Al vaglio dell’Arpat tre mesi di rifiuti in discarica
PIOMBINO 7 giugno 2019 — La discarica di RIMateria, soggetta ad Autorizzazione integrata ambientale con atto della Regione del 2016, è stata aggetto di un’ispezione da parte degli operatori del dipartimento Piombino-Elba dell’Arpat, l’agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana. I tecnici, in due visite del 26 marzo e del 4 aprile scorsi, hanno effettuato un sopralluogo sul corpo di discarica di Ischia di Crociano accertando, sul cinquanta per cento della superficie, la presenza di una copertura temporanea con strato in HDPE, cioè di polietilene ad alta densità, adatto per scopi come quelli per cui è usato da RIMateria, e acquisendo i dati relativi ai conferimenti dei rifiuti destinati al deposito in discarica ed alla copertura giornaliera, dal primo gennaio fino alla data dell’ispezione. In particolare, in una relazione inviata alla Direzione ambiente e energia della Regione, al sindaco di Piombino e alla stessa RIMateria, è stata allegata la seguente tabella relativa ai conferimenti degli scorsi mesi di gennaio, febbraio e marzo. Per capire i dati va riferito che il codice “Cer”, indicato in tabella, si riferisce alla classificazione europea dei rifiuti. Per avere un idea il codice Cer 191212, che compare spesso nella tabella, riguarda gli scarti “prodotti dal trattamento meccanico dei rifiuti diversi da quelli di cui alla voce 191211” che contengono anche sostanze pericolose. Le sigle “D1” e “C” attengono invece alle destinazioni del rifiuto in discarica laddove col termine “D1” ci si riferisce al deposito e con il termine “C” alla copertura. Gli operatori Arpat hanno accertato che, dal gennaio a marzo 2019, sono state depositate in discarica 14.228,24 tonnellate di rifiuti; 2.459,91 tonnellate sono state invece utilizzate come copertura.
A completamento dell’ispezione gli operatori Arpat hanno acquisito la documentazione relativa ai conferimenti di sei produttori individuati a campione:
- Ecosystem di Pomezia in provincia di Roma;
- Masotina di Corsico (Milano):
- Macero Maceratese di Macerata;
- Bigaran di San Biagio di Callalta in provincia di Treviso;
- Veritas di Venezia;
- Faenza depurazioni di Faenza in provincia di Ravenna.
Ecosystem
Ha conferito rifiuti non pericolosi costituiti soprattutto da frazioni di scarto in plastica non recuperabile. La caratteristica di base definisce il materiale inodore e tale è risultato da una verifica di RIMateria. L’Arpat riferisce che, al contrario, la verifica di conformità riporta “odore sgradevole” e il piano di campionamento “odore caratteristico”. Le caratteristiche del rifiuto sono risultate idonee all’ammissione in discarica.
Masotina
Ha conferito “scarti da selezione automatizzata di imballaggi in plastica”. Nelle caratteristiche di base l’odore è definito “debole ma avvertito” mentre negli allegati alla verifica di conformità si parla di “odore sgradevole”. Le caratteristiche del rifiuto sono risultate idonee all’ammissione in discarica.
Macero Maceratese
La ditta svolge attività di recupero di rifiuti speciali non pericolosi. In discarica ha conferito sopratutto materiali solidi da attività industriali e commerciali (imballaggi, scarti di gomma e plastica). Caratterizzazioni e verifica di conformità indicano materiali inodori. Le caratteristiche del rifiuto sono risultate idonee all’ammissione in discarica.
Bigaran
La ditta svolge attività di selezione e cernita di frazioni recuperabili di rifiuti provenienti da aziende operanti in campo edile, calzaturiero, del mobile e della lavorazione di materie plastiche. L’Arpat ha rilevato che i markers di cancerogenicità, ecotossicità e mutagenicità sono risultati tutti inferiori al limite di determinazione. Nella relazione si parla della mancata verifica della caratteristica di pericolo HP3, relativa all’infiammabilità dei materiali e si cita un indicazione di RIMateria alla ditta, in data 22 marzo 2019, circa un difetto di triturazione del rifiuto risultato di dimensioni superiori a quelle previste negli accordi. Le caratteristiche del rifiuto sono risultate idonee all’ammissione in discarica.
Veritas
Come scrivono i tecnici Arpat “l’impianto da cui origina il rifiuto conferito a RIMateria nasce da un trattamento chimico fisico biologico di reflui e rifiuti industriali. I reflui sono costituiti da acque di processo prodotte dalle società del Petrolchimico di Porto Marghera, delle quali un’importante componente proviene dalla raffineria di Porto Marghera, con reflui derivanti dai processi di raffinazione e produzione di biodiesel. Il rifiuto liquido principale in ingresso all’impianto è costituito da percolato da discarica di rifiuti urbani”.
Nella relazione si dice che “dalla documentazione risulta evidente che tale rifiuto presentava criticità legate alla sua carica odorigena: nella caratterizzazione di base viene indicato “odore acre”, nel rapporto di prova effettuato nell’ambito della verifica di conformità da parte di RIMateria, si osserva che la determinazione dell’odore non è stata condotta per l’uso di maschere DPI da parte degli operatori. Risulta inoltre una significativa presenza di composti fenolici che potrebbero essere causa dell’emissione odorigena.
Significativa da parte di Arpat la segnalazione circa una nota del 7 marzo 2019 in cui RIMateria comunicava a Unirecuperi (proprietario del 30% delle azioni di RIMateria, ndr), in qualità di intermediario, che, al conferimento di un carico del 6 marzo, con CER 190812, proveniente da Veritas spa, era stata riscontrata una non conformità relativa all’eccessiva carica odorigena del rifiuto rispetto a quanto previsto dall’autorizzazione al conferimento rilasciata da RIMateria. “Il gestore — rilevano gli operatori Arpat — non ha tuttavia effettuato il respingimento del carico, nonostante la necessità di mitigare le emissioni odorigene nella gestione della discarica, ma ha esclusivamente informato il produttore che non sarebbero stati accettati altri conferimenti caratterizzati da questo tipo di anomalia odorigena, procedendo al loro respingimento anche parziale. Il carico pertanto è stato comunque conferito”.
Le caratteristiche chimiche del rifiuto sono risultate idonee all’ammissione in discarica.
Faenza Depurazioni
La ditta ha conferito a RIMateria fanghi da trattamento di acque reflue industriali. Delle prove è risultato un Ph superiore a 11,5, imputabile all’utilizzo di idrossido di calcio per il condizionamento chimico prima della filtrazione. La non pericolosità è stata accertata mediante test in vitro. Le caratteristiche chimiche del rifiuto sono risultate idonee all’ammissione in discarica.