A ISERNA 117 EURO ALL'ANNO, A MILANO 140, A COSENZA 171, A Livorno 628

Acqua, in Toscana le bollette più care d’Italia

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PIOMBINO 4 aprile 2015 - La notizia purtrop­po è una con­fer­ma: l’acqua pota­bile, ovvero il servizio idri­co (acque­dot­to, depu­razione e fog­na­ture) in Toscana è il più caro d’Italia. E non di pochi euro. I dati che ha reso noti Cit­tad­i­nan­zat­ti­va nel suo con­sue­to report annuale (il rifer­i­men­to è al 2015) sono più che elo­quen­ti. A Iser­nia, la provin­cia più vir­tu­osa d’Italia, una famiglia di tre per­sone con una con­sumo ann­uo di 192 metri cubi, paga 117 euro Iva com­pre­sa. Se si sale dal Molise a Milano, ric­ca cit­tà indus­tri­ale del nord, la spe­sa, per la stes­sa famiglia, sale a 140 euro. Nel pro­fon­do sud, a Cosen­za, si arri­va a 171 euro.
E nel­la nos­tra nobile Regione, tito­lare del­lo sbandier­a­to mar­chio “Mod­el­lo Toscana”, sinon­i­mo di sedi­cente effi­cien­za di ogni cam­po?
Tenete­vi forte. La nos­tra famigli­o­la di tre per­sone deve sbor­sare, per i soli­ti 192 metri cubi, qual­cosa come 590 euro, ovvero 473 euro più che i molisani di Iser­nia, 450 più che a Milano, 419 più che a Cosen­za. Non bas­ta. I 590 euro per la Toscana non sono che la media regionale. Sì per­ché a Gros­se­to e Siena i costi sal­go­no a 663 euro, record asso­lu­to per tut­ta la Peniso­la. E non stan­no trop­po meglio i livor­ne­si che con 628 euro di spe­sa annua si piaz­zano al ter­zo pos­to nel­la clas­si­fi­ca nazionale di demer­i­to.

Costo Acqua Toscana 2015

Come sia pos­si­bile una situ­azione del genere, che sfio­ra l’assurdo, non è spie­ga­bile e tan­tomeno non è spie­ga­ta. Gen­eral­mente si fa rifer­i­men­to a con­dizioni diverse nelle ges­tioni dei tar­if­fari da gestore a gestore. Oppure si indi­cano faraoni­ci inves­ti­men­ti che avreb­bero avu­to luo­go in Toscana e evi­den­te­mente assai meno in altre zone. Un assun­to tut­to da dimostrare se non altro per­ché non risul­ta­ta che i miglio­ra­men­ti strut­turali abbiano avu­to come con­seguen­za un anal­o­go miglio­ra­men­to nel­la qual­ità dei servizi.
Vero è che res­ta molto alto l’indicatore che si riferisce alla quan­tità di acqua che esce dal­la rete durante la dis­tribuzione. In Toscana si arri­va ad una media del 35 per cen­to di dis­per­sione con punte del 56 per cen­to a Gros­se­to. E dove la dis­per­sione è assai con­tenu­ta (Siena con il 16 per cen­to) le tar­iffe sono le più alte tra tut­ti i gestori ital­iani. Situ­azioni di dif­fi­cile let­tura ma di con­seguen­ze facil­mente preved­i­bili, ovvero stan­gate assurde sui con­tribuen­ti.
Un andaz­zo che tra l’altro non las­cia intravedere futuri tran­quil­li. Nonos­tante la Regione abbia la tar­iffe più alte, i gestori con­tin­u­ano nel­la loro polit­i­ca di aumen­ti. Rispet­to al 2014, lo scor­so anno ha vis­to la cresci­ta dei balzel­li del 18 per cen­to a Siena e Gros­se­to, del 13,8 a Livorno, del 15,9 a Pisa ed addirit­tura del 22,8 per cen­to a Mas­sa, una provin­cia che perde la metà dell’acqua dis­tribui­ta lun­go una rete colabro­do. A Livorno, per restare in casa nos­tra, dal 2007 al 2015 in otto anni, i costi del servizio idri­co sono cresciu­ti del 79,9 per cen­to, una media costante del 10 per cen­to in più ogni anno. L’u­ni­ca certez­za nel­l’in­certez­za delle cause di così ele­vate dif­feren­ze nei costi di un  bene pri­mario.

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