Aferpi: ritardi così prevedibili che bastava leggere
PIOMBINO 19 febbraio 2016 — C’è una vulgata diffusa come un mantra che si aggira per la Val di Cornia. Essa riguarda non tanto i ritardi nell’attuazione del cosiddetto piano industriale Aferpi del 30 giugno 2015 ma piuttosto la giustificazione di quei ritardi.
Qualche giorno fa è stato lo stesso patron di Cevital e di Aferpi, Issad Rebrab, a spiegare i ritardi con le seguenti parole: «…si tratta di un grande progetto e ci vuole un po’ di tempo, siamo arrivati solo da sette mesi e mezzo…».
Il 25 ottobre 2015 il vicesindaco di Piombino Stefano Ferrini si era premurato di ricordare che «…i ritardi [erano] in gran parte prevedibili data la complessità dell’intera operazione…» ma del resto lo stesso presidente della Regione Toscana Rossi ha parlato di ritardi comprensibili e identico giudizio hanno manifestato tutti i rappresentanti delle istituzioni.
Troppo ripetuta e troppo ovvia, persino banale, la constatazione della complessità di un progetto che prevedeva, lo ricordiamo, «…(1) la ristrutturazione dell’attività siderurgica con il passaggio della produzione di acciaio dall’Altoforno al Forno Elettrico, insieme ad una diversificazione del sito, con (2) l’avvio di una produzione agroindustriale e (3) lo sviluppo di una attività logistica legata sia alle attività industriali che alle attività commerciali del Gruppo Cevital…».
L’inizio degli investimenti era previsto nel luglio del 2015, nel dicembre 2016 l’ultimazione della prima acciaieria, il rifacimento di due laminatoi finito tra il giugno e l’ agosto 2016 ed i lavori per il nuovo treno rotaie già iniziati nel dicembre 2015.
Anche un bambino poteva dedurre che i tempi non erano realistici e questa stessa constatazione la poteva fare ognuno dei firmatari (1) di quell’ accordo di programma che pur tuttavia quel 30 giugno 2016 firmarono dando tutto per certo. O non avevano letto o avevano letto ma non raccontarono tutta la verità, nient’altro che la verità.
Solo ora si parla della complessità del progetto e si giustificano quei ritardi che in realtà erano già scritti nell’ impossibilità di vedere ciò che si era firmato nei tempi descritti.
(1) Erano presenti il sottosegretario del Ministero dell’Ambiente Silvia Velo, il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, il sindaco Massimo Giuliani, il presidente dell’Autorità Portuale di Piombino Luciano Guerrieri, rappresentanti dell’Agenzia del Demanio e di Invitalia e il commissario straordinario Piero Nardi.
(Foto di Pino Bertelli)