A Suvereto una svolta che deve far riflettere

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Alessandro Camerini

SUVERETO 8 giug­no 2014 — Ad una pri­ma osser­vazione i risul­tati delle elezioni europee ed ammin­is­tra­tive di Suvere­to mostra­no ten­den­ze che si ritrovano negli altri Comu­ni del Val di Cor­nia; alle europee una forte affer­mazione del PD (57%, con incre­men­to di 10 pun­ti rispet­to al 2009), con una polar­iz­zazione dei risul­tati che vede , dall’altra parte, il Movi­men­to 5 Stelle assumere il ruo­lo di antag­o­nista
che era sta­to del Cen­trode­stra. I motivi pos­sono ricon­dur­si all’effetto Ren­zi, che ha ben­e­fi­ci­a­to anche di prob­a­bili ritorni di grilli­ni inti­mori­ti dai toni trop­po duri del­la cam­pagna elet­torale del comi­co.
Alle ammin­is­tra­tive si ritro­va un calo, qui più accen­tu­a­to, del­la lista PD, domi­nus del­la polit­i­ca locale, con una for­bice più accen­tu­a­ta tra europee e ammin­is­tra­tive, e con la sostanziale dif­feren­za che a Suvere­to la lista Suvere­to Pro­tag­o­nista, sostenu­ta dal PD, con il sup­por­to più esteti­co che sostanziale di altri due par­ti­ti, ha per­so dopo decen­ni di gov­er­no suo e dei suoi pre­de­ces­sori.
Ha vin­to, con qua­si il 60% dei con­sen­si , Giu­liano Par­o­di con la lista civi­ca ‘pura’ di Assem­blea Popo­lare Suvere­to, emanazione del Comi­ta­to che si era oppos­to alla fusione tra Suvere­to e Campiglia, movi­men­to che por­ta­va in dotazione un for­tis­si­mo con­sen­so popo­lare. Da non sot­to­va­l­utare che Par­o­di ha vin­to con una ril­e­vante affluen­za alle urne: l’80%, cir­ca 10 pun­ti base sopra la media degli altri Comu­ni.
Il dif­fu­so mal­con­tento rispet­to al gov­er­no locale del PD a Suvere­to ha fat­to super­are il lim­ite ‘di resisten­za’ rispet­to a com­por­ta­men­ti di voto inerziali, rin­un­ci­atari o con­formisti che por­tano alle ricon­ferme elet­torali; su questo ha influito sen­za dub­bio la serie di scelte sbagli­ate fat­te negli ulti­mi anni dall’amministrazione: il silen­zio su boro e arseni­co nell’acqua, il prog­et­to di una cen­trale a bio­masse in prossim­ità del paese e in mez­zo a vigneti pre­giatis­si­mi, infine la pro­pos­ta di fusione con Campiglia, decisa nelle seg­reterie e cala­ta sui cit­ta­di­ni sen­za alcu­na infor­mazione né con­sul­tazione pre­ven­tive, boc­cia­ta in modo inequiv­o­ca­bile (82% di NO). Su tut­ti questi temi Par­o­di, capogrup­po di mino­ran­za, ha fat­to infor­mazione ed una oppo­sizione tenace, in con­sigli comu­nali che era­no divenu­ti luoghi di rat­i­fi­ca più che di dibat­ti­to.
Inotre il par­ti­to di mag­gio­ran­za, sia nel­la vicen­da ref­er­en­daria che nelle recen­ti elezioni locali, si è mostra­to inca­pace di una cam­pagna elet­torale effi­cace; forse per­ché non abit­u­a­to, in un con­testo dove la vit­to­ria è sta­ta data sem­pre per scon­ta­ta o, come si dice, ‘a pre­scindere’; si è lim­i­ta­to a ricor­rere alla pre­sen­za di big del­la polit­i­ca (onorevoli, gov­er­na­tori e … forse, min­istri) non ren­den­dosi con­to che questo ne cer­ti­fi­ca­va ulte­ri­or­mente la lon­tanan­za dai cit­ta­di­ni e la dipen­den­za da appa­rati remoti dal­la comu­nità.
Al di là di anal­isi quan­ti­ta­tive e dei flus­si dei voti, è forse nec­es­sario riflet­tere sui mes­sag­gi che la polit­i­ca non ha saputo inter­cettare, un rumore di fon­do , da tem­po inascolta­to, che ha fini­to per sovrastare la musi­ca.
Qualche mese fa, com­men­tan­do il voto ref­er­en­dario, scrive­vo:
… una parte­ci­pazione mas­si­va e com­pat­ta di cit­ta­di­ni ha por­ta­to ad un risul­ta­to di net­to con­trasto con quan­to l’apparato politi­co ave­va deciso, anche fuori dalle deleghe rice­vute ( con il sosteg­no di gov­er­na­tori, ammin­is­trazioni, onorevoli) . E’ emer­so il sen­so del­la cit­tad­i­nan­za, svin­co­la­ta dalle logiche di man­sue­ta apparte­nen­za polit­i­ca ed ha pre­so cor­po l’indignazione, sostenu­ta da una sper­an­za mai venu­ta meno; la vicen­da di Suvere­to ha sot­to­lin­eato la inadeguatez­za del­la attuale idea di polit­i­ca e la neces­sità di ritrovarne l’etica per­du­ta e, in prospet­ti­va, edu­care e for­mare una nuo­va classe diri­gente.
Ques­ta è la lezione che il popo­lo di Suvere­to, che qual­cuno ha sbriga­ti­va­mente liq­uida­to come cam­panilista spin­gi­tore di bot­ti, ha dato alla polit­i­ca locale, da tem­po avvi­a­ta ver­so una deri­va oli­garchi­ca ed autoref­eren­ziale che l’ha pro­gres­si­va­mente allon­tana­ta dai cit­ta­di­ni. Tan­to da perdere la capac­ità (e l’interesse?) di cap­tarne gli umori, le neces­sità e le volon­tà, e quin­di a perdere il suo ruo­lo di rap­p­re­sen­tan­za.
Riten­go attuali queste con­sid­er­azioni, con l’aggiunta che oggi non c’è più tem­po per riman­dare la ricer­ca di mod­el­li di democrazia parte­ci­pa­ti­va , che inte­gri­no o sos­ti­tu­is­cano un sis­tema demo­c­ra­ti­co rap­p­re­sen­ta­ti­vo che ha mostra­to i suoi lim­i­ti, dovu­ti anche ad una involuzione del­la cul­tura polit­i­ca; mi sia con­sen­ti­to di citare il moni­to di Croce, già cita­to da Bob­bio nell’’Elogio del­la Mitez­za’, che invi­ta a con­trap­porre alla polit­i­ca “…la forza non polit­i­ca con cui la buona polit­i­ca deve sem­pre fare i con­ti”.
Cinque anni fa tutte le Ammin­is­trazioni del Val di Cor­nia furono elette aven­do nel loro pro­gram­ma l’Unione dei Comu­ni, mai real­iz­za­ta nonos­tante avessero tutte la stes­sa matrice polit­i­ca; oggi a Suvere­to, uni­co Comune con una ammin­is­trazione ‘diver­sa’, sia la mag­gio­ran­za che la mino­ran­za han­no tra le pri­or­ità dei loro pro­gram­mi l’Unione dei Comu­ni. L’impegno di tutte le nuove ammin­is­trazioni nell’attuazione, subito, di una vera polit­i­ca sovra­co­mu­nale per la col­lab­o­razione e la val­oriz­zazione delle speci­ficità di cias­cun Comune, nell’interesse uni­co dei cit­ta­di­ni, sarebbe davvero un buon nuo­vo inizio.

 

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