A Campiglia l’housing sociale è già fallito

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pervenuta in redazione

CAMPIGLIA 4 luglio 2016 — Se si pre­tende di anal­iz­zare il fenom­e­no dell’emergenza abi­ta­ti­va, non si può fare a meno di ril­e­vare che questo non riguar­da solo ed uni­ca­mente col­oro che si trovano attual­mente sen­za una fis­sa dimo­ra o sot­to provved­i­men­to di sfrat­to esec­u­ti­vo. Il prob­le­ma del­la “casa” si riflette su numerosi altri ambiti e gen­era riper­cus­sioni su intere fasce del­la nos­tra soci­età. Tra le “cat­e­gorie” più inves­tite da questo prob­le­ma ci sono sen­za dub­bio i gio­vani. Un dato che in realtà rende solo parzial­mente con­to di quel­la che viene ormai chia­ma­ta “emer­gen­za abi­ta­ti­va” e che riguar­da un numero cres­cente di famiglie sfrat­tate e rimaste sen­za allog­gio a segui­to del­la perdi­ta di lavoro dovu­ta alla grave crisi siderur­gi­ca in Val di Cor­nia.
Nel mez­zo sof­fo­ca il gri­do di chi, dopo il lavoro, sta per perdere anche il tet­to in quel­la che è diven­ta­ta la Valle degli ossi­mori, con numeri da record per sfrat­ti e appar­ta­men­ti sfit­ti. Per anni si è par­la­to, di “dirit­to alla casa”. Si è cer­ca­to cioè di far pas­sare il mes­sag­gio che l’emergenza abi­ta­ti­va è frut­to del­la man­can­za di allog­gi. Gli enti locali si sono quin­di fat­ti cari­co, in nome di una fan­tomat­i­ca vocazione sociale, di real­iz­zare allog­gi a bas­so cos­to, le cosid­dette “case popo­lari”, da asseg­nare poi in affit­to a quelle famiglie che risul­tassero poi più in dif­fi­coltà sul­la base di grad­u­a­to­rie sti­late dagli stes­si enti locali sul­la base di alcu­ni para­metri quali il numero di con­cor­ren­ti al nucleo famil­iare, la salute di questi, il red­di­to, ecc.
Inoltre ogni Comune si è dota­to di allog­gi di emer­gen­za, per far fronte a situ­azioni da affrontare tem­pes­ti­va­mente, al di fuori delle grad­u­a­to­rie di asseg­nazione delle case popo­lari.
L’am­min­is­trazione del Comune di Campiglia Marit­ti­ma, davan­ti a numerosi casi di emer­gen­za abi­ta­ti­va ha pen­sato bene di portare avan­ti due politiche, a nos­tro modo di vedere molto dan­nose: la pro­gres­si­va ven­di­ta di allog­gi popo­lari agli inquili­ni a prezzi agevolati, toglien­do così la pos­si­biltà a per­sone in dif­fi­coltà di accedere in futuro a tale servizio e soprat­tut­to riducen­do il numero totale degli allog­gi a dis­po­sizione; per quan­to riguar­da invece gli allog­gi di emer­gen­za, in un momen­to di crisi, di emer­gen­za abi­ta­ti­va, ha deciso di met­tere in ven­di­ta 9 allog­gi tem­po­ranei, al fine di acquistare sul libero mer­ca­to un com­p­lesso immo­bil­iare res­i­den­ziale da des­tinare all’“housing sociale”. Questo proces­so di com­praven­di­ta richiede tem­po e denaro e andrebbe por­ta­to avan­ti in un peri­o­do pos­i­ti­vo del ciclo eco­nom­i­co, non in un momen­to di crisi, infat­ti adesso ci tro­vi­amo 9 allog­gi tem­po­ranei in ven­di­ta, 9 poten­ziali famiglie sen­za un’abitazione di appog­gio, un ban­do ritenu­to dal per­son­ale ammin­is­tra­ti­vo inag­giu­di­ca­bile. Vi ripor­ti­amo di segui­to tes­tu­ali parole del ver­bale del­la com­mis­sione, del giorno 8 giug­no, che si occu­pa del­l’ag­giu­di­cazione del ban­do: “A parere del­la Com­mis­sione l’offerta eco­nom­i­ca è ritenu­ta non con­grua per ecces­so di val­ore e per­tan­to la gara non può essere aggiu­di­ca­ta. Altresì gio­va ricor­dare che il finanzi­a­men­to del­la spe­sa di acquis­to dell’immobile di coabitazione è con­dizion­a­to alla pre­ven­ti­va alien­azione degli immo­bili comu­nali, la cui sti­ma com­p­lessi­va del val­ore è ampia­mente al di sot­to di quan­to indi­ca­to nell’offerta eco­nom­i­ca di gara.
La com­mis­sione invia alla Giun­ta comu­nale il pre­sente ver­bale per la pre­sa d’atto. La sedu­ta si scioglie alle ore 13.50 del medes­i­mo giorno.”
Questo è un fal­li­men­to che ave­va­mo già annun­ci­a­to un anno fa, in occa­sione del­la dis­cus­sione del­la delib­era che avrebbe dato il via ad una polit­i­ca decisa­mente sbagli­a­ta e anti­s­tor­i­ca.
Chi gov­er­na questo Comune dovrebbe pren­der­si la pro­pria respon­s­abil­ità e offrire risposte politiche, per­ché avere un tet­to sopra la tes­ta è un dirit­to di tut­ti e non un priv­i­le­gio su cui spec­u­lare. Un’am­min­is­trazione lungimi­rante avrebbe des­ti­na­to una parte delle risorse in con­to cap­i­tale per la ritrut­turazione di tut­ti gli allog­gi di emer­gen­za, coin­vol­gen­do nei lavori le ditte edili locali.

I con­siglieri M5S Campiglia
Daniele Fioret­ti
Chesi Cristi­na

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