Al nuovo sindaco un’eredità poco entusiasmante
PIOMBINO 15 gennaio 2014 — Mi accingo a tracciare un breve bilancio degli ultimi anni di vita amministrativa e politica di Piombino e proverò a immaginare le cose che vorrei accadessero nel prossimo futuro, mosso da un sentimento di speranza e ottimismo ma consapevole delle enormi difficoltà che incontreremo.
Sarò diretto e poco diplomatico come credo sia necessario essere in tempi come questi. Contemporaneamente sarò sincero e umile perché conosco i miei non trascurabili limiti.
Come dicevo il campo del mio intervento è la città di Piombino che io ho scoperto nel 1973 quando proveniente da Orvieto sono arrivato in macchina con un amico alla fine di luglio e da allora ho qui messo radici. Piombino per me è stata ed tutt’ora è una città severa ma generosa, allegra ma al contempo riflessiva e responsabile.
Ma il connotato più importante e distintivo di questa comunità è (meglio forse è stata)la sua democraticità e non vi è ombra di dubbio che questo sia in larga parte dovuto al movimento operaio presente su queste terre fin dall’inizio del ‘900.
I sindacati, gli enti locali e le istituzioni regionali e nazionali hanno sempre dialogato fra loro e con i cittadini e questo ha concorso al benessere di tutta la comunità, perché è un dato di fatto che questa città è stata ricca economicamente, culturalmente, sportivamente e socialmente.
Ora le cose sono cambiate e dal periodo dell’abbondanza siamo passati ai giorni della scarsità e del bisogno.
I nostri redditi familiari sono tra i più modesti della Toscana e le nostre possibilità di crescita economica nel medio periodo sono pari a zero.
La crisi generale ha picchiato duro qui da noi ma non trascurabile è stato anche l’apporto degli enti locali le cui responsabilità non si possono nascondere.
Come dimenticare infatti il sogno di una svolta epocale infranto sugli scogli del fallimento di molti progetti ritenuti sostenibili se non addirittura già acquisiti.
Rammento la storia incredibile dei fanghi di Bagnoli per la quale tutta la dirigenza politico-amministrativa locale e in parte nazionale aveva giurato sul successo.
Ottocento milioni di euro sarebbero dovuti arrivare per questo assurdo progetto.
Un numero importante di cittadini chiesero un referendum, gli fu negato con motivazioni davvero inconsistenti.
La stessa città qualche anno prima si era interrogata sulla possibilità di una centrale a carbone e democraticamente votò un referendum. Questo è stato un segno di cambiamento nel rapporto tra istituzione e cittadini. In un caso prevalse l’ascolto e nell’altro la prepotenza.
Per i fanghi si è preferito ascoltare suggerimenti cecinesi anziché il buonsenso dei piombinesi.
Il risultato è sotto gli occhi di tutti.
Non parliamo poi del tempo e dei soldi spesi per progetti svaniti nel nulla o dimenticati in soffitta.
Alcuni esempi : Città futura, un progetto di recupero e rilancio di una parte importante del nostro territorio. Tre anni di lavoro per vari uffici comunali e non, una spesa di oltre un milione di euro, perdita del cofinanziamento regionale per un importo di 5 milioni di euro, il tutto per ottenere nulla.
Un progetto da 700 mila euro per piscina comunale olimpionica la cui fine è misteriosa.
E poi la nautica, la 398, i licei, il cambio della provincia, l’ospedale a Riotorto, il regolamento urbanistico, il bilancio del comune, l’altoforno, la Concordia e compagnia cantando.
Questa è l’eredità che si troveranno i prossimi amministratori e capite bene che la cosa è veramente seria, da far tremare i polsi.
Il prossimo sindaco a mio giudizio dovrà riaprire un dialogo con la città, dovrà ascoltare con attenzione i propri concittadini e dovrà impegnarsi non in progetti faraonici irrealizzabili ma agire al contrario in programmi seri, dai tempi certi e dai costi sopportabili.
Dovrà dimenticarsi della propria fortuna politica perché altrimenti sarà condizionato quando dovrà rivendicare presso livelli amministrativi superiori un’attenzione diversa per la sua città.
Vorrei un sindaco libero da condizionamenti, circondato da gente capace e appassionata, pronto ad ascoltare, umile e in grado di decidere senza tentennamenti.
Se alla fine del mandato i risultati saranno apprezzabili egli avrà certamente la riconoscenza della sua gente e il premio della riconferma, altrimenti, senza alcun dramma tornerà al suo lavoro cosciente di aver dato il massimo.
Questo mi auguro e spero avvenga.
(Foto di Pino Bertelli)