Aferpi: meno enfasi, maggiori perplessità
PIOMBINO 6 ottobre 2015 — Non c’è da sbalordirsi rispetto alle cifre di acquisto inerenti l’operazione Cevital-exLucchini, basti verificare nel link di seguito cosa accadde nel passaggio fra Partecipazioni Statali e gruppo Lucchini: http://dati.camera.it/ocd/aic.rdf/aic4_03388_13
Di fatto si è trattato dell’acquisizione di un’azienda fallita e di gran parte di impianti identificabili in rottame, non per nulla Jindal, esperto del settore, fece valutazioni ed offerte rigidamente legate ad una precisa prospettiva industriale.
La cosa che oggi colpisce, dopo il consiglio comunale di ieri, è il vertiginoso aumento di “GUFI” in città, come se qualcosa di nuovo e poco rassicurante aleggiasse sulle note vicende siderurgiche.
La realtà è che non è cambiato nulla, solamente sta venendo a mancare l’enfasi che qualcuno ha strumentalmente stimolato, quando invece accortezza, capacità critica ed una buona dose di razionale silenzio avrebbero dovuto prevalere.
Sarebbe stato opportuno mantenere le dovute perplessità su un progetto incompleto, e carente soprattutto sotto il profilo strutturale e temporale.
D’altra parte questo sembra sia il pensiero diffuso che circola negli ambienti sindacali e politici a livello nazionale.
Mi rifaccio alle parole di un mio caro amico esperto del settore a livello manageriale, anche se in pensione da qualche tempo.
Non ricordo precisamente, ma in sostanza disse prima che fosse aggiudicata la gara, che sarebbe stato meglio uno come Jindal, di un grande investitore che a malapena sapeva dove fosse la porta d’ingresso di un’azienda siderurgica.
Ovviamente tutti ci aspettiamo di essere convinti in positivo dai fatti, tanto le chiacchiere servono a poco, soprattutto quelle rassicuranti, ma tutt’altro che attendibili.
C’è un piccolo particolare, non trascurabile, nel passaggio fra partecipazioni statali e gruppo Lucchini: i lavoratori non persero un centesimo, tutti gli accordi continuarono ad essere validi e i diritti acquisiti rimasero (ARTICOLO 2112 CC).
Comunque anche se gli impianti sono identificabili in rottame, a prezzo di rottame il valore è molto superiore rispetto alla cifra di acquisto.
Paolo Luppoli di tratta di oltre 20 anni fa con condizioni politiche, economiche, aziendali ed impiantistiche totalmente diverse. Il sindacato aveva un peso ed uno spessore diverso, nonchè adeguate coperture politiche. Il paragone con il prezzo del rottame non è plausibile, qui si tratta di acquisire uno stabilimento oramai fallito per riattivarlo attraverso una diversificazione produttiva,evitandone la chiusura. Poi ciascuno può pensare ciò che vuole, la realtà è che aziende nelle stesse condizioni solo con interesse sociale monori sarebbero già state chiuse da tempo, come del resto accade ogni giorno.