Al segretario del PD ed a chi se n’è andato

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pervenuta in redazione

SUVERETO 3 mar­zo 2017 — Ho segui­to con molto inter­esse il dibat­ti­to sul­la polit­i­ca e sulle scelte del PD sia nell’azione del gov­er­no Ren­zi che durante la cam­pagna ref­er­en­daria. Non sono affat­to lieto di come sono andate le cose. Ren­zi è respon­s­abile del­la sono­ra scon­fit­ta ref­er­en­daria ed è anche il mas­si­mo respon­s­abile del­la scis­sione avvenu­ta per­ché non ha fat­to niente per evi­tar­la quan­do invece da seg­re­tario gli spet­ta­va fare di tut­to. Nonos­tante la mia vic­i­nan­za alla polit­i­ca non sono rius­ci­to a trovare moti­vazioni adeguate che potessero gius­ti­fi­care la scelta degli scis­sion­isti, han­no det­to che occor­re­va più tem­po per il con­gres­so per pot­er preparare meglio i can­di­dati e la loro pre­sen­tazione. Mi sono dato dei pizzi­cot­ti per vedere se ero sveg­lio, per­ché tali moti­vazioni le può capire — se va bene — una infi­ma mino­ran­za che segue la polit­i­ca, ma chi ogni giorno pas­sa il suo tem­po libero e anche di più sui social ha dedot­to che era soltan­to un ten­ta­ti­vo di crear­si uno spazio per man­tenere poltrone. Cari ami­ci e com­pag­ni, forse non con­di­videte, ma dal­la mia mod­es­ta com­pren­sione delle cose vi dico che è così e che avete fat­to un grosso buco nell’acqua e non rac­cat­terete niente o pochissi­mo, sal­vo il met­tere a ris­chio una mag­gio­ran­za del cen­tro sin­is­tra nel­la nos­tra Italia.
Avete tra­di­to la fidu­cia di molti che in voi vede­vano il cam­bi­a­men­to pos­si­bile delle cose non con­di­vise dal­la polit­i­ca “ren­ziana”, quel­la che solo oggi sco­pre la povertà dopo aver fat­to di tut­to per sal­va­guardare il ceto medio e far pagare ai lavo­ra­tori il prez­zo del­la crisi non cer­to cre­a­ta da loro. Siete diven­tati dei porta­bandiera che las­ciano ad altri il gov­er­no del­la cosa pub­bli­ca. Ed i vec­chi com­pag­ni come me vi han­no las­ci­a­to soli alle vostre scelte ma quel che è peg­gio ora non sap­pi­amo che fare. Quel che è cer­to è che rima­ni­amo nel PD e vogliamo tentare di fare la nos­tra parte per cam­biare in pos­i­ti­vo ma da den­tro, per­ché chi fugge rin­un­cia alla lot­ta e diven­ta come quel­li che rifi­u­tano il con­fron­to per­ché han­no pau­ra del pen­siero del­la gente. Non vogliamo il par­ti­to liq­ui­do, non vogliamo dei sem­pli­ci comi­tati elet­torali, vogliamo che il par­ti­to, pro­prio a par­tire dai ter­ri­tori, sia il ful­cro di un con­fron­to vero e pieno di con­tenu­ti che sap­pia coin­vol­gere e sol­lecitare la parte­ci­pazione demo­c­ra­t­i­ca. Con un obbi­et­ti­vo cer­to, vor­rem­mo gov­ernare solo da li pos­si­amo alzare le nos­tre bandiere.
Non vogliamo essere parte di una schiera di per­sone che dice sem­pre si, vogliamo pen­sare con la nos­tra tes­ta e se serve dob­bi­amo anche dire di no. Ques­ta è la democrazia inter­na al par­ti­to. Soprat­tut­to quel­lo che deve con­tare è anche la sto­ria delle cose, ognuno deve valere o meno per quel che ha fat­to, ma rima­nen­do insieme si pote­va cer­ta­mente dare una spin­ta al nuo­vo e al cam­bi­a­men­to anche nelle politiche dei futuri gov­erni del cen­tro sin­is­tra. Ora per col­pa di tut­ti voi tut­to questo è a ris­chio, potreste aver servi­to il nos­tro Paese alla destra e al M5S su un piat­to d’argento. Bravi, davvero bravi.
E noi, den­tro il PD, che dovrem­mo fare oggi per scegliere un seg­re­tario? Per rimanere quel­li che siamo o tentare il cam­bi­a­men­to soste­nen­do altri? Le cose non sono così sem­pli­ci.
Esem­pio nel­la mia zona: nel pos­si­bile cam­bi­a­men­to mi tro­verei al fian­co di tut­ti quei diri­gen­ti locali che han­no con­tribuito a dis­trug­gere una polit­i­ca impor­tante nel gov­er­no dell’area. Eppure la polit­i­ca, dal mio modesto pun­to di vista, deve essere cosa seria, dove la coeren­za e lo spir­i­to di servizio sono al pri­mo pos­to. Deb­bono con­tare le azioni che allon­tano gli ego­is­mi e gli oppor­tunis­mi nel ten­ta­ti­vo di dare quel­la direzione alla polit­i­ca che diminuisce le dif­feren­ze. Ma anche una polit­i­ca che riesce a chiedere con­to a tut­ti quel­li che del­la polit­i­ca vor­reb­bero farne uno stru­men­to per la loro vita, affer­man­do così che per un cen­tro sin­is­tra soli­do, sarà pre­mi­a­to solo il servizio alla col­let­tiv­ità e una sev­era coeren­za nelle scelte di ognuno.

Wal­ter Gasperi­ni

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