LO HA DETTO IL PRESIDENTE DI UNICOOP LAMI: PER VIA GORI SOLO RESTYLING

Alla ricerca della previsione urbanistica perduta

PIOMBINO 16 novem­bre 2017 — Adesso è uffi­ciale: lo sposta­men­to del super­me­r­ca­to Uni­coop di via Gori in Piom­bi­no in via Fle­malle non si farà, meglio la manuten­zione del­l’e­sistente. Lo ha affer­ma­to, sec­on­do IL TELEGRAFO di giovedì 16 novem­bre 2017, il pres­i­dente di Uni­coop Tir­reno Mar­co Lami: «Servireb­bero 40 mil­ioni di euro, noi ora abbi­amo una capac­ità sui 10 mil­ioni l’anno. Preve­di­amo quin­di un restyling del super­me­r­ca­to». Lo sposta­men­to rimane inter­es­sante ma, come il sol del­l’avvenire, sta là sul­lo sfon­do. Per ora, come spie­ga l’ Enci­clo­pe­dia Trec­ca­ni, solo restyling, cioè “ritoc­co al dis­eg­no del­la car­rozze­ria o dell’equipaggiamento di un vei­co­lo ese­gui­to allo scopo di miglio­rarne l’estetica e per­me­t­terne il rilan­cio sul mer­ca­to, sen­za tut­tavia apportare trasfor­mazioni pro­fonde alla sua lin­ea gen­erale”.
Curioso che l’in­for­mazione non sia arriva­ta al pub­bli­co dal sin­da­co di Piom­bi­no, Mas­si­mo Giu­liani, che il 17 gen­naio 2017 ave­va cat­e­gori­ca­mente affer­ma­to: «Non lo nego, sono poco sereno.…Vorrei sapere se quel prog­et­to è sem­pre in pie­di, per­ché a quel­lo sposta­men­to è lega­to il nuo­vo dis­eg­no del cen­tro e il piano del­la mobil­ità». Ora, sic­come dopo dieci mesi sia il sin­da­co sia gli asses­sori non pote­vano  non sapere ci doman­di­amo per­ché non han­no infor­ma­to cor­ret­ta­mente i cit­ta­di­ni come sarebbe sta­to loro dovere. Non che la cosa ci mer­av­igli più di tan­to, la sto­ria delle decla­mazioni e dei silen­zi è ormai diven­ta­ta una pras­si, ma il prob­le­ma rimane.
La realtà è che il Comune di Piom­bi­no avrebbe dovu­to ammet­tere l’en­nes­i­mo fal­li­men­to di una pre­vi­sione e urban­is­ti­ca ad per­son­am. In questo caso più ad per­son­am di così non si sarebbe potu­to. Bas­ta leg­gere il rego­la­men­to urban­is­ti­co del Comune di Piom­bi­no, adot­ta­to nel giug­no 2012 e suc­ces­si­va­mente approva­to nel 2014,  che, nel­la sche­da nor­ma­ti­va AT 15 del Dossier F, elen­ca come obi­et­tivi e final­ità

  • ricol­lo­care il super­me­r­ca­to coop esistente (grande strut­tura di ven­di­ta) a servizio del cen­tro urbano, per con­sen­tirne l’adeguamento fun­zionale, oltreché per miglio­rarne l’accessibilità veico­lare e la dotazione degli spazi per la sos­ta e lo scari­co delle mer­ci;
  • pro­muo­vere la riqual­i­fi­cazione e la rigen­er­azione urbana di un ampio ambito urbano pos­to a con­tat­to tra lo sta­bil­i­men­to indus­tri­ale ed il cen­tro cit­tadi­no, in con­nes­sione con l’arretramento del­la stazione fer­roviaria e la creazione di nuovi spazi pub­bli­ci di relazione;
  • creazione di un nