Aferpi: si dica la verità e ci si mobiliti

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pervenuta in redazione

PIOMBINO 9 giug­no 2016 — Piom­bi­no, dodices­i­mo mese dell’Era Cevi­tal. Dal rac­con­to felice al mirag­gio che nel­la sua definizione è: “Fenom­e­no otti­co con­sis­tente nel­la percezione di immag­i­ni dis­torte di ogget­ti lon­tani che sem­bra­no sospe­si in aria o come rif­lessi da uno spec­chio, è tipi­co di aree geogra­fiche quali il deser­to magre­bi­no”. Inizia­va così l’articolo di un noto gior­nale nazionale del 17 mag­gio 2015 e con­tin­u­a­va “ Ma potrebbe essere anche la definizione del prog­et­to di rilan­cio del­l’ac­ciaieria di Piom­bi­no venu­to dal Maghreb, o più pre­cisa­mente dal grup­po algeri­no Cevi­tal, e pre­sen­ta­to giovedì scor­so al min­is­tero del­lo Svilup­po eco­nom­i­co”.
Men­tre ai lavo­ra­tori si con­tin­ua a far credere in un futuro roseo, nel­la realtà si stip­u­lano accor­di che sis­tem­ati­ca­mente ven­gono dis­at­te­si nei tem­pi e modi. Bas­ta dare uno sguar­do ai ver­bali delle riu­nioni effet­tuate al MISE o all’accordo sin­da­cale del 3 giug­no 2015 per il pas­sag­gio ad Afer­pi : fat­to votare ai lavo­ra­tori e approva­to a larga mag­gio­ran­za con la promes­sa di una ripresa pro­dut­ti­va e la sal­va­guardia del pos­to di lavoro, soste­nen­do che il piano indus­tri­ale dove­va essere real­iz­za­to nel­la sua total­ità (siderur­gia, agroin­dus­tri­ale e logis­ti­ca). Attual­mente l’unico prog­et­to in esame sul­la car­ta, ma solo parzial­mente, è quel­lo siderur­gi­co (nuo­va acciaieria e treno di lam­i­nazione per rotaie) che ha però vis­to il dimez­za­men­to del piano orig­i­nario: da una pro­duzione annua di 2 mil­ioni di ton­nel­late di acciaio siamo pas­sati a quel­la (ma sem­pre di promes­sa trat­tasi) di un mil­ione di ton­nel­late. Niente inoltre è sta­to con­cretiz­za­to per quan­to con­cerne agroin­dus­tri­ale e logis­ti­ca.
La parte di sta­bil­i­men­to fun­zio­nante, nel­lo speci­fi­co i treni di lam­i­nazione, mar­cia a singhioz­zo e sono pro­gram­mati lunghi peri­o­di di fer­ma­ta per gli impianti, non rius­cen­do a sostenere una min­i­ma con­ti­nu­ità pro­dut­ti­va (per man­can­za di “liq­uid­ità di cas­sa “ ) che sarebbe pro­pe­deu­ti­ca a preparare le con­dizioni per il ritorno in fab­bri­ca di tut­ti i lavo­ra­tori il prossi­mo 6 novem­bre. Ricor­diamo che tali con­dizioni derivano intera­mente dal­la mar­cia a pieno regime dei lam­i­na­toi.
Le isti­tuzioni (Comune, Regione e Gov­er­no) con­tin­u­ano ad asserire che quel­lo di Afer­pi è un prog­et­to serio e ambizioso ed esor­tano i lavo­ra­tori a non pre­oc­cu­par­si. Ad oggi niente di ciò che è sta­to pre­vis­to ha trova­to real­iz­zazione. Tut­to è rimas­to sul­la car­ta: prog­et­ti, richi­este di chiari­men­ti dei chiari­men­ti e cab­ine di regia. In aggiun­ta, il MISE non ha anco­ra reso pub­bli­co il ver­bale del­la riu­nione del 19 mag­gio , defini­ta pos­i­ti­va da tut­ti i sogget­ti che vi han­no pre­so parte, ma di cui non ci è dato di conoscere con­tenu­ti e deci­sioni.
Intan­to il tem­po pas­sa e il fatidi­co 30 giug­no 2017 si avvic­i­na velo­ce­mente e incombe sul­la sorte del­lo sta­bil­i­men­to e dei lavo­ra­tori. Dopo quel­la data Afer­pi non avrà nes­sun obbli­go di legge da rispettare (D.lgs, n. 270 del 8 luglio 1999,Art. 63.Vendita di aziende in eser­cizio), sia per il man­ten­i­men­to dei liv­el­li occu­pazion­ali, sia per il quel­lo delle attiv­ità impren­di­to­ri­ali.
