Al Romitorio uno scempio ambientale autorizzato
SUVERETO 6 luglio 2017 — Leggere sulla stampa della situazione che si è venuta a creare al Romitorio e Monte Coronato in conseguenza di una autorizzazione per il ripristino di viabilità è davvero sconcertante. Basta vedere le foto scattate in questi giorni e l’amarezza prende forma e sostanza. Non sembra davvero credibile che si possa compiere un tale scempio ambientale dietro una parvenza di legalità, solo perché i controlli non sono stati ancora effettuati. Crediamo non vi siano dubbi sulla mostruosità compiuta. Quei luoghi sono testimonianza storica e ambientale di una lavorazione del bosco e di una viabilità adeguata e adatta alla percorrenza con muli, con alternanza di carbonaie per un ambiente incontaminato che da secoli è li a testimoniare una presenza attiva che valorizza il bosco e le sue potenzialità. Una realtà forte e piena di ricchezze, dalle piante relitti antichissime ai siti di miniere etrusche e insediamenti di castelli e chiese medievali. Tutte potenzialità oggettive che mettono il luogo nelle migliori condizioni per diventare un vero parco geostorico che collegato alla Val di Cornia e poi a sud con le Colline Metallifere diventa una grande ricchezza che non possiamo permettere venga offesa o deturpata per sempre.
Credo si tratti anche di troppa leggerezza nel dare autorizzazioni senza rispetto degli ambienti che si vanno a modificare, portando danni irreparabili in siti che avrebbero bisogno di ben altre attenzioni per essere aiutati alla valorizzazione e per portare ancora un contributo ad una fruizione ambientale adeguata ai tempi, utilizzando anche il buon lavoro fatto dai volontari di Suvereto, che con loro azioni davvero meritorie di attenzioni, hanno ripulito e costruito percorsi trekking fin su quelle posizioni. Si potrebbe ulteriormente valorizzare il lavoro fatto concretizzando un collegamento funzionale e concreto con altri percorsi in territori di altri Comuni confinanti, per dare la giusta dimensione a realtà che non possono essere chiuse dentro confini comunali. Dovrebbe essere chiaro a tutti che questo patrimonio è solo pubblico, non solo perché il pubblico è testimone della storia, ma perché in esso sono contenute ricchezze importanti che spetta al pubblico tutelare e valorizzare con giusta decisione.
Voglio augurarmi che i Comuni, che in quei luoghi dividono i loro confini, sappiano agire con immediatezza e puntualità, per sollecitare urgenti controlli della competente Unione dei Comuni, onde evitare ulteriori danni che sarebbero una perdita inestimabile dal punto di vista storico e ambientale. Tanti sono i cittadini che oggi dichiarano che dell’ambiente non si interessa più nessuno, nemmeno i Comuni; vogliamo sperare che siano solo dicerie cattive, perché proprio i Comuni dovrebbero avere consapevolezza che la bontà del territorio e la sua qualità ambientale sono l’unico baluardo che garantisce la tutela e la salvaguardia, valorizzando le risorse che esistono, senza distruggere niente, dando ad ognuno il proprio spazio, in senso produttivo, storico o turistico, ma sempre con l’ambiente collocato al posto di maggiore onore. Questo sarebbe camminare per un domani sostenibile dello sviluppo, questo sarebbe un vero servizio ai cittadini tutti e vero rispetto del territorio. Ci auguriamo che i Comuni abbiano uno scatto d’orgoglio e si facciano sentire per assumere fino in fondo la tutela del territorio, riprendendo pienamente e consapevolmente il governo del territorio, evitando “scippamenti” impropri da parte di altri enti che non hanno obiettivi di valorizzazione. Basta vedere la Regione Toscana che autorizza costruzione di percorsi per moto induro sulla cime delle montagne, come se quella fosse valorizzazione e non deturpazione, un chiaro danno anche alla ricarica delle falde che proprio da quei punti trova la ricchezza naturale. Insomma il territorio è dei Comuni e allora lo devono governare in nome dei cittadini e soprattutto del domani.
Walter Gasperini