Aferpi: ma di cosa si è discusso per due anni?
PIOMBINO 20 settembre 2016 — L’amministratore delegato di Aferpi Fausto Azzi, relazionando nella sala del Consiglio comunale di Piombino ai membri della 4° commissione ed ai capigruppo, ha dichiarato esplicitamente che il piano Aferpi, quello approvato e richiamato in molteplici accordi sindacali ed accordi di programma, non era credibile. Si riferiva in particolare alla produzione di acciaio prevista (2 milioni di tonnellate) ed anche ai tempi di costruzione che avrebbero dovuto iniziare un giorno esatto dopo la firma dell’acquisto della Lucchini da parte di Cevital.
Niente di strano per Stile libero che ha sempre sostenuto e dimostrato che quello non era un piano industriale e che le previsioni lì contenute erano irrealizzabili nei tempi e nei modi in cui venivano descritte.
Ma non è questo che interessa.
Quello che interessa è verificare chi invece lo ha venduto, anzi regalato, come realizzabile e su questo misurare la credibilità che, per chi ha responsabilità politiche in senso lato, è la precondizione per ogni confronto.
La lista sarebbe assai lunga ma ci limitiamo a poche essenziali dichiarazioni:
3 dicembre 2014
Maurizio Landini, Segretario generale Fiom/ Cgil,: “…bene accordo con Cevital, è un signor piano industriale…”.
6 dicembre 2014
Issad Rebrab, Presidente Cevital,: “…L’intenzione è quella di smantellare entro 6 mesi dalla firma del contratto l’acciaieria e l’altoforno. Non sarà un lavoro da poco. Serviranno 3 o 4 ditte con personale adeguato. Poi concludere la bonifica e realizzare la piattaforma logistica con la realizzazione di 150mila metri quadrati di capannoni. Concentreremo tutta l’attività siderurgica dove attualmente ci sono due laminatoi, nella zona di padule. Il primo forno elettrico da 1 milione di tonnellate sarà realizzato entro 18 mesi, il 2° forno, per un altro milione di tonnellate, in 24 mesi…».
9 aprile 2015
Silvia Velo, sottosegretaria al Ministero dell’ Ambiente, : “…Il passaggio di proprietà tra la Lucchini e Cevital è previsto agli inizi di giugno, al termine della gestione commissariale. Per il vecchio altoforno e la cokeria è in programma lo smantellamento e la sua sostituzione con due forni elettrici. Il primo inizierà a funzionare nel 2016 e a produrre acciaio nel 2017 con una produzione che dovrebbe raggiungere le 430mila tonnellate annue. Il secondo dovrebbe entrare in funzione nel 2018 portando la produzione a due milioni di tonnellate annue.….”.
9 aprile 2015
Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana: “…Per il vecchio altoforno e la cokeria è in programma lo smantellamento e la sua sostituzione con due forni elettrici. Il primo inizierà a funzionare nel 2016 e a produrre acciaio nel 2017 con una produzione che dovrebbe raggiungere le 430.000 tonnellate annue. Il secondo dovrebbe entrare in funzione nel 2018 portando la produzione a 2 milioni di tonnellate annue…”.
10 aprile 2015
Enrico Rossi, Presidente della Regione Toscana,: “…Oggi per Piombino è un giorno importante. Le prospettive di sviluppo e di recupero della piena occupazione ci sono tutte. La Regione farà fino in fondo la sua parte per seguirne l’applicazione e il rispetto dei tempi e degli impegni. E’ stato delineato un percorso che dovrà portare entro i prossimi due o tre anni a tornare a produrre acciaio fino a 2 milioni di tonnellate l’anno. La siderurgia rimarrà a Piombino, che vedrà ampliate le sue potenzialità nel settore della logistica e in quello alimentare, una scelta capace di produrre a regime oltre mille posti di lavoro in più…”.
14 maggio 2015
Massimo Giuliani, Sindaco di Piombino,: “…Quella di oggi è stata una conferma importante e concreta, un piano corredato di tutti i numeri, con un cronoprogramma ben preciso e con la delineazione di tutte le fasi di sviluppo, sostanziato da un ragionamento solido e da un conto economico…”.
Il 26 giugno 2015 e il 30 giugno 2015 venivano firmati tra organizzazioni sindacali e Aferpi gli accordi sulla solidarietà che si basavano esplicitamente sul Piano industriale per la rinascita del sito di Piombino di Cevital dell’aprile 2015.
Il 30 giugno 2015 Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Ministro dello sviluppo economico, Regione toscana, Agenzia del demanio, Autorità portuale di Piombino, Provincia di Livorno, Comune di Piombino e Aferpi firmavano l’accordo di programma per l’attuazione del progetto integrato di messa in sicurezza, riconversione industriale e sviluppo economico produttivo nell’area dei complessi aziendali ceduti dalla Lucchini in a.s. (articolo 252-bis dlgs. 3 aprile 2006 n. 152). L’allegato b) era sempre lo stesso Piano industriale per la rinascita del sito di Piombino di Cevital dell’aprile 2015.
Non per questo la sua credibilità è mai aumentata.
Io mi scuso ancora con i miei concittadini per aver cercato veramente di continuare a produrre acciaio. Da vero ingenuo onesto, non avevo capito che ci saremmo scontrati con il sig. Gozzi (Federacciai) che tutto desidera tranne la ripresa della produzione a Piombino.Prima o poi spiegherò come sono andate le cose veramente.
Il 17 febbraio 2016 dopo l’incontro con il ministro Federica Guidi il Sole 24 ore riporta:
L’imprenditore algerino Issad Rebrab, patron del gruppo Cevital, ribadisce al ministero dello sviluppo economico la volontà di fare gli investimenti annunciati su Piombino.
L’incontro romano, che si è tenuto stamani alla presenza del Ministro dello sviluppo economico Federica Guidi e del Presidente della Regione toscana Enrico Rossi, è stato definito «positivo» da tutti i partecipanti.
«Il gruppo Cevital è di nuovo vitale — ha detto Rebrab al termine dell’incontro — e ha una buona situazione finanziaria: abbiamo zero debito e da sette mesi abbiamo ripreso a crescere. Abbiamo fondi propri e faremo gli investimenti annunciati, stiamo già partendo, abbiamo chiesto ai fornitori di farci le offerte».