A Piombino troppi porti turistici per essere veri

· Inserito in Teoria e pratica
Luigi Faggiani

PIOMBINO 14 mag­gio 2014 — Pochi giorni fa un quo­tid­i­ano locale ha pub­bli­ca­to la notizia che nel 2015 par­ti­ran­no i lavori per la real­iz­zazione di un por­to nel­la Chiusa del­la Cor­nia Vec­chia. Il prog­et­to inter­es­sa 200.000 m² di spec­chio acqueo e 230.000 m² di super­fi­cie a ter­ra. Sono pre­visti 837 posti bar­ca tra cui 57 per la pesca pro­fes­sion­ale. Inoltre si prevede 4.000 m² di super­fi­cie com­mer­ciale e direzionale, 1600 m² per box e servizi e 20.000 m² di capan­noni inser­i­ti su una super­fi­cie di 80.000 m² di area pro­dut­ti­va. Si legge anche che il cos­to com­p­lessi­vo dell’opera si aggi­ra sug­li 80milioni di euro, una parte dei quali a cari­co dell’Autorità Por­tuale per real­iz­zare accosti alla flot­ta pescherec­cia.
Nes­suno avrà dimen­ti­ca­to il por­to sot­to Pog­gio Bat­te­ria, un’opera per altri 800 posti bar­ca col­lo­ca­to nel­la parte oppos­ta del grande por­to di Piom­bi­no e dalle carat­ter­is­tiche di con­sumo del suo­lo o di cemen­to in mare sim­ili al pri­mo. Anche quest’ opera è data come pronta per essere appal­ta­ta. In più c’è la richi­es­ta da parte del­la soci­età CPC di un adegua­men­to del baci­no lun­go il fos­so delle Terre rosse per aggiun­gere 250 posti bar­ca. Sem­br­erebbe tut­to molto buono per­ché le inizia­tive impren­di­to­ri­ali quan­do sono sostenute da pro­gram­mi e prog­et­ti real­iz­z­abili non fan­no che del bene a tut­to il ter­ri­to­rio. Quel­lo che las­cia mar­gi­ni di dub­bio è cos­ti­tu­ito pri­ma di tut­to dai costi di queste opere che sem­bra­no fuori mer­ca­to con­sideran­do anche l’andamento dell’economia del mare e del­la nau­ti­ca e poi dagli aspet­ti ambi­en­tali che appaiono davvero crit­i­ci. Vedi­amo di ori­entar­ci. Accan­to, anzi attac­ca­to alla Chiusa, si sta costru­en­do un molo di 1200 metri capace di accogliere per lo smal­ti­men­to ora del­la Con­cor­dia poi delle navi mil­i­tari, così ameno dicono in Comune e in Regione. Nel­la parte ret­rostante il por­to del­la Chiusa ( pad­ule ) dovrà essere col­lo­ca­ta la nuo­va area a cal­do delle acciaierie. Quel­la zona è stra­col­ma di rifiu­ti indus­tri­ali e la sua bonifi­ca non solo richiederà molti denari ma soprat­tut­to non sarà pos­si­bile far­la in tut­ta fret­ta data la del­i­catez­za dell’area. Chi poi conosce la con­sis­ten­za del ter­reno è nat­u­ral­mente con­sapev­ole delle spese enor­mi da sostenere per con­sol­i­dar­lo. Per­tan­to spese enor­mi per real­iz­zare un por­to da aman­ti del­la nau­ti­ca di liv­el­lo che si tro­ver­an­no fac­cia vista con lo smal­ti­men­to di navi di ogni genere. Una cosi­na poco eco­log­i­ca e per nul­la com­pat­i­bile ambi­en­tal­mente. Sot­to Pog­gio Bat­te­ria poi si dovrà affrontare un fon­dale mari­no di cir­ca 11–13 metri su cui erigere una diga.
Ulti­ma con­sid­er­azione da fare è quel­la con­cer­nente le infra­strut­ture nec­es­sarie. La real­iz­zazione del­la 398 fino al Gag­no anco­ra in alto mare e quel­la fino a Pog­gio Bat­te­ria del tut­to improb­a­bile, ma sen­za via­bil­ità ogni prog­et­to è un sog­no.
L’unica pre­vi­sione che potrebbe par­tire a breve è il più real­is­ti­co prog­et­to CPC che può con­tare su una stra­da di acces­so, su un impeg­no finanziario del tut­to abbor­d­abile e su una impren­di­to­ria più accor­ta.
Anco­ra una vol­ta emerge la dif­feren­za abissale tra le enun­ci­azioni e la prat­i­ca, ma purtrop­po è diven­ta­ta un luo­go comune.

(Foto di Pino Bertel­li)

 

 

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