A Campiglia multe per chi rovista nei cassonetti

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pervenuta in redazione

CAMPIGLIA MARITTIMA 21 agos­to 2018 — “È solo attra­ver­so l’educazione e la con­di­vi­sione dei val­ori che si pos­sono risol­vere i prob­le­mi legati ai com­por­ta­men­ti sin­goli o di grup­po” lo affer­ma Rossana Sof­frit­ti, sin­da­ca di Campiglia Marit­ti­ma dove da poco sono scat­tate le norme che preve­dono multe per chi rovista nei cas­sonet­ti, ma non c’è nes­suna con­trad­dizione, infat­ti, come spie­ga Sof­frit­ti, la pos­si­bil­ità di com­minare le multe è una facoltà che non va dis­giun­ta da prog­et­ti di edu­cazione ambi­en­tale e di tutela del­la salute a par­tire dal­la scuo­la. Con­cetti rib­a­di­ti anche dalle asses­sore Fer­roni e Tic­ciati (nel­la foto in alto a sin­is­tra, ndr).
La delib­era di giun­ta approva­ta lo scor­so 9 luglio entra nel­lo speci­fi­co di quan­to sta­bil­i­to con l’ordinanza sin­da­cale che intro­duce le fig­ure degli ispet­tori ambi­en­tali come coa­d­i­u­van­ti nell’attività di vig­i­lan­za e infor­mazione riguar­do al cor­ret­to smal­ti­men­to e con­fer­i­men­to dei rifiu­ti e degli altri atti ammin­is­tra­tivi pre­dis­posti in mate­ria, sta­bilen­do sanzioni speci­fiche per chi non fa una cor­ret­ta dif­feren­zi­azione dei rifiu­ti, chi li abban­dona e chi li asporta dai cas­sonet­ti. “Questo ulti­mo aspet­to – affer­ma la sin­da­ca — che va a col­lo­car­si in un quadro più ampio, meri­ta di essere appro­fon­di­to per non prestar­si a inter­pre­tazioni fuor­vianti che rischi­ano di lan­cia­re un mes­sag­gio diame­tral­mente oppos­to allo spir­i­to del­la delib­era”.
Le ragioni che han­no por­ta­to la giun­ta ad adottare provved­i­men­ti in tal sen­so si rias­sumono sostanzial­mente in tre pun­ti. In prim­is rovistare nei cas­sonet­ti è un com­por­ta­men­to dan­noso per la salute pub­bli­ca ed in pri­mo luo­go per quel­la di chi vi si intro­duce; sec­on­do, le piaz­zole dove sono sit­uati i cas­sonet­ti ven­gono las­ci­ate ricop­erte di rifiu­ti spar­si, cre­an­do un dan­no ambi­en­tale, aggra­van­do le con­dizioni igien­i­co san­i­tarie del ter­ri­to­rio e peg­gio­ran­do sen­si­bil­mente il liv­el­lo di deco­ro urbano. Infine, che fine fan­no gli ogget­ti prel­e­vati? Non van­no, come sarebbe lecito pen­sare, a sod­dis­fare un bisog­no pri­mario di chi li rac­coglie; gli ogget­ti ven­gono stoc­cati e poi riven­du­ti per pochi spic­ci­oli, ali­men­tan­do un mer­ca­to ille­gale che rischia di far incap­pare chi assume cer­ti atteggia­men­ti in illeciti ben più gravi di quel­li puni­ti con sanzioni ammin­is­tra­tive.
“Lo scopo del provved­i­men­to – affer­ma l’assessora alle finanze e tar­iffe Vio­la Fer­roni- non è quin­di quel­lo di accanir­si con­tro chi già evi­den­te­mente ves­sato da un sis­tema che ogni giorno si fa sem­pre più aspro e dif­fi­dente, ma di far capire che una buona e profi­cua inte­grazione, dove lo scam­bio è arric­chi­men­to per tutte le cul­ture che han­no la for­tu­na di incon­trar­si, pas­sa anche da una conoscen­za delle regole dei luoghi in cui, stanzial­mente o tem­po­ranea­mente, vivi­amo”.
“La misura – aggiunge l’assessora alle politiche sociali Alber­ta Tic­ciati- per­al­tro pre­sente in qua­si la total­ità dei Comu­ni ha lo scopo di tute­lare la salute dei cit­ta­di­ni e riguar­da tut­ti. Le mis­ure di con­trol­lo e coerci­tive sono state pen­sate per provare ad arrestare l’abbandono sel­vag­gio dei rifiu­ti, il con­fer­i­men­to scor­ret­to degli stes­si e la man­can­za di rispet­to di sé stes­si, del prossi­mo e del­la comu­nità intera e non cer­to per penal­iz­zare o accanir­si su chi già vive un dis­a­gio eco­nom­i­co e/o sociale e che può fruire dell’articolata rete socio-san­i­taria che il nos­tro ter­ri­to­rio mette a dis­po­sizione”.
Da sot­to­lin­eare che la delib­era è sta­ta pre­ce­du­ta da un con­fron­to con le asso­ci­azioni che si occu­pano di accoglien­za e ges­tione sul ter­ri­to­rio, le quali han­no con­di­vi­so con l’amministrazione la neces­sità di affi­an­care ad una polit­i­ca di spie­gazione e conoscen­za mis­ure deter­ren­ti come appun­to la pre­vi­sione di sanzioni.

