Agroindustria: 700 posti di lavoro a rischio ?

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pervenuta in redazione

PIOMBINO 2 feb­braio 2016 — Il prog­et­to Piom­bi­no agroin­dus­tria sarà real­iz­za­to? Vor­rem­mo ricor­dare ai nos­tri rap­p­re­sen­tan­ti sin­da­cali che il piano indus­tri­ale prevede, oltre al prog­et­to siderur­gi­co, al por­to e logis­ti­ca, anche il prog­et­to Piom­bi­no agroin­dus­tria, con un inves­ti­men­to sti­ma­to in 220 mil­ioni di euro. Ad oggi, in rifer­i­men­to a tale prog­et­to, niente è sta­to fat­to e/o det­to, nonos­tante preve­da l’occupazione di 700 lavo­ra­tori oltre agli addet­ti nell’ indot­to.
Da sot­to­lin­eare che non si trat­ta di agroal­i­menta­re (zuc­cher­i­fi­ci o altro) inizial­mente pro­pa­ganda­to come ele­men­to ulte­ri­ore di una green econ­o­my ma di agroin­dus­tri­ale, fran­tu­mazione di semi oleosi e dis­til­lazione per bio diesel. Per­ciò uni­ta­mente all’oc­cu­pazione sta­bile deve mar­cia­re la garanzia di prodot­ti e pro­ces­si pro­dut­tivi di qual­ità sociale e ambi­en­tale (il fumo non è pane, nep­pure quel­lo del­l’a­groin­dus­tria Cevi­tal), altresì ser­vono garanzie pre­ven­tive e con­trol­li pre­cisi, che impeg­ni­no l’azien­da a lun­go ter­mine “con” e “per” il ter­ri­to­rio, non solo “nel” ter­ri­to­rio in quan­to limone da spre­mere.
Per il nuo­vo por­to (che, sal­vo impre­visti, sarà pron­to nel 2020) e logis­ti­ca sono già state cre­ate due soci­età: la Cevi­taly-Logis­tics SpA e la Piom­bi­no Logis­tics SpA; per il prog­et­to siderur­gi­co è già oper­a­ti­va AFERPI SpA, ma soltan­to con i lam­i­na­toi e a mar­cia molto ridot­ta, men­tre per Il prog­et­to Piom­bi­no agroin­dus­tria nes­suna soci­età è sta­ta cos­ti­tui­ta nel­lo speci­fi­co e non si tro­va trac­cia di infor­ma­ti­va del prog­et­to o doc­u­men­tazione pro­pe­deu­ti­ca negli uffi­ci com­pe­ten­ti. Inoltre il patron di Cevi­tal Rebrab lamen­ta l’impasse autor­iz­za­ti­vo su un anal­o­go prog­et­to di fran­tu­mazione di semi oleosi ecc.. in Alge­ria; se costru­isce quel­lo, non cre­di­amo fac­cia un doppi­one in Italia.
Per­tan­to invi­ti­amo i nos­tri rap­p­re­sen­tan­ti sin­da­cali ad accer­tar­si e ver­i­fi­care a che pun­to è l’iter autor­iz­za­ti­vo. Il 6 novem­bre 2016 , data in cui AFERPI si è impeg­na­ta ad assumere tut­ti i lavo­ra­tori, è sem­pre più vici­no e dense nubi nere si approssi­mano per quei 700 lavo­ra­tori del­la Luc­chi­ni e Luc­chi­ni Servizi e dell’indotto in cas­sa inte­grazione o licen­ziati che dovreb­bero essere col­lo­cati nel set­tore agroin­dus­tri­ale ad oggi molto lon­tano dal­la real­iz­zazione .
Siamo molto pre­oc­cu­pati per il dilatar­si, sem­pre più, dei tem­pi di attuazione del piano indus­tri­ale pre­sen­ta­to dall’azienda, per questo chiedi­amo ai nos­tri rap­p­re­sen­tan­ti sin­da­cali che nel prossi­mo incon­tro (l’ 11  feb­braio a Roma c/o il MISE)  oltre alla richi­es­ta e con­fer­ma del­la data di acquis­to e tem­pi di con­seg­na, chi­avi in mano, del­la nuo­va acciaieria, (par­lare solo di forno elet­tri­co è estrema­mente ridut­ti­vo l’impianto che non sarà pron­to, ogget­ti­va­mente, per il 31.12.2016) si dovrà par­lare e pre­tendere con­ferme sul­la real­iz­zazione del prog­et­to agroin­dus­tri­ale, per il ricol­lo­ca­men­to di 700 lavo­ra­tori in CIG che altri­men­ti avran­no solo la certez­za matem­at­i­ca di pas­sare dal­la CIG di Luc­chi­ni SpA in As e Luc­chi­ni Servizi Srl in As alla CIG di AFERPI per lunghi anni anco­ra e poi chissà.
In ogni caso I lavo­ra­tori devono sapere che, con­sideran­do le stime tem­po­rali di mas­si­ma per l’attuazione del prog­et­to Piom­bi­no agroindustria,(consistente nel­la real­iz­zazione delle attiv­ità pre­viste dal piano indus­tri­ale e la dimis­sione degli impianti esisten­ti, oltre agli inter­ven­ti di MISO, come descrit­to dall’Azienda nel doc­u­men­to di Pro­pos­ta di Strate­gia di inter­ven­to, per la Mes­sa in Sicurez­za Oper­a­ti­va in data Aprile 2015), sen­za impre­visti e ulte­ri­ori ritar­di (ad oggi siamo già in ritar­do di 7 mesi), il prog­et­to agroin­dus­tri­ale, si pre­sume, potrà essere ter­mi­na­to a mar­zo del 2021 più il ritar­do già accu­mu­la­to, di con­seguen­za impo­nen­do il pro­l­un­gar­si del peri­o­do di enor­mi sac­ri­fi­ci e dolorose rin­unce a cari­co dei lavo­ra­tori e delle loro famiglie leden­do anco­ra di più la loro dig­nità. Da qui la neces­sità impro­ro­ga­bile di un inter­ven­to gov­er­na­ti­vo per garan­tire un red­di­to (che non sia di ammor­tiz­za­tori sociali) ai lavo­ra­tori sen­za occu­pazione per opere stra­or­di­nar­ie di sis­temazione e rilan­cio del ter­ri­to­rio.
Infine rile­vi­amo che, in tut­ta ques­ta vicen­da, i nos­tri rap­p­re­sen­tan­ti sin­da­cali, per quan­to con­cerne l’informazione ai lavo­ra­tori, la democrazia parte­ci­pa­ta e la rap­p­re­sen­tan­za, abbiano anco­ra ampi mar­gi­ni di miglio­ra­men­to.

Grup­po Mino­ran­za Sin­da­cale — Camp­ing CIG

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