Acque molto agitate in porto, a Piombino
PIOMBINO 20 maggio 2019 – Le acque nel porto di Piombino si fanno sempre più agitate e soprattutto aumenta giorno dopo giorno la confusione che vi si è depositata da tempo. Stile libero Idee dalla Val di Cornia ne ha parlato anche recentemente (cfr Curiosità e misteri del protocollo con Onorato) e da allora la situazione è ulteriormente peggiorata.
Vincenzo Onorato, Presidente del Gruppo Moby, socio di Ars Altmann in Manta Logistics (Moby Ars New Terminal Auto Logistics), ha tuonato due giorni fa contro l’Autorità di SistemaPortuale del Mar Tirreno Settentrionale accusata di boicottare l’istanza per il rilascio della concessione in porto per un terminal auto, presentata da diversi mesi, istanza diventata “ormai un fantasma invisibile a palazzo Rosciano (Palazzo Rosciano è un edificio di Livorno sede dell’Autorità portuale, ndr)”.
Onorato si è spinto fino a minacciare l’intervento della magistratura: “Nel caso l’Autorità Portuale frapponesse pretestuosi ritardi procedurali, diventerà ancor più legittimo pensare che questa istituzione, che dovrebbe essere al servizio del lavoro e quindi dell’occupazione, sia nella realtà vassalla di ben altri particolari interessi, che dovranno essere oggetto di ulteriori indagini da parte della magistratura”.
Tutto chiaro?
Non è affatto così perché se ci si interroga su quali siano le aree su cui è stata presentata l’istanza per la concessione demaniale non solo non si riesce a capire quali esse siano (ufficialmente si scrive soltanto di un’area di almeno 50mila metri quadrati destinata a diventare di 300mila metri quadrati nella zona Nord del porto di Piombino), ma emerge di nuovo una frase pronunciata a margine della firma:“ripristino dello status di banchina pubblica dell’accosto principale di Piombino”. Una frase dalla quale pare di capire che la banchina di cui si parla è la cosiddetta banchina est, l’unica che ha un pescaggio di 20 metri di profondità, già assegnata a Piombino Industrie Marittime (PIM) per la realizzazione di un impianto industriale per l’attività di demolizione e riciclaggio navi, attività di refitting navale e costruzione di mezzi navali.
Pressoché contemporaneamente all’esternazione di Onorato LA GAZZETTA MARITTIMA, organo certo autorevole, fa sapere che “Piombino Industrie Marittime (PIM), impegnata ormai da due anni per realizzare nelle aree del porto nuovo di Piombino il centro di costruzioni navali, demolizioni e refittying. … proprio due giorni fa ha ricevuto dall’Autorità di sistema il nulla osta per poter procedere ad alcune delle prime realizzazioni: il capannone numero uno, alcune vasche per i trattamenti e il primo tratto di linea elettrica (per quella fuori dal porto di circa 1 chilometro sono in corso trattative con i titolari delle aree)”.
Questo dopo che il 3 maggio 2019 Valerio Mulas, capo del progetto Piombino di PIM aveva detto al Tirreno:«Siamo pronti abbiamo tutte le autorizzazioni, di tipo edilizio, ambientale, abbiamo già selezionato le ditte, per lo più locali, per le opere civili, e di ingegneria. Se siamo delusi? No perché siamo sempre più convinti di questo progetto. Certo abbiamo tutte le carte in regola, da mesi chiediamo che si chiuda questa fase, che necessita solo di una firma quando tutte le procedure sono state espletate, e che si possa iniziare a lavorare… Ci hanno assicurato che questa settimana sarà quella buona, possiamo solo aspettare».
In sostanza pare di capire che in realtà ci sia una contesa, chiamiamola così, per l’utilizzazione di banchine almeno in parte già assegnate, con gli enti pubblici che, non da oggi, fanno dichiarazioni smentite poi dai fatti (non si può non ricordare le storie della Concordia e delle navi militari da demolire che non aspettavano altro che di venire a Piombino e ovviamente non sono mai venute o il polo per la demolizione navi che doveva essere l’unico in Italia ma mai realizzato) e, invece di svolgere un ruolo di programmazione, firmano protocolli d’intesa una volta con uno una volta con un altro senza sciogliere le contraddizioni.
Intanto, riferisce sempre LA GAZZETTA MARITTIMA, il gruppo Genova Industrie Navali, holding di cui fa parte San Giorgio del Porto, socio di Neri in PIM, si è indirizzata in Adriatico, a San Giorgio di Nogaro nel cantiere Cimar (Mariotti e Cimolai), per le unità da costruire con maggiori urgenze, in particolare navi da crociera di taglia media.
E, a conferma, Ship2Shore scrive che “da Mariotti fanno sapere che saranno costruite in Adriatico due navi da crociera di lusso per la Seaborn. Il carico di lavoro cresce e ci sono tempi che non possono attendere. In quanto alla distribuzione del carico di lavoro, se i tempi di Piombino saranno compatibili potrebbe toccare proprio alla location PIM il traghetto per le ferrovie, gemello dell’unità già battezzata “Messina” e destinato al canale di Messina. In caso di ulteriori ritardi anche il traghetto finirebbe in Adriatico”.
Difficile che sia la magistratura a sciogliere simili problemi se non lo fanno politica e istituzioni pubbliche.
(Foto di Pino Bertelli)
Quanto lavoro utile all’economia della zona avrebbe avuto da fare la politica ed in particolare il Comune, se ne avesse avuto intenzione e capacità.