Masterplan Aferpi e variante meritano una discussione aperta

Accondiscendenza dannosa, critiche opportune

Leonardo Mezzacapo

PIOMBINO 3 novem­bre 2016 — Il momen­to attuale è dei più del­i­cati ed anche dei più con­fusi. Servirebbe una comu­nione almeno di meto­do, priv­i­le­gian­do il con­fron­to sui con­tenu­ti, ed invece spes­so preval­go­no le ragioni del­la pro­pa­gan­da dal­la quale invece sarebbe bene fare un pas­so indi­etro. Ed è un atteggia­men­to che tut­ti dovreb­bero adottare.
Cer­to che  una qualche ragione col­oro che denun­ciano un com­por­ta­men­to insp­ie­ga­bil­mente accondis­cen­dente del­l’at­tuale mag­gio­ran­za con­sil­iare e dei sin­da­cati con­fed­er­ali nei con­fron­ti di Afer­pi e delle sue deci­sioni ce l’han­no.
La retor­i­ca del “non diamo ali­bi” non con­vince, è brut­ta nel mer­i­to e nel meto­do, crea spac­catu­ra tra sogget­ti che potreb­bero muover­si sul­la stes­sa lunghez­za d’on­da e con grande effi­ca­cia fare pres­sione ed essere di sti­mo­lo per gli alti liv­el­li del­la polit­i­ca.
Per­sonal­mente riten­go che ogni crit­i­ca al Mas­ter­plan Afer­pi sia accetta­bile pur restando nel­l’am­bito del prog­et­to indus­tri­ale com­p­lessi­vo  le  cui dram­matiche dif­fi­coltà per­al­tro sono sot­to gli occhi di tut­ti, gen­er­a­no scon­for­to e non las­ciano ben sper­are. Ma qui è la polit­i­ca che deve, facen­dosi parte atti­va come gli com­pete, porre fine all’at­tuale stil­li­cidio di notizie e com­por­ta­men­ti o obbli­gan­do Rebrab a ono­rare gli impeg­ni, se ne ha le capac­ità, oppure dicen­do alla cit­tad­i­nan­za le cose con asso­lu­ta ver­ità. Pen­sare a piani alter­na­tivi, in gra­do di resti­tuire alla cit­tad­i­nan­za ed al mon­do del lavoro quegli oriz­zon­ti e quelle sper­anze non più vis­i­bili ed uscire da questo angos­ciante immo­bil­is­mo, sarà forse il pas­so suc­ces­si­vo, ma ora il prog­et­to va perse­gui­to in tut­ta la sua com­pletez­za e sen­za ulte­ri­ori scon­ti. Nel mer­i­to del Mas­ter­plan Afer­pi, criti­care l’ipotet­i­ca appro­pri­azione del Quaglio­dro­mo non è solo legit­ti­mo ma anche doveroso, così come legit­ti­mo e doveroso è non con­di­videre il sec­on­do trat­to del per­cor­so del­la SS398, un’ ipote­si che è la peg­giore di tutte le altre soluzioni pre­viste ed anal­iz­zate in tem­pi prece­den­ti. Riguar­do alla ”ques­tione Quaglio­dro­mo” ho già det­to che tec­ni­ca­mente esistono non una ma almeno due soluzioni alter­na­tive e forse per Afer­pi anche meno impor­tan­ti finanziari­a­mente, men­tre riguar­do alla SS398 nutro for­ti dub­bi, a pre­scindere dalle prob­lem­atiche dei quartieri Cotone e Pogget­to, che con la soluzione pro­pos­ta si eviti­no intasa­men­ti e bloc­chi del­la via­bil­ità cit­tad­i­na. Riten­go che non sia per­cor­ri­bile l’idea prog­et­tuale di arrivare al por­to tramite la via Por­tovec­chio a meno di un impor­tante allarga­men­to del­la stes­sa, in man­can­za del quale il pun­to di intasa­men­to si sposterebbe dal­la roton­da di Col­ma­ta o dal­la Fiorenti­na alla stes­sa zona di via Portovecchio/via Pisa, con imme­di­a­to bloc­co del por­to e del traf­fi­co cit­tadi­no. Per­sonal­mente pre­sen­terò delle osser­vazioni al Mas­ter­plan Afer­pi adot­ta­to dal­la giun­ta comu­nale riguar­do ai due pun­ti sopra ripor­tati augu­ran­do­mi di fornire un con­trib­u­to nel comune inter­esse.

(Foto di Pino Bertel­li)

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