I tempi e le procedure nell'accordo su bonifiche e riconversione

Aferpi: i nodi non sciolti arrivano al pettine

PIOMBINO 22 set­tem­bre 2015 — Leggen­do le varie prese di posizione sopratut­to delle isti­tuzioni e dei loro rap­p­re­sen­tan­ti sul­lo sta­to di attuazione del piano Cevi­tal per il rilan­cio pro­dut­ti­vo del­l’ex Luc­chi­ni e delle aree in pro­pri­età ed in con­ces­sione dema­niale, lo sta­bil­i­men­to occu­pa una super­fi­cie di cir­ca 5.649.739 metri qua­drati dei quali cir­ca 1.669.344 mq di pro­pri­età e 3.980.395 mq in con­ces­sione dema­niale (per leg­gere clic­ca qui), sca­turen­ti dal­l’ac­cor­do di pro­gram­ma sulle boni­fiche del 30 giug­no (https://www.stileliberonews.org/il-testo-definitivo-dellaccordo-sulle-bonifiche/) viene da chieder­si se i fir­matari di quel­l’ac­cor­do abbiano let­to ciò che han­no fir­ma­to. Dal­la let­tura sia del testo del­l’ac­cor­do che dei suoi alle­gati derivano diverse con­trad­dizioni che met­tono in dis­cus­sione tem­pi e occu­pazione dati per scon­tati (due per tut­ti: 18 mesi per tornare a pro­durre acciaio, imme­di­a­to inizio delle demolizioni degli impianti), oltreché effet­tivi scosta­men­ti da diver­si crono­pro­gram­mi facen­ti parte di quel piano indus­tri­ale che a questo pun­to è ormai prova­to non essere un vero e pro­prio piano indus­tri­ale
Quel­la dei tem­pi è ovvi­a­mente ques­tione di non poco con­to dato che i lavo­ra­tori occu­pati con con­trat­ti di sol­i­da­ri­età e quel­li in cas­sa inte­grazione, per non par­lare di quel­li del­l’in­dot­to, han­no a che fare con liv­el­li di red­di­to assai bassi, così come è sta­to ampia­mente dimostra­to e doc­u­men­ta­to.
DSC_7371Le stime tem­po­rali di mas­si­ma per la real­iz­zazione delle attiv­ità indus­tri­ali e del­la mes­sa in sicurez­za dei suoli (attiv­ità col­le­gate l’u­na all’al­tra) preve­dono le seguen­ti tem­p­is­tiche:
SETTORE SIDERURGICO (Macroarea Nord): 30 mesi per la real­iz­zazione delle attiv­ità pre­viste dal piano indus­tri­ale ai quali si aggiun­gono 12 mesi per il com­ple­ta­men­to degli inter­ven­ti di mes­sa in sicurez­za dei suoli;
SETTORE AGROALIMENTARE (Macroarea Sud): 3 anni dal com­ple­ta­men­to delle dis­mis­sioni delle strut­ture pre­sen­ti ai quali si aggiun­gono 12 mesi per il com­ple­ta­men­to degli inter­ven­ti di mes­sa in sicurez­za dei suoli;
SETTORE LOGISTICA (Macroarea Sud): 2 anni dal com­ple­ta­men­to delle dis­mis­sioni delle strut­ture pre­sen­ti ai quali si aggiun­gono 12 mesi per il com­ple­ta­men­to degli inter­ven­ti di mes­sa in sicurez­za dei suoli.
I tem­pi pre­visti per la real­iz­zazione delle attiv­ità di dis­mis­sione delle strut­ture pre­sen­ti nel­la sta­bil­i­men­to di Piom­bi­no risul­tano sti­mati in cir­ca 18 mesi (per leg­gere clic­ca qui).
