A chi giova la Concordia?
PIOMBINO 6 giugno 2014 — Alla luce degli ultimi eventi di cronaca ci troviamo costretti a tornare per l’ennesima volta sulla vicenda Concordia. Cerchiamo di fare un’analisi fredda e lucida, priva di risvolti ideologici e avendo come unico riferimento il bene di Piombino. A chi giova il portare la Concordia nel nostro porto? Ad ora accogliere il relitto, non solo è inutile dal punto di vista occupazionale, ma addirittura può avere risvolti negativi per lo sviluppo portuale. Troppi i lati oscuri e i rischi correlati ad un’attività per la quale, ad oggi, non esistono né strutture adatte all’accoglienza, né tantomeno si conosce quale soggetto imprenditoriale si aggiudicherà l’appalto e con quali metodi e tecnologie intenda procedere. Partiamo dal presupposto che il primo interesse da tutelare sia quello di chi fino ad ora ha subito il vero danno da questa vicenda, ovvero i cittadini gigliesi. Troppo tempo ormai è trascorso dal naufragio e l’isola del Giglio ha il sacrosanto diritto di vedersi togliere dalle proprie coste il relitto della nave. Proviamo ad ipotizzare di portare la Concordia nel porto di Piombino per l’inizio dell’autunno. Per allora l’adeguamento dei fondali sarà terminato? Una volta accolto il relitto nel nostro porto non si torna più indietro. Quanto tempo occorrerà per assegnare l’appalto della demolizione? Quanto tempo occorrerà per bonificare il relitto? Quanto tempo occorrerà per demolire una nave di 290 m di lunghezza e di 114.000 ton di stazza? Partiamo dal presupposto che il nuovo porto è un’infrastruttura vuota. Quali servizi e quali attività saranno la struttura portante del nuovo porto ancora deve essere programmato ed occupare moli e banchine per i prossimi anni con un’attività che porterà 200 posti di lavoro circa, di cui almeno il 70% manodopera specializzata (quindi non reperibile sul territorio), ci pare un scelta suicida. Nessun programma di formazione per la manodopera locale ad ora è stato avviato, nessuna garanzia di reintegro dei lavoratori Lucchini in cassa integrazione, anche perché sarebbe impossibile farlo senza conoscere il soggetto appaltatore, solamente la certezza di vincolare aree portuali con strutture che non hanno nessuna utilità in prospettiva. Ora è il momento di definire cosa sarà del nuovo porto, è il momento di individuare come questa nuova infrastruttura possa portare lavoro stabile per i piombinesi e per il loro futuro. Capire quali sono gli scenari, i mercati in via di sviluppo e sui quali investire, come coordinarsi con il nuovo assetto dell’autorità portuale accorpata e soprattutto come collegare la nuova infrastruttura con la rete dei trasporti, senza dover sottostare al ricatto di un’opera depressiva per il territorio come l’autostrada Tirrenica. Questo deve essere il compito della pubblica amministrazione: scegliere e programmare lo sviluppo del territorio, e non inseguire provvedimenti a spot dettati dall’emergenza. Come potete vedere i nostri NO non sono dettati da un’insana voglia di contrastare tutto e tutti, né dettati da istinti populisti, bensì frutto di analisi lucide, eseguite in funzione di un faro guida: il benessere della nostra città. A chi giova la Concordia? A voi la risposta, ma di sicuro non a Piombino.
MOVIMENTO 5 STELLE PIOMBINO