Cre­di­amo che le dif­fi­coltà di reper­i­men­to dei finanzi­a­men­ti da parte di Afer­pi non deriv­i­no da quan­to sug­ger­i­to dal­la stam­pa ( “in azien­da si è rad­i­ca­ta la con­vinzione che il cli­ma di sfidu­cia del sis­tema cred­i­tizio intorno alla rinasci­ta del­la siderur­gia piom­bi­nese sia lega­to all’azione dei siderur­gi­ci del nord, un’avversione tradot­ta dall’atteggiamento neg­a­ti­vo delle banche nei con­fron­ti di un prog­et­to impor­tante come quel­lo di Afer­pi “ ); ma che il moti­vo vada ricer­ca­to atten­ta­mente in altre cause e situ­azioni anche al di fuori dei con­fi­ni ital­iani .
Denun­ci­amo che con le assem­blee di mart­edì siamo arrivati al pun­to che oltre a pre­clud­ere, spes­so, le stesse ai lavo­ra­tori del­l’in­dot­to, adesso, si indi­cono solo per col­oro che sono già assun­ti, dimen­ti­can­do che vi sono anco­ra 700 lavo­ra­tori che sono in cas­sa inte­grazione e che non pos­sono accedere in fab­bri­ca nem­meno per parte­ci­pare alle assem­blee sin­da­cali. Se questo è il modo di tenere uni­ti i lavo­ra­tori ci sarà poco da sor­pren­der­si se pre­var­rà la log­i­ca di tut­ti con­tro tut­ti. Noi rite­ni­amo invece che sia nec­es­sario lavo­rare per l’ unità dei lavo­ra­tori e dei cit­ta­di­ni di Piom­bi­no e del­la Val di Cor­nia per rispon­dere ad una fase di cui van­no respon­s­abil­mente sve­lati tut­ti i peri­coli. È ora di dire le ver­ità crude come si stan­no delin­e­an­do. La pri­ma è che la situ­azione finanziaria di Afer­pi è molto pre­oc­cu­pante e potrebbe pre­cip­itare da un momen­to all’al­tro. La sec­on­da è che se si cer­ca una coeren­za impren­di­to­ri­ale nei com­por­ta­men­ti dila­tori di Afer­pi, l’ uni­ca log­i­ca sug­geri­ta dai fat­ti è che Rebrab voglia il monop­o­lio sul por­to (ponen­dosi come osta­co­lo ad una futu­ra diver­si­fi­cazione eco­nom­i­ca) e che ”tiri alle lunghe “ sul­la siderur­gia per­ché vuole arrivare al giug­no 2017, quan­do avrà mano lib­era per dis­far­si (nel modo che più con­ver­rà a lui, non alla cit­tà) di quan­to rimar­rà degli impianti siderur­gi­ci.
Vista la grav­ità del­la situ­azione, i sin­da­cati han­no richiesto un incon­tro urgente col Gov­er­no (prin­ci­pale garante degli accor­di con Cevi­tal) per chiarire la situ­azione. Richi­es­ta nec­es­saria, ma che a nos­tro avvi­so deve essere sup­por­t­a­ta, come soste­ni­amo da tem­po , da una mobil­i­tazione stra­or­di­nar­ia (come stra­or­di­nario è il momen­to che sti­amo attra­ver­san­do) di tut­ti i lavo­ra­tori del­la zona e dei cit­ta­di­ni, per­ché la pos­ta in gio­co è la soprav­viven­za di tut­to il tes­su­to eco­nom­i­co-sociale del­la Val di Cor­nia. Solo con for­ti mobil­i­tazioni, anche con pre­si­di sot­to i Palazzi del Gov­er­no e del­la Giun­ta Regionale, si pos­sono rag­giun­gere risul­tati con­creti; il “caso Piom­bi­no” deve irrompere nei media come caso di por­ta­ta nazionale (quale è) , costrin­gen­do il Gov­er­no ad assumer­si le sue respon­s­abil­ità in fat­to di politiche indus­tri­ali.
Se le orga­niz­zazioni sin­da­cali e le forze politiche sin­ce­ra­mente inter­es­sate alla dife­sa e al rilan­cio del tes­su­to pro­dut­ti­vo del­la zona si impeg­nassero in ques­ta mobil­i­tazione, sicu­ra­mente non ver­rebbe meno una forte rispos­ta di lavo­ra­tori e cit­ta­di­ni. Noi , nel nos­tro pic­co­lo, sare­mo in pri­ma fila. I Sin­daci del­la zona pos­sono gio­care un ruo­lo molto impor­tante; in prim­is quel­lo di Piom­bi­no, che deve scegliere tra gli inter­es­si del­la cit­tà e quel­li del mag­gior par­ti­to di gov­er­no (locale e nazionale) che sin’o­ra non ha mostra­to di gradire il pro­tag­o­nis­mo diret­to del­la popo­lazione, pref­er­en­do le illu­sorie e nar­co­tiz­zan­ti “nar­razioni feli­ci”.
Chi insiste nel dire che tut­to è sot­to con­trol­lo ricor­da tan­to i passeg­geri del Titan­ic che balla­vano e can­ta­vano men­tre il transat­lanti­co affon­da­va.

Coor­di­na­men­to Art. 1 – Camp­ing CIG

(Foto di Pino Bertel­li)

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