­sid­eri se mag­a­ri pos­sa esistere un modo per ren­dere più chiari i pas­sag­gi buro­crati­ci per ammin­is­trare un servizio essen­ziale come quel­lo che attiene all’acqua pota­bile.
Pos­si­amo comunque dire che nelle 32 pagine non abbi­amo trova­to un solo rifer­i­men­to ai lavori ese­gui­ti. Men­tre ci sorge il dub­bio che già nel 2014 fos­se chiaro che l’ulteriore balzel­lo che ci veni­va richiesto per il tri­en­nio 2008–2009-2010 non fos­se l’ultimo di ques­ta specie. È un dub­bio e non una certez­za per cui sono gra­di­ti even­tu­ali chiari­men­ti da chi ne sa molto più di noi.
Infine lo zuc­cheri­no, tale e quale a quel­lo già som­min­is­tra­to all’utenza nel 2014.
Asa infat­ti ci infor­ma che, per con­sen­tire il minore impat­to pos­si­bile sull’utenza, ha deciso di diluire anche quest’ultima parte del recu­pero in quat­tro bol­lette da pagar­si entro il 31 dicem­bre 2017. Addirit­tura per con­tribuire al paga­men­to delle fat­ture ai cit­ta­di­ni con i red­di­ti più bassi il gestore ha pre­vis­to un stanzi­a­men­to per oltre 200mila euro all’anno. Quin­di, alla fine, non ci res­ta addirit­tura che ringraziare.

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In relazione all’articolo che appare sopra, Andrea Guer­ri­ni, pres­i­dente del Con­siglio di ges­tione di ASA SpA,  ci ha fat­to per­venire la seguente repli­ca:

Il servizio idri­co inte­gra­to è un set­tore molto com­p­lesso, per­ché è stret­ta­mente rego­la­to e carat­ter­iz­za­to da ampie dif­feren­ze in ter­mi­ni ambi­en­tali, ter­ri­to­ri­ali e di disponi­bil­ità e qual­ità del­la risor­sa.
1) In Italia si è pas­sati nel 2012 da una sor­ta di autore­go­lazione a liv­el­lo locale a una più forte rego­lazione di matrice nazionale gesti­ta da AEEGSI che, se pur con alcu­ni lim­i­ti, garan­tisce una mag­giore tutela del consumatore/cliente. I mod­el­li tar­if­fari del servizio idri­co sono nec­es­sari­a­mente com­p­lessi, per dis­ci­pli­nare con effi­ca­cia il set­tore, e pre­sen­tano carat­ter­is­tiche a volte con­tro-intu­itive.
Il tema dei conguagli è una di queste.
Per­ché pagare una bol­let­ta più ele­va­ta quan­do a liv­el­lo di col­let­tiv­ità si con­suma meno acqua e per­ché pagare questo dif­feren­ziale con 2 o più anni di ritar­do?
Se la sec­on­da ques­tione è meno ril­e­vante per il cit­tadi­no, che si tro­va a pagare con dilazione una som­ma dovu­ta all’azienda (una dilazione di 6 anni nel caso del conguaglio di 5,1 mil­ioni di euro chiesto da ASA), la pri­ma ques­tione neces­si­ta di una spie­gazione, per­ché appar­ente­mente sem­bra con­trastare con i sis­te­mi di incen­ti­vazione al minor con­sumo di acqua.
La ragione di tale mod­el­lo tar­if­fario, appli­ca­to da AEEGSI (e non cer­to defini­to da ASA), risiede nel­la natu­ra preva­len­te­mente fis­sa dei costi dei gestori idri­ci. In sostan­za i costi dei “tubi”, degli “impianti”, e del per­son­ale non var­i­ano al diminuire dei volu­mi di acqua ero­gati: per tale moti­vo i sis­te­mi rego­la­tori dei pae­si europei (es. Inghilter­ra e Galles, Sco­zia, Dan­i­mar­ca, Italia) riconoscono i conguagli ai gestori, in caso di dimin­uzioni dei volu­mi di acqua ven­du­ta. Con tale meto­do il “ris­chio di una minore doman­da di acqua” è subito dal cit­tadi­no e non dal gestore: quin­di se l’intera col­let­tiv­ità con­suma meno acqua la stes­sa col­let­tiv­ità paga un cos­to mag­giore del­la bol­let­ta, a cop­er­tu­ra dei costi comunque sostenu­ti dal gestore, che, si ripete, sono in prevalen­za fis­si. Tale cri­te­rio non incen­ti­va i gestori a vendere più acqua, vis­to che han­no comunque un rica­vo garan­ti­to. Tut­tavia rischia di dis­in­cen­ti­vare i cit­ta­di­ni a con­sumarne meno, vis­to che quan­do sono con­tenu­ti, scat­tano i conguagli. Su ques­ta crit­ic­ità il meto­do tar­if­fario ovvia, cre­an­do i cosid­det­ti scaglioni, ovvero un sis­tema di prezzi che cresce pro­gres­si­va­mente per fasce di con­sumo, incen­ti­van­do il sin­go­lo utente al risparmio idri­co.
Chi­unque non con­di­vi­da tale meto­do dovrebbe agire diret­ta­mente su AEEGSI, e non su ASA, vis­to che la nos­tra azien­da è obbli­ga­ta ad appli­care quan­to defini­to dall’Autorità. Rib­adis­co che è tut­tavia dif­fi­cile trovare soluzioni alter­na­tive che abbiano la stes­sa effi­ca­cia rego­la­to­ria.

