Cevital: l’Algeria dice no all’esportazione di capitali
PIOMBINO 23 luglio 2017 – Il governo algerino ha ufficialmente informato le autorità italiane sul diniego al gruppo Cevital di trasferire fondi all’estero. Lo ha rivelato, citando “fonti ben informate”, l’agenzia Alg24, di solito attendibile sulle informazioni di provenienza dai vertici dello stato nord africano.
La comunicazione algerina al governo italiano è nata in conseguenza della richiesta del governatore della Toscana Enrico Rossi che, nei giorni scorsi, aveva sollecitato l’esecutivo Gentiloni a esercitare pressioni sul governo algerino per sbloccare la situazione economica di Rebrab che, da tempo, vede congelate in patria le proprie consistenti risorse.
Gli algerini hanno motivato il rifiuto, secondo quanto riferisce Alg24, in forza, tra l’altro, di un decreto ministeriale del 2009 che, nel paese, regola appunto i trasferimenti di fondi all’estero.
L’ambasciatore Italiano ad Algeri, Pasquale Ferrara, che nei giorni scorsi aveva rilasciato una dichiarazione alla testata Agenzia Nova, ha dovuto prendere atto che la materia non è trattabile, ovvero che un governo straniero non può sollecitare gli algerini ad intraprendere azioni contrarie ad una loro legge.
La notizia, che è nuova per l’ufficialità che Alg24 garantisce, non stupisce più di tanto Stile libero Idee dalla Val di Cornia che ha evidenziato da tempo, e in molti articoli, le difficoltà del gruppo Cevital non solo a esportare capitali ma anche a svolgere la propria attività in un contesto di forti contrasti con il governo in carica. Dall’incredibile vicenda del fallito acquisto del gruppo mediatico El Khabar, al tentativo di mitigare il monopolio di Cevital nel settore della raffinazione dello zucchero, ai contrasti in campo siderurgico, alle difficoltà ad avviare il progetto del centro turistico in Cabilia, ai dinieghi in corso per l’espansione del porto di Bejaia, mai, come di questi tempi, il maggiore industriale algerino si è trovato a far fronte a così rilevanti difficoltà per realizzare investimenti in patria e soprattutto all’estero.
Nel dispaccio di Alg24 si cita in modo esplicito il “rilancio delle acciaierie Aferpi (ex Lucchini) in Toscana, bloccato proprio per l’impossibilità di Rebrab a trasferire fondi dall’Algeria”.
Di fronte a una conferma circa l’ufficialità della comunicazione alle autorità italiane si aprono scenari, se possibile ancora più incerti, per i programmi Cevital su Piombino. Un così netto diniego pone infatti Rebrab in un condizione difficile sia nella trattativa con eventuali finanziatori e sia nella ricerca di eventuali partner.
Un’avvisaglia si è già avuta nei giorni scorsi quando alcuni giornali algerini (in testa l’agenzia E‑bourse) hanno approfondito una notizia rilanciata dopo una prima comunicazione, anche su giornali italiani, nella primavera scorsa. Il gruppo Liberty House, con sede in Inghilterra, sarebbe interessato all’acquisto di Aferpi però alle proprie condizioni. Ovvero incamerando la maggioranza delle azioni e relegando, al massimo, gli algerini in una posizione minoritaria. Cosa che il berbero Rebrab difficilmente accetterà trattandosi di una vera e propria liquidazione di Cevital dal progetto Piombino.
Le ripercussioni per il blocco delle esportazioni di capitali non stanno condizionando solo i piani di Rebrab in Toscana. Più o meno nella stessa condizione di Piombino si trovano, per esempio, i brasiliani dello stato del Parà i cui amministratori, oggi assai delusi, hanno accolto l’arrivo di Cevital nel 2015 con lo stesso entusiasmo a suo tempo osservato in Val di Cornia.
Viva l’Algerie!