A Campiglia un bilancio senza idee e progetti
I cittadini non hanno partecipato alle assemblee sul bilancio e al Consiglio Comunale, ma se lo avessero fatto si sarebbero sentiti dire che lo Stato taglia i trasferimenti al Comune e che il Comune fa grandi sacrifici per garantire asili, refezione scolastica, assistenza sociale, aiuti per gli affitti, ecc.
La realtà è che i sacrifici non li fa il Comune, ma i cittadini. Nel bilancio approvato i numeri parlano chiaro. Nel 2012 lo Stato ha ridotto di 872.000 euro i trasferimenti, ma la nostra amministrazione non ha esitato a recuperarli, con gli interessi. Sotto la pressione delle critiche (Campiglia era il Comune con l’IMU al massimo sulla prima casa), ha ridotto l’aliquota dal 6 al 5 per mille con una riduzione delle entrate da 4 a 3,8 milioni (-7%). Nello stesso tempo, però, ha incrementato l’addizionale IRPEF che passa da 570.000 a 1.200.000 euro (+ 110%) e la tassa di soggiorno che passa da 50.000 a 120.000 euro (+140%). Nell’insieme le imposte comunali passano da 5 a 5,5 milioni con un incremento dell’11%. Ma gli incrementi non si fermano qui. In base a nuove disposizioni governative, il Comune riscuoterà una nuova imposta, la TARES, che andrà a sostituire la TIA oggi riscossa direttamente da ASIU. Sarà una tassa più alta: per Campiglia la cifra stimata è di 1,9 milioni.
Sommando tutte le tasse che pagheranno cittadini e imprese, nel 2013 il Comune avrà entrate tributarie per un totale di 8,1 milioni contro i 5,9 del 2012, con un incremento di circa il 37%. Ecco come la nostra amministrazione ha compensato i tagli dello Stato.
Aumentando le entrate aumentano anche le spese. Non quelle per fare opere o investimenti che calano da 3,2 a 2,5 milioni (di fatto il Comune rinuncia a fare le opere promesse in questa legislatura, dal recupero degli ex macelli, alla strada delle Lavoriere, fino alla costruzione delle nuove scuole elementari in sostituzione delle Marconi). Ad aumentare è la spesa corrente che passa da 8,8 a 11,4 milioni (+29%). Non sono incrementi dovuti ai servizi sociali, che calano di 88.000 euro, o per l’istruzione che cala di 14.000 euro. Non aumenta neppure la spesa per l’agricoltura che passa da un ridicolo 20.000 euro a 5.000 euro. Dopo aver propagandato che le entrate della tassa di soggiorno sarebbero state destinate al turismo, la spesa per questo settore passa da 13.500 a 8.000 euro. Una vergogna che denota mancanza d’idee e di progetti per questi settori.
Non vi è nessuna disponibilità a discutere della ristrutturazione del debito (279.000 euro fino al 2023) contratto dal Comune per riacquistare gli immobili della fiera che aveva già contribuito a costruire, mentre calano di 60.000 euro i canoni che la SEFI versa al Comune per la farmacia.
Il nostro giudizio è sempre lo stesso. E’ il bilancio di un Comune che fa pagare ai cittadini i costi del proprio immobilismo e di una burocrazia che costa e produce sempre meno servizi e utilità sociali.
Comune dei cittadini