A Piombino non deve spengersi la musica
PIOMBINO 2 maggio 2019 — La comunicazione del Comune a vari esercizi commerciali del centro degli avvenuti esposti di alcuni cittadini per la musica è sicuramente un atto dovuto e niente si può dire agli uffici che hanno fatto il loro dovere. Due considerazioni però sono d’obbligo. Piombino deve e vuole cambiare perché si è rotto un equilibrio sociale, economico e politico incentrato sulla centralità della fabbrica. Questo non vuol dire che l’industria non c’è più o non ci sarà, ma che accanto ad essa dovranno crescere altre economie con maggiore forza. Tra queste senz’altro ed in primis il turismo. Una città senza musica non è una città turistica. Non basta da sola, ma serve anch’essa ad offrire al turista momenti di divertimento e spensieratezza, quello che si vuole quando si è in vacanza. Questo implica che anche noi cittadini dobbiamo giocoforza cambiare approccio. Se dobbiamo diventare sempre più una città turistica, dobbiamo abituarci a perdere un po’ di sovranità sulla città stessa, che diventa anche di altri, di coloro che dobbiamo saper e voler accogliere sapendo che da questo ne trarremmo ricchezza ed occupazione per noi e per i nostri figli. La seconda considerazione, che è indirettamente dipendente dalla vicenda degli esposti, riguarda il piano di zonizzazione acustica, cioè lo strumento che regola tutta la materia della musica dal vivo nei bar, ristoranti, ecc. Esiste un ordine del giorno, peraltro presentato dal Pd e votato da quasi tutte le forze politiche di maggioranza ed opposizione, compreso la mia, cioè Spirito Libero, che impegnava il sindaco a rivedere tale piano dando anche indicazioni precise sulle modifiche da fare. È rimasto lettera morta. Chiunque diventerà sindaco dovrà riprenderlo perché il piano attuale è figlio di una impostazione di chiusura non più accettabile per una città che vuol cambiare, trovando naturalmente un nuovo equilibrio tra cittadini e turisti.