Acciaio a Piombino, passano giorni, mesi e anni
PIOMBINO 20 aprile 2018 — Eravamo in mezzo ad una strada quando arrivò una telefonata con la quale ci rassicuravano che dai contratti di solidarietà saremmo passati alla cassa integrazione straordinaria. Ci dissero che tutto sarebbe stato totalmente uguale nvece non avevamo più la tredicesima a dicembre. Successivamente ci dissero che a maggio, al momento della consegna del modello 730, non sarebbe cambiato niente. Noi dicevamo tutto il contrario e oggi i fatti ci danno ragione. Ci sono lavoratori che dovranno pagare contributi aggiuntivi perchè l’Inps non ha tolto la tassa regionale e comunale.
Ci accusavano di populismo per fare qualche tessera sindacale invece avevamo ragione, adesso possiamo solo lavorare per rateizzare il conto da pagare.
Passano giorni, mesi e anni ma nella vicenda Aferpi siamo sempre al punto di partenza.
Tutti hanno lavorato per mandare via Rebrab che teneva, secondo tanti (ma non USB ) in ostaggio la città. Ora vediamo uno stallo molto pericoloso.
Da fonti del Sole 24 Ore si legge che l’antitrust sta verificando la quantità di quote di acciaio prodotte da Mittal e sembrerebbe, sempre da fonti Sole 24 Ore, che la stessa debba lasciare alcune fabbriche. Se ciò avvenisse si aprirebbero per Jindal altre possibilità europee molto più appetibili di Piombino. Si vocifera che potrebbe prendere la Magona e un sito in Romania che ha già due altoforni e tre o quattro laminatoi già attivi.
Quindi, tornando al punto di partenza, la preoccupazione, per noi di USB, è che dopo l’abbandono di Rebrab non ci siano altre occasioni concrete di colare acciaio a Piombino.
Andrea Marianelli, USB Piombino