Addio a Coraldo Cavicchi: edilizia e uomo pubblico
PIOMBINO 6 giugno 2018 — La morte di Coraldo Cavicchi ha suscitato una vasta commozione in tutta la zona. Personaggio assai conosciuto nel mondo dell’imprenditoria, in particolare quella edile, dello sport per aver riportato il calcio a Venturina e sostenuto lo sviluppo di altre attività sportive, nella cultura per aver incoraggiato la ricerca storica sulla zona e pubblicato diversi libri.
Lo vogliamo ricordare in alcuni momenti che hanno segnato profondamente il divenire economico, culturale e sociale della Val di Cornia. Non è mai stato consigliere comunale anche se ha seguito con interesse l’ attività dello stesso. Non riservò buona accoglienza al Piano Regolatore del 1964 giudicato un “doppione, per tanti aspetti, di quello di Piombino” liquidandolo con un significativo “Ne parlerò con Aldo” cioè Aldo Montomoli, sindaco di Campiglia Marittima.
Seguì, invece, con grande partecipazione il Piano degli anni Settanta che anticipò i Piani coordinati della Val di Cornia, gli unici ad avere avuto un esito positivo nell’intera Toscana. Fu presente alla Conferenza sulla economia della vallata che si tenne a Piombino nel marzo 1968 e alla prima conferenza economica della Val di Cornia che si tenne a Piombino nel 1975.
Cavicchi ne volle parlare anche all’interno del Consiglio direttivo del Comitato Cittadino, organizzatore della Fiera, proprio per allargare ad un maggiore numero di persone, la conoscenza di proposte e di progetti che avrebbero influito sul futuro della zona e sullo sviluppo di Venturina, previsto nell’area dell’ex campo di aviazione, vero e proprio ostacolo alla ordinata crescita urbana della cittadina.
Uguale per il Centro comunitario scolastico con l’intervento diretto degli architetti Daniela Parducci e Giorgio Benucci.
Cavicchi riusciva a guardare “oltre” non solo per attuare, nella edilizia della sua impresa, progetti considerati, in quell’ epoca, “avveniristici” ma per l’incitamento e l’incoraggiamento a perseguire il nuovo. In questo senso va vista la sua proposta al Comitato Cittadino per la partecipazione, assai contestata al proprio interno e, poi, superata, al concorso “Un’idea per il futuro di Venturina” indetta dall’allora Partito comunista italiano.
In quella proposta si vedeva bene quali fossero le sue idee “futuriste” per la cittadina. Peccato che tutto sia rimasto nei cassetti e, forse, addirittura andato perduto.
Rimangono impressi nella nostra memoria i suoi discorsi all’apertura delle diciotto fiere che lo videro presidente.
Sono autentiche relazioni sullo stato dell’economia della Val di Cornia, pronunciate da un imprenditore che si era fatto da solo e che amava questo territorio. “La mia terra” soleva dire ed è pure il titolo del primo suo libro, che rappresenta una pietra miliare per la conoscenza della storia della nostra agricoltura e non solo di essa.
La Fiera-Mostra come “recinto del lavoro” amava dire e ripetere come bisognasse “smussare gli angoli” di fronte alle divergenze che nascono fra coloro che gestiscono e tentano di realizzare qualcosa di buono per loro stessi e per il futuro.
Può essere che con lui sia “scomparso un mondo” come abbiamo sentito dire nei giorni del suo ricordo. Di certo, è scomparso “un archivio” anche se molte cose preziose sono state da lui raccolte in altri tre libri che costituiscono un lascito di grande interesse e valore per tutti noi. Coraldo Cavicchi ha vissuto intensamente la propria vita, ha lasciato una impronta importante nella zona ed oltre, specialmente in coloro che lo hanno conosciuto e con lui collaborato. Non sarà facile dimenticarlo.