Aferpi 2016, ovvero due realtà parallele

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Redazione

PIOMBINO 10 feb­braio 2017 — Il quar­to vol­ume del­la rac­col­ta “La Val di Cor­nia da Luc­chi­ni alla rein­dus­tri­al­iz­zazione” (scar­i­ca­bile dal­la rubri­ca PUBBLICAZIONI) è com­pos­to dagli arti­coli pub­bli­cati da Stile libero Idee dal­la Val di Cor­nia dal­l’inizio alla fine del 2016.
La carat­ter­is­ti­ca di ciò che è suc­ces­so nel­l’an­no, la let­tura degli arti­coli lo dimostra, è la pro­gres­si­va sep­a­razione tra la realtà ver­i­fi­cat­a­si (niente del piano indus­tri­ale pre­sen­ta­to da Cevi­tal per acquisire lo sta­bil­i­men­to ex Luc­chi­ni di Piom­bi­no è sta­to real­iz­za­to) e quel­la rac­con­ta­ta dalle forze politiche di mag­gio­ran­za del Comune di Piom­bi­no, dalle isti­tuzioni regionale e nazionale ed anche da quelle sin­da­cali. Anche la stes­sa direzione di Afer­pi non si è sot­trat­ta a

Gian­ni Ansel­mi

questo atteggia­men­to. Il cul­mine è sta­to rag­giun­to quan­do fu fir­ma­to il con­trat­to per la costruzione di un forno elet­tri­co e di un treno rotaie tra Afer­pi e Sms Demag. Tut­to dato per scon­ta­to: finanzi­a­men­ti e con­seguen­ti tem­pi bre­vi di costruzione. Poco impor­ta­va se non tor­na­va niente: né i tem­pi né la certez­za dei finanzi­a­men­ti. Riu­nioni di tut­ti i generi si sono spre­cate, ma non è suc­ces­so nul­la. Addirit­tura si è arrivati alle deri­sioni nei con­fron­ti di chi sem­plice­mente illus­tra­va ogget­ti­va­mente la situ­azione e met­te­va in guardia dal suo pre­cip­itare, eser­cizio nel quale, cosa ancor più grave, si sono mes­si in luce anche rap­p­re­sen­tan­ti delle isti­tuzioni. Gli appella­tivi più comu­ni sono sta­ti cas­san­dre (copy­right Gian­ni Ansel­mi, con­sigliere regionale Pd in Toscana), gufi (copy­right Sil­via Velo, dep­u­ta­ta Pd nonché sot­toseg­re­taria all’am­bi­ente), o sci­a­cal­li (copy­right Mas­si­mo Giu­liani, sin­da­co di Piom­bi­no).

Mas­si­mo Giu­liani e Sil­via Velo

Eppure i com­po­nen­ti il Comi­ta­to di Sorveg­lian­za di Luc­chi­ni in Ammin­is­trazione Stra­or­di­nar­ia (Cor­ra­do Cal­abrò, Vin­cen­zo Nas­tasi, Car­lo Mirabile, Lucia Savarese, Gio­van­ni Per­ru­chon, Mar­co Cal­abrò, Isabel­la Fla­jban, Luca Ramel­la) per un anno intero, approvan­do le relazioni trimes­trali del Com­mis­sario Stra­or­di­nario Piero Nar­di, ave­vano mes­so sul­l’avvi­so il Min­is­tero del­lo svilup­po eco­nom­i­co, e non solo il Min­is­tero, con parole più che chiare:
29 aprile 2016
“…esprime per­al­tro pre­oc­cu­pazioni per le dif­fi­coltà nel reper­i­men­to di mezzi finanziari da parte di Afer­pi e seg­nala il prob­le­ma al Min­is­tero del­lo Svilup­po Eco­nom­i­co per i pos­si­bili inter­ven­ti…”,
27 luglio 2016
“…esprime viva pre­oc­cu­pazione per la situ­azione di stal­lo pro­fi­latasi e in par­ti­co­lare per le per­sis­ten­ti e irrisolte dif­fi­coltà di reper­i­men­to delle risorse finanziarie nec­es­sarie per la con­tin­u­azione del­l’at­tiv­ità pro­dut­ti­va e per la real­iz­zazione delle inizia­tive pre­viste nel piano indus­tri­ale;
seg­nala per­tan­to la situ­azione al Min­is­tero del­lo Svilup­po Eco­nom­i­co per la nec­es­saria val­u­tazione e per i pos­si­bili inter­ven­ti…”,
25 novem­bre 2016
“…Dal monitoraggio.…è emer­sa la dif­fi­coltà di Afer­pi di trasferire in Italia le risorse finanziarie posse­dute in Alge­ria nec­es­sarie per gli inves­ti­men­ti pre­visti dal Piano approva­to. In con­comi­tan­za Cevi­tal non è rius­ci­ta ad ottenere cred­i­ti dal sis­tema ban­car­io, se non in min­i­ma misura.
Si ricor­da che, come ril­e­va­to anche nel­la relazione, le obbligazioni prin­ci­pali a cari­co di Cevi­tal sono:

  • assor­bi­men­to del per­son­ale del­l’am­min­is­trazione stra­or­di­nar­ia entro il 6 novem­bre 2016;
  • finanzi­a­men­to del Piano (da parte di Azion­isti, Banche, isti­tuzioni finanziarie pub­bliche e pri­vate).