2) La sto­ria che l’acqua a Milano cos­to poco è fuor­viante. Lo dico da per­sona che ha pas­sato gli ulti­mi 10 anni del­la sua vita a fare com­para­zioni tra gestori (cosid­det­to bench­mark­ing). In prim­is non è l’acqua a costare poco, ma il servizio idri­co inte­gra­to, e quin­di fog­natu­ra e depu­razione. Ecco spie­ga­to per­ché a Milano l’acqua, e più in gen­erale il servizio idri­co, cos­ta meno.
a) Milano ha una grande den­sità abi­ta­ti­va, con molti uten­ti allac­ciati per chilometro di tubo e quin­di con gran­di economie;
b) la cit­tà ha per natu­ra un’acqua di grande qual­ità che richiede inter­ven­ti di trat­ta­men­to con­tenu­ti;
c) la Lom­bar­dia ha gravi caren­ze sul fronte del­la depu­razione, con­sideran­do che vi sono 127 agglomerati sot­to pro­ce­du­ra di infrazione UE per scarichi non a nor­ma.
La cit­tà di Livorno gode di un sis­tema di approvvi­gion­a­men­to cos­ti­tu­ito da fonti esterne al ter­ri­to­rio comu­nale, a oltre 45 km di dis­tan­za sit­u­ate nelle province di Pisa e di Luc­ca; nel ter­ri­to­rio servi­to vi sono spes­so zone con scarsa den­sità abi­ta­ti­va (Volter­ra­no, Randi­con­doli) e scarse disponi­bil­ità di acqua (Elba); la stes­sa risor­sa idri­ca ha per natu­ra una qual­ità non “alpina” (si pen­si alle zone delle colline met­al­lif­ere). Ciò richiede trat­ta­men­ti di pota­bi­liz­zazione sig­ni­fica­tivi (Boro e Arseni­co – Fer­ro e Man­ganese), con­dotte com­p­lesse (la sot­toma­ri­na dell’Elba), e costi di ener­gia elet­tri­ca sig­ni­fica­tivi (per­ché l’acqua è qua­si tut­ta soll­e­va­ta dai pozzi. Altrove è con­tenu­ta in invasi dai quali scen­den­do pro­duce ener­gia elet­tri­ca).
Per dare lo stes­so servizio del­la cit­tà di Milano, ASA dovrebbe quin­di fare uno sfor­zo enorme­mente più ele­va­to del gestore lom­bar­do e con costi mag­giori.
Sul fronte del­la depu­razione, poi, operan­do su oltre 100 km di cos­ta a vocazione tur­is­ti­ca, ASA fa il pro­prio meglio per con­seg­nare ai cit­ta­di­ni e ai tur­isti una cos­ta total­mente bal­ne­abile, copren­do con la rete fog­nar­ia e la depu­razione il 92% dei res­i­den­ti servi­ti, il dato più alto del­la Toscana (il ter­ri­to­rio di Arez­zo ha il 64%). Voglio poi sot­to­lin­eare che ASA, assieme ai comu­ni, ero­ga acqua di Alta Qual­ità medi­ante le fontanelle dif­fuse sul ter­ri­to­rio, e lo fa gra­tuita­mente, a dif­feren­za di molti gestori del Nord Italia. Se quin­di dai cal­coli di cit­tad­i­nan­za atti­va il cos­to per un con­sumo di 192 m3 di acqua è pari a 628 euro per una famiglia, la stes­sa famiglia è mes­sa nelle con­dizioni di risparmi­are cir­ca 300 euro non acqui­s­tan­do acqua min­erale in bot­tiglia ma pren­den­dola pres­so le fontanelle comu­nali”.

 

 

 

 

 

 

 

 

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