Congresso o resa dei conti? È battaglia nel Pd
PIOMBINO 29 settembre 2017 — Che brutta immagine viene fuori! Il Pd di Piombino, della Val di Cornia e dell’Elba non pare stia preparando un congresso (è in programma nel periodo tra il 12 e il 22 ottobre) ma una sorta di resa di conti tra due schieramenti che più che allo stesso partito sembra appartengano a formazioni avversarie, ferocemente ostili. Gli scontri, infatti, sono quotidiani e così netti da ripercuotersi sulla possibilità di una qualsiasi conciliazione a cose fatte.
Al riguardo è emblematica l’ultima vicenda delle oltre 300 nuove iscrizioni che al momento sono state bocciate da una risicata maggioranza in seno alla commissione di garanzia sulla regolarità del congresso.
Partiamo col dire che oggi i possibili, regolari votanti nel congresso della federazione piombinese sono poco più di 3000. Di essi un migliaio ha sottoscritto la tessera solo nel 2017 e di questo migliaio poco più di 300 si sono aggiunti agli elenchi nell’imminenza del 25 settembre scorso, termine ultimo perché i nuovi arrivati potessero votare in congresso. In sé la cosa non presenta profili di rilievo regolamentare ma indubbiamente fa storcere il naso sul piano del buon senso e anche della politica. Si aggiunga che gran parte degli ultimi tesserati hanno presentato la domanda di iscrizione non sui tradizionali moduli dispensati dai singoli circoli pidiessini ma su carte giunte dagli organismi regionali del partito. Ovviamente, anche in questo caso, non c’è neppure un vizio di forma e la cosa non ha niente di irregolare. Di fatto però siamo fuori della prassi e delle abitudini e la cosa di certo non ha agevolato la distensione tra antagonisti. E si deve dire che ha anche innescato una lacerante polemica, questa volta non trascurabile, su chi ha introdotto i nuovi tesserati all’interno dei singoli circoli. Va da sé che di solito è il segretario che prende nota e firma le tessere dei nuovi arrivati. Da che mondo è mondo non è stata tuttavia rifiutata nessuna sottoscrizione di soggetti presentati al segretario da comuni iscritti al circolo. Quando, però, il clima diventa teso, la normalità non fa più testo e le regole si applicano con rigore teutonico. Quindi i nuovi devono passare per il segretario o per un suo delegato. E non basta una bonaria licenza orale del capo perché un qualsiasi iscritto possa agire pur nella buona direzione di far proseliti.
Ce l’avevano la delega dei segretari di circolo quei soggetti che si sono presentati con un pacchetto di nuove tessere a meno di un mese dall’inizio del nuovo congresso?
La risposta – ed è forse questa la cosa più brutta – pare oggettivamente non passare per una verità oggettiva ma per la meno nobile valutazione delle possibili conseguenze per gli schieramenti. Così una parte ha riferito di deleghe orali e l’altra, alla bisogna, di non avere invece concesso nessun incarico. Della serie la mia parola contro la tua. Superfluo riferire che i segretari di circolo sono per lo più schierati su un versante e i proponenti di nuovi iscritti dall’altro.
Del caso – ripetiamo qualcosa di più di 300 tessere last-minute – si è dovuta occupare la commissione territoriale per la regolarità del congresso, un organismo che, riguardo alle tessere, ha il compito di verificare la regolarità degli iscritti per la partecipazione e la votazione in congresso. Con le parole del regolamento approvato dalla Direzione regionale del Pd deve certificare le anagrafi degli iscritti e ovviamente cancellare le iscrizioni non regolari. Salvo ovviamente eventuali ricorsi su cui si pronuncia la Commissione Regionale di Garanzia.
I giornali locali hanno riportato la notizia di “trecento tessere cancellate” indicando i nuovi tesserati come tendenzialmente orientati verso la schieramento che vede Massimiliano Roventini, candidato alla segreteria della federazione, e Gianni Anselmi aspirante alla guida dell’Unione comunale. Di fatto pare plausibile che una decisione finale al riguardo sia ancora da prendere nel caso che i ricorsi, come è probabile, siano stati presentati. È vero del resto che quattro dei sette componenti della commissione di garanzia (Luciano Guerrieri, Vito Bartalesi, Bruna Geri e Cosetta Pellegrini) si sono dichiarati contrari all’accettazione delle nuove tessere, e tre (Angelo Pagliaro, Michela Corsini e Kety Pini) hanno invece dato il loro ok.
A questo punto c’è da domandarsi: è casuale che i quattro favorevoli alle cancellazione delle nuove tessere siano tutti più o meno vicini allo schieramento che presenta Carla Maestrini per la guida della federazione e Ettore Rosalba per l’unione comunale e che invece i contrari siano orientati verso il duo Roventini-Anselmi?
E pensare che una volta nonno Pci predicava: “I panni sporchi si lavano in casa”.