Ora, men­tre si deve dare atto a Cevi­tal di avere ono­ra­to il pri­mo impeg­no, si deve con­statare la per­du­rante dilazione nel­l’as­sol­vere il sec­on­do impeg­no.
Ciò deter­mi­na una situ­azione di stal­lo che è ormai divenu­ta estrema­mente crit­i­ca, tale da richiedere l’ur­gente esame, al più alto liv­el­lo, da parte del Min­is­tero insieme al Com­mis­sario stra­or­di­nario e espo­nen­ti del mon­do isti­tuzionale e ban­car­io”.
Cas­san­dre, gufi e sci­a­cal­li anche loro?
Il pun­to più alto del­la sep­a­razione tra realtà effet­tuale e realtà decla­ma­ta è sta­to rag­giun­to forse, pro­prio nel­l’oc­ca­sione  del­la fir­ma del con­trat­to tra Afer­pi e Sms Demag, da Car­la Maestri­ni, vice­seg­re­tario del­la Fed­er­azione PD Val di Cor­nia Elba, il 4 mag­gio 2016: “La notizia di questi giorni del­la fir­ma dell’accordo fra Afer­pi e Sms Group per l’acquisto del forno elet­tri­co e del treno rotaie è il seg­nale che stava­mo aspet­tan­do da mesi, per­ché Piom­bi­no torni a pro­durre acciaio e il nos­tro ter­ri­to­rio pos­sa conc­re­ta­mente guardare avan­ti ver­so la pro­pria ripresa economica.…Mai come in questo caso la dif­feren­za l’ha fat­ta la polit­i­ca, la buona polit­i­ca, l’impegno del Par­ti­to
Demo­c­ra­ti­co, che a liv­el­lo locale, regionale e nazionale ha saputo coni­u­gare cor­ag­gio e deter­mi­nazione, sfi­dan­do legit­ti­mi tim­o­ri, ma anche la dem­a­gogia di chi scom­met­te­va sul fal­li­men­to dell’ambizioso prog­et­to di rindus­tri­al­iz­zazione, per lucrare politi­ca­mente sul­la pelle dei lavo­ra­tori o per ottenere una qualche visibilità.….Noi ci cre­di­amo. Adesso, il futuro”.

Car­la Maestri­ni

E se questo non bas­tasse ecco la cor­sa delle isti­tuzioni pub­bliche ad approvare mod­i­fiche agli stru­men­ti urban­is­ti­ci che avreb­bero potute essere elab­o­rate dal­la stes­sa Afer­pi e dare autor­iz­zazioni ambi­en­tali all’ac­qua di rose oltre­tut­to con la sfac­ciatag­gine di gius­ti­fi­care ciò con la neces­sità di “non dare ali­bi” all’im­pren­di­tore. Urban­is­ti­ca con­trat­ta­ta? Mac­ché, urban­is­ti­ca sub­or­di­na­ta. E non solo urban­is­ti­ca.
Tut­to questo men­tre già ben pri­ma del­la fine del 2016 era ormai chiara una situ­azione che sarà anco­ra più chiara nel 2017: i tre lam­i­na­toi prati­ca­mente fer­mi, i lavo­ra­tori assun­ti col con­trat­to di sol­i­da­ri­età nel novem­bre 2016, ma anche quel­li assun­ti prece­den­te­mente, sen­za la certez­za che quel con­trat­to pog­gi su basi solide dato che le ore lavo­rate non arrivano al min­i­mo pre­vis­to per gius­ti­fi­care quel tipo di con­trat­to, degli inves­ti­men­ti nec­es­sari per i nuovi impianti nem­meno l’om­bra e, cosa anco­ra più grave, un liv­el­lo di dis­oc­cu­pazione nel ter­ri­to­rio che colpisce sopratut­to chi non è pro­tet­to da un qualche for­ma di inter­ven­to statale sia pure assis­ten­ziale (gio­vani, lavo­ra­tori del­l’in­dot­to, pic­cole e medie imp­rese, donne).

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