Aferpi: dopo un anno tutto da capire e verificare
PIOMBINO 4 luglio 2016 — No, il cambio di procedura che Aferpi ha deciso nei giorni passati non è un fatto formale e burocratico quanto piuttosto una scelta sugli investimenti e sugli impianti da realizzare.
Aferpi aveva attivato nel gennaio 2016, nei confronti della Regione Toscana, la cosiddetta “procedura di fase preliminare” propedeutica all’attivazione della valutazione di impatto ambientale.
Il 20 giugno 2016 ha rinunciato alla “procedura di fase preliminare” e il 27 giugno ha richiesto alla Regione Toscana l’avvio del “procedimento di verifica di assoggettabilità relativa al Progetto di Riconversione Industriale e Sviluppo Economico delle aree del complesso industriale ex-Lucchini di Piombino – Nuovo Assetto dello Stabilimento Siderurgico AFERPIS.p^4” (Stile libero ne ha parlato nell’articolo Rilevate dal Comune lacune sull’assetto proposto).
Basta fare un po’ di confronti per capire le differenze e rilevare che nascono problemi politici, economici e sociali non indifferenti che le istituzioni ed i partiti nazionali, regionali e locali non possono non valutare seriamente.
Le differenze tra il primo ed il secondo progetto siderurgico
Lo Studio preliminare ambientale del 10 dicembre 2015, ora ritirato, prevedeva la realizzazione in due fasi di
- una prima Acciaieria 1 e un nuovo treno di laminazione,
- una seconda Acciaieria 2.
Lo Studio preliminare ambientale del 26 giugno 2016, afferma Aferpi, “…costituisce il progetto siderurgico per l’attuazione del proprio piano industriale definitivo, per il quale…provvede alla richiesta degli atti autorizzativi necessari alla realizzazione ed all’esercizio degli impianti…” prevedendo la realizzazione di un’acciaieria elettrica con nuovo capannone e di un treno di laminazione nuovo per la produzione di rotaie e di altri profili.
In altre parole scompaiono l’Acciaieria 2 e cioé il secondo parco rottame di acciaieria, gemello a quello della fase 1, il secondo nuovo forno elettrico, la nuova colata continua ed altro ancora.
L’assetto siderurgico, a fine intervento, sarà così composto:
- Parco massivo rottame,
- Parco massivo HBI,
- Parco rottame interno,
- “Acciaieria elettrica” (impianti ferroleghe, forno EAF SHARC, forno LF, impianto VD, colata continua CCM1, colata continua CCM2, officina lingottiere, area rifacimento tundish, area rifacimento tino e siviere, aree di magazzinaggio, cabine elettriche e servizi ausiliari),
- Area gestione scoria,
- “Nuovo treno rotaie (o nuovo TPP)” (forno di riscaldo, treno di laminazione, sezione di finitura, torneria cilindri, aree di magazzinaggio e servizi ausiliari), g) Sottostazione elettrica,
- Impianto trattamento acque acciaieria elettrica,
- Impianto trattamento acque nuovo TPP,
- Impianto trattamento acque TMP e TVE,
- Impianti trattamento fumi acciaieria elettrica,
- Produzione aria compressa (potenziamento stazione esistente),
- Officine carpenterie e locomobili,
- Officine ex-Lucchini Servizi (esistenti),
- Treno Vergella (esistente),
- Treno Medio Piccolo e relativo finimento (esistente):
Dunque il piano siderurgico definitivo è ridimensionato sia rispetto al piano industriale dell’aprile 2015 sia al progetto presentato nel giugno 2016. E questo sia dal punto di vista impiantistico sia dal punto di vista produttivo.
Il progetto logistico e agroindustriale
Sono ricordati anche gli altri due pezzi presenti a suo tempo nel piano industriale e cioè
- complesso agroalimentare, nell’area precedentemente occupata dall’acciaieria di stabilimento, dopo lo smontaggio e smantellamento degli impianti esistenti, con installazione di nuovi impianti per la triturazione di semi oleosi da 3 milioni di tonnellate per anno ed impianti per la raffinazione ed il trattamento di oli vegetali;
- piattaforma logistica intermodale direttamente interfacciata con il porto di Piombino (con due banchine per l’agroindustria e una banchina per l’attività siderurgica), nell’area occupata in precedenza dall’altoforno AFO/4 e dalla cokeria,
ma non sono oggetto dello Studio Preliminare Ambientale.
Parallelamente alla verifica di assoggettabilità regionale verrà avviata, da parte del Comune di Piombino, una procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) che riguarderà l’intero piano industriale.
Il masterplan aggiornato, nel quale sono raffigurate tutte le aree di intervento, così viene aggiornato e illustrato:
I tempi di realizzazione
Le ricadute socio-economiche del progetto “Piombino” complessivo, così viene denominato, sono affrontate in un documento intitolato Quadro Ambientale.