Già questi tem­pi debor­dano da quan­to più volte dichiara­to ma c’è da con­sid­er­are che, sem­pre ai sen­si del­lo stes­so accor­do, devono essere prog­et­tate le boni­fiche e occorre da parte di Afer­pi la pre­sen­tazione e da parte del Min­is­tero dell’ ambi­ente l’ap­provazione del prog­et­to oper­a­ti­vo di mes­sa in sicurez­za delle aree, coor­di­na­to con gli inter­ven­ti indi­vid­uati da Invi­talia, e il rel­a­ti­vo piano finanziario. Afer­pi ha 120 giorni dal­la stip­u­la dell’accordo di pro­gram­ma e il Min­is­tero dell’ambiente entro 30 giorni dal­la sca­den­za deve con­vo­care una con­feren­za dei servizi.
I tem­pi di real­iz­zazione degli inter­ven­ti, delle opere e delle mis­ure di pre­ven­zione e mes­sa in sicurez­za sono inte­grati in coeren­za con le indi­cazioni del­la con­feren­za dei servizi.
DSC_7325Per gli inter­ven­ti di com­pe­ten­za pub­bli­ca Invi­talia, pre­via stip­u­la di speci­fi­ca con­ven­zione con la Regione Toscana per l’affidamento dell’incarico, provved­erà alla prog­et­tazione ed alle altre attiv­ità di bonifi­ca delle aree dema­niali..
Il prog­et­to inte­gra­to attua­ti­vo (cioè quel­lo com­pren­si­vo sia degli inter­ven­ti di Afer­pi che di Invi­talia) sarà approva­to con decre­to del Min­is­tero dell’ Ambi­ente e del­la tutela del ter­ri­to­rio e del mare.
Fino alla com­ple­ta attuazione del pro­prio piano indus­tri­ale Afer­pi si impeg­na a man­tenere in eser­cizio gli impianti di lam­i­nazione e le rel­a­tive attiv­ità di fin­i­men­to e di servizi con­nesse, con dis­mis­sione defin­i­ti­va dei restanti impianti. A questo fine pre­sen­ta la comu­ni­cazione per il suben­tro nell’Autorizzazione Inte­gra­ta Ambi­en­tale al Min­is­tero dell’ ambi­ente che provvede alla trasmis­sione degli atti per com­pe­ten­za alla Regione o all’Ente com­pe­tente. Entro 30 giorni dal­la pre­sen­tazione del­la comu­ni­cazione Afer­pi pre­dispone e trasmette alla Regione Toscana o all’Ente com­pe­tente il piano che dovrà essere com­pren­si­vo degli inter­ven­ti nec­es­sari al ripristi­no e alla riqual­i­fi­cazione ambi­en­tale delle aree lib­er­ate nel caso di dis­mis­sioni.
Per l’attuazione del pro­prio piano indus­tri­ale defin­i­ti­vo, Afer­pi provvede alla richi­es­ta degli atti autor­iz­za­tivi e delle con­ces­sioni nec­es­sarie alla real­iz­zazione ed eser­cizio degli impianti, opere, inter­ven­ti ed attiv­ità, ivi com­pre­sa la richi­es­ta all’Autorità com­pe­tente ai sen­si dell’art. 7 del d.lgs. n. 152 del 2006 del­la nuo­va Autor­iz­zazione Inte­gra­ta Ambi­en­tale per la real­iz­zazione del nuo­vo polo siderur­gi­co, ivi com­pre­sa la Val­u­tazione di impat­to ambi­en­tale o la ver­i­fi­ca di assogget­ta­bil­ità.