Uffi­cio stam­pa Comune di Campiglia

Una risposta a “A Campiglia multe per chi rovista nei cassonetti”

  1. Graziano Matteo says:

    Da anni l’am­min­is­trazione di Campiglia Marit­ti­ma si bat­te con­tro i “furbet­ti dei rifiu­ti”: risul­ta­to, gli abban­doni aumen­tano e aumen­tano i mezzi e uomi­ni per il con­trol­lo.
    L’am­min­is­trazione sem­bra accon­tentare quan­ti chiedono sem­pre più sicurez­za con il col­lauda­to sis­tema del­l’au­men­to delle sanzioni per i colpevoli (quan­do ven­gono indi­vid­uati) e più tele­camere, foto trap­pole, vig­i­lan­ti eco­logi­ci…:
    da ulti­mo la “dis­per­a­ta” delib­era di Giun­ta che indi­vid­ua nuove fat­tispecie e aumen­ta le sanzioni (già di 600 euro). Anche aumen­tan­do gli Ispet­tori Ambi­en­tali (li vedremo all’­opera !?) ben dif­fi­cil­mente potran­no essere pre­sen­ti nel momen­to del con­fer­i­men­to erra­to nei cas­sonet­ti o indi­vid­uare quan­ti smaltiscono nei cas­sonet­ti i rifiu­ti prove­ni­en­ti al di fuori del ter­ri­to­rio comu­nale. Cer­to sarà più facile “sor­pren­dere” quan­ti rovis­tano nei cas­sonet­ti con­sid­er­ar­to che per far­lo occorre un las­so di tem­po mag­giore e ripetu­to in modo seri­ale, ma per con­tropar­ti­ta il reo dif­fi­cil­mente avrà risorse per pagare la sanzione.
    Se l’am­min­is­trazione vuole aiutare quan­ti per indi­gen­za sono costret­ti a rovistare nei cas­sonet­ti li fac­cia con­tattare dagli addet­ti all’as­sis­ten­za sociale e con loro provare a trovare alter­na­tive al recu­pero non autor­iz­za­to di rifiu­ti, mag­a­ri coin­vol­gen­doli nel vig­i­lare e rip­ulire quegli abban­doni di rifiu­ti che oggi ven­gono recu­perati e poi pagati a Sei Toscana.
    Resto in atte­sa di parte­ci­pare alle inizia­tive promesse dal­l’am­min­is­trazione per coin­vol­gere la popo­lazione al cor­ret­to smal­ti­men­tio dei rifiu­ti.

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