Il biennio 2016/2018 è previsto per la realizzazione del nuovo polo siderurgico, salvo però dire che per i lavori preparatori e di installazione dei nuovi impianti sono stimati 28 mesi.
La contraddizione è evidente: un biennio è fatto di 24 mesi, nessun lavoro è cominciato e occorreranno altri mesi per ottenere tutte le autorizzazioni. Ammesso che siano risolti tutti in problemi finanziari ancora pendenti la realtà ci porta ben più lontano, come Leonardo Mezzacapo ha ben messo in evidenza nell’ articolo Non prima del 2020, sempre che tutto fili liscio.
Nel 2017/2022 è previsto l’avvio ed il completamento della Piattaforma Logistica Integrata e nel 2018/2020 l’avvio ed il completamento delle attività preparatorie e di installazione degli impianti del Progetto Alimentare.
Se si hanno presenti le affermazioni fatte dal presidente di Aferpi Issad Rebrab al commissario di Lucchini in amministrazione straordinaria Piero Nardi nel marzo 2016 e cioè che «…L’avvio del settore agroindustriale è condizionato dai tempi dello smantellamento degli impianti dell’area a caldo e della delocalizzazione dell’attuale treno rotaie. Per la logistica è in corso la ricerca di un partner specialista e cofinanziatore dell’attività (da verificare la possibilità di istituire nell’area portuale una “zona franca”)...» e che nessun progetto ad oggi esiste, non si possono non manifestare motivatamente molti dubbi.
Dubbi che aumentano se si accetta l’osservazione conclusiva, che nello stesso documento viene manifestata, secondo la quale : «…La valenza complessiva del Progetto “Piombino” non può prescindere dal considerare come un tutt’uno in particolare i progetti siderurgico e logistico, nel senso che senza l’uno diminuisce drasticamente la capacità, dell’altro, di creare valore effettivo; dal successo del primo dipende la funzionalità del secondo e, naturalmente, viceversa…».
L’occupazione
Gli aspetti occupazionali del progetto sono così illustrati:
Andamento occupazione Piano Industriale CEVITAL, periodo 2015–2022
Aferpi Spa | Piombino Logistics | Agroalimentare | Totale | |
1 luglio 2015 | 720 | 0 | 0 | 720 |
31 dicembre 2016 | 690 | 60 | 0 | 750 |
31 dicembre 2017 | 750 | 65 | 0 | 815 |
31 dicembre 2018 | 1250 | 100 | 0 | 1350 |
31 dicembre 2019 | 1350 | 130 | 50 | 1530 |
31 dicembre 2020 | 1350 | 180 | 250 | 1780 |
31 dicembre 2021 | 1350 | 250 | 250 | 1850 |
31 dicembre 2022 | 1350 | 300 | 250 | 1900 |
Si aggiunge, per quel che riguarda l’indotto, anche che «…riguardo all’indotto, partendo da una media di circa 600 unità ante-spegnimento area a caldo, si è progressivamente arrivati fino alle circa 150 unità attuali; con il nuovo polo siderurgico completo, la stima si attesta a circa 350 unità equivalenti anche in considerazione del fatto che i processi di riconversione e riqualificazione professionale attuati negli ultimi due anni hanno consentito ad AFERPI di scegliere, strategicamente, di riportare all’interno dell’azienda la maggior parte delle attività manutentive, riappropriandosi del know-how impiantistico che nel corso degli anni di gestione Lucchini era stato perso ricorrendo massicciamente alla pratica dell’esternalizzazione delle attività di manutenzione...».
La frase non è chiarissima e particolarmente non chiaro se i 250 occupati mancanti sono compresi negli occupati previsti nella parte siderurgica della tabella o sono fuori.
Comunque ciò che vale la pena di sottolineare è il fatto che siamo ben lontani dai numeri che scaturiscono dal piano industriale allegato o richiamato negli accordi di programma e dai diversi accordi sottoscritti che prevedevano
- per la parte siderurgica nel novembre 2016 la totale assunzione dei 2200 lavoratori ex Lucchini e a regime un’occupazione di 1450 dipendenti,
- per la parte logistica 50 dipendenti, per la parte agroalimentare 700 dipendenti.
L’impressione, però, è che anche questi numeri elencati nello studio abbiano poco fondamento dato che, a quel che è dato sapere, non esistono i finanziamenti necessari. In alcuni casi mancano anche i progetti.
Per la parte siderurgica si apre inoltre il pesante problema di come saranno utilizzati nel novembre 2016 i lavoratori ex Lucchini e cosa succederà nel giugno 2017 quando scadranno due anni previsti dalla legge durante i quali doveva essere mantenuta la produzione e l’occupazione.
In conclusione molti problemi aperti di fronte ai quali il silenzio di partiti di maggioranza ed istituzioni è davvero assordante.
Ma non avete ancora capito che questi algerini fanno parte della congrega “prendi i soldi (pubblici) e scappa”?