Questo è quan­to è sta­to sot­to­scrit­to. Se si val­u­tano e si som­mano le tem­p­is­tiche nec­es­sarie per le autor­iz­zazioni (indis­pens­abili per la sal­va­guardia del­l’am­bi­ente e del­la salute di lavo­ra­tori e cit­ta­di­ni) e quelle per i lavori di costruzione degli impianti e di bonifi­ca dei ter­reni si entra in con­trad­dizione con quan­to indi­ca­to dal Piano indus­tri­ale anch’es­so alle­ga­to all’ac­cor­do che prevede­va, ad esem­pio, per l’ac­ciaieria 1 l’e­sauri­men­to del­la fasi autor­iz­za­tive nel set­tem­bre 2015, l’inizio del­la costruzione delle fon­dazioni sem­pre nel set­tem­bre 2015 ed il ter­mine dei lavori nel dicem­bre 2016 (per leg­gere clic­ca qui). E comunque anche se si esam­i­nano solo le tem­p­is­tiche dei cosid­det­ti crono­pro­gram­mi e le con­fron­ti­amo, al di là delle con­trad­dizioni tra i doc­u­men­ti, con la realtà dei fat­ti è chiaro che siamo già di fronte ad uno slit­ta­men­to dei tem­pi. Come abbia fat­to il pres­i­dente Rossi a dire che entro 18 mesi sarebbe ripresa la pro­duzione dell’ acciaio nes­suno lo sa.
DSC_7300Ovvi­a­mente la con­trad­dizione e gli inevitabili slit­ta­men­ti rispet­to alle tem­p­is­tiche pre­viste nei doc­u­men­ti fir­mati si riper­cuotono anche sul ver­sante occu­pazionale ed accen­tu­ano le per­p­lessità sul dato con­tenu­to nel­l’ac­cor­do sulle boni­fiche nel quale si dice: «…Afer­pi si impeg­na ad assumere e quin­di trasferire alle pro­prie dipen­den­ze, nei ter­mi­ni pre­visti dall’accordo sin­da­cale e comunque entro e non oltre il 6.11.2016, tut­ti i 2.183 lavo­ra­tori dipen­den­ti dei Com­p­lessi Azien­dali Luc­chi­ni Piom­bi­no, del Ramo Vertek Piom­bi­no e del Ramo Luc­chi­ni Servizi…».
Del resto c’è già oggi uno scosta­men­to rispet­to alla realtà di quan­to pre­vis­to nel­la tabel­la che nel piano indus­tri­ale prevede­va già nel set­tem­bre 2015 un aumen­to sia pur pic­co­lo del­l’oc­cu­pazione diret­ta in Afer­pi ed un aumen­to non tan­to pic­co­lo nei lavori di mes­sa in sicurez­za e nelle demolizioni (per leg­gere clic­ca qui).
Infine un’ul­ti­mo ele­men­to di pre­oc­cu­pazione. Il 3 agos­to il Min­is­tero del­lo svilup­po eco­nom­i­co face­va sapere che «…l’Accordo di pro­gram­ma sulle boni­fiche non può essere anco­ra pub­bli­ca­to, in quan­to l’Atto non è anco­ra effi­cace. In par­ti­co­lare, l’Accordo sot­to­scrit­to in data 30 giug­no scor­so non è com­ple­to per quan­to attiene la sot­to­scrizione elet­tron­i­ca, pre­vista dal D.L. n.145 /2013 . Una vol­ta acquisite le firme dig­i­tali di tutte le Isti­tuzioni fir­matarie, l’Atto ver­rà trasmes­so per i pre­visti con­trol­li all’Ufficio Cen­trale del Bilan­cio di questo Min­is­tero e, con­tes­tual­mente, alla Corte dei Con­ti, Sezione con­trol­lo di legit­tim­ità. Con­clu­sosi pos­i­ti­va­mente l’iter, l’Accordo sarà effi­cace e sarà cura del­la Direzione com­pe­tente provvedere alla sua pub­bli­cazione sul por­tale “Ammin­is­trazione Traspar­ente” del Min­is­tero…».
Ad oggi l’Ac­cor­do non risul­ta pub­bli­ca­to sul por­tale.
Ci sia per­me­s­sa una con­sid­er­azione finale persi­no banale ma purtrop­po indis­pens­abile: quel­li elen­cati sono tut­ti prob­le­mi che atten­gono alla respon­s­abil­ità delle isti­tuzioni e del­la polit­i­ca, non si dica che è col­pa del­la buro­crazia per­ché una sim­i­le riduzione sarebbe il modo peg­giore per non risolver­li.

