Acciai al piombo? Sono scelte dell’azienda
PIOMBINO 23 marzo 2019 — Ogni notizia che riguarda Aferpi, come è normale che sia, diventa nel nostro territorio argomento di pubblico dibattito e di discussione, spesso aspra.
Tali sono le aspettative riposte nella nuova proprietà indiana, che l’opinione pubblica non può fare a meno di commentare ogni scelta strategica del gruppo indiano.
Ultima, in ordine cronologico, quella di testare la laminazione di acciai automatici, per inserire questa produzione nel pacchetto prodotti del TMP. Si tratta di operazioni che richiedono accorgimenti particolari per essere svolte in sicurezza, sia per i lavoratori che per l’ambiente.
Come prevedibile le perplessità non sono tardate ad arrivare e, purtroppo, con esse anche coloro che non hanno perso la ghiotta occasione per cavalcarle a fini politici.
La campagna elettorale per le amministrative incombe e l’argomento ben si presta, ovviamente.
Proviamo però ad uscire da questa logica e fare una serie di considerazioni.
Chi si candida a guidare una città come Piombino dovrebbe ben sapere che non è nelle prerogative di un sindaco decidere o interferire nelle strategie di una azienda privata in particolar modo quando, constatazione oggettiva, della disciplina se ne conosce davvero poco.
Decidere cosa produrre e come non spetta né ad un sindaco, né al sindacato: questo principio è vero non solamente per Aferpi ma per qualunque azienda
Prerogativa di un sindaco, o aspirante tale, è la tutela della salute pubblica (termini di cui ultimamente una parte si è appropriata non si sa bene quanto in buona fede).
Prerogativa di un sindaco, o aspirante tale, è pretendere che qualunque produzione o attività industriale venga svolta seguendo tutte le procedure e le prescrizioni che enti pubblici preposti alla vigilanza, come ARPAT e ASL, decidono di imporre.
Sta all’azienda poi la valutazione finale sulla sostenibilità economica di un qualunque tipo di produzione, acciai al piombo compresi, al netto dei costi necessari al rispetto di prescrizioni e pratiche operative di sicurezza.
JSW non è qui per buttare soldi.
Tutto questo dovrebbe essere chiaro a chiunque, in particolar modo ad un sindaco, o aspirante tale.
Si rileva invece un inquietante abdicazione preventiva del proprio ruolo di controllo e di tutela, come già avvenuto per la questione RIMateria. Una implicità dichiarazione di inadeguatezza a gestire situazioni complesse, come il caso degli acciai automatici, nei confronti delle imprese private.
Con una buona dose di umiltà, un aspirante sindaco dovrebbe chiedere spiegazioni a chi questa materia la conosce, le organizzazioni sindacali che rappresentano i lavoratori in primis: si è invece preferito non incontrarle e cavalcare i timori della gente, rischiando di avvelenare ulteriormente il dibattito, per un semplice calcolo elettorale. Veramente un paradosso, per chi si erge a paladino dei comitati.
Un paradosso in perfetta coerenza con quella che è la linea nazionale della destra di governo.
Circolo delle Fabbriche PD