(Foto di Pino Bertel­li)

2 risposte a “Aferpi: i nodi non sciolti arrivano al pettine”

  1. Con­di­vi­do in pieno l’ar­ti­co­lo, anche nelle sue con­clu­sioni. La polit­i­ca, tut­ta, nel suo par­lare neb­u­loso ha nascos­to un’ altra vol­ta la ver­ità e i piom­bi­ne­si, nel­la loro capi­bile dis­per­azione, ci han­no cre­du­to. Io, sul­la totale attuazione del piano indus­tri­ale, sono sta­to sem­pre scetti­co e lo sarò anche in futuro, per­ché le mire del­l’al­geri­no sono altre, per me, l’ac­ciaio è sta­ta la chi­ave di vol­ta per pot­er acquisire l’in­tera area. Comunque, anche alla luce di ciò che è scrit­to in questo arti­co­lo, a Piom­bi­no si potrà tornare ai liv­el­li occu­pazion­ali prece­den­ti, dif­fi­cile ma pos­si­bile, non pri­ma del 2020 del resto siamo agli ulti­mi mesi del 2015 e se oggi stes­so par­tis­sero i lavori, 36+12 mesi fan­no 48 mesi che vuol dire 2020.….altro che ammor­tiz­za­tori sociali ci vogliono!!!!

  2. In rifer­i­men­to al mio prece­dente inter­ven­to spiego il per­ché del mio scetti­cis­mo, lo farò sin­teti­ca­mente per evitare lun­gag­gi­ni.
    L’al­geri­no è attual­mente com­ple­ta­mente a digiuno delle dinamiche che gov­er­nano il mer­ca­to del­l’ac­ciaio mon­di­ale, ma per acquisire le aree exLuc­chi­ni dove­va pre­sentare un piano che prevedesse la pro­duzione di acciaio. E’ chiaro che i suoi inter­es­si su Piom­bi­no sono sul­la por­tu­al­ità e la logis­ti­ca e in sec­on­do ordine la pro­duzione agroal­i­menta­re (semi oleosi?) e l’ac­ciaio.
    Ad oggi per pot­er man­tenere quote di mer­ca­to nei “ lunghi” ha rag­giun­to accor­di con for­n­i­tori quali la stes­sa Jin­dal, guar­da caso prece­den­te­mente inter­es­sa­ta a Piom­bi­no.
    Il pro­cras­ti­nar­si delle date di acquis­to del forno elet­tri­co e la con­seguente pre­sen­tazione, obbli­ga­to­ria, di un piano par­ti­co­lareg­gia­to edilizio, ambi­en­tale, di sicurez­za ecc. non fa che avval­o­rare i miei dub­bi sulle sue reali inten­zioni, ma comunque mi fan­no propen­dere che almeno un forno elet­tri­co a Piom­bi­no ver­rà real­iz­za­to se non altro per con­sol­i­dare la sua pre­sen­za, in questo momen­to di tran­sizione, a Piom­bi­no.
    Ma una vol­ta che avrà real­iz­za­to la logis­ti­ca e avrà con­sol­ida­to i suoi traf­fi­ci da e per il por­to e super­a­to la tem­p­is­ti­ca, che sicu­ra­mente ci sarà nelle pieghe del con­trat­to sot­to­scrit­to tra lui e il Min­is­tero, niente vieta di ipo­tiz­zare la ces­sione del ramo soci­etario Afer­pi con annes­si e con­nes­si ad un’al­tra soci­età, sicu­ra­mente del set­tore, e per­chè no forse la stes­sa Jin­dal alla quale, prob­a­bil­mente, ver­rà las­ci­a­ta la scelta di real­iz­zare, forse, il sec­on­do forno elet­tri­co.
    Spero tan­to che queste mie ipote­si non si real­izzi­no e che tut­to il piano tro­vi attuazione sen­za tan­ti scos­soni ma ad oggi la pen­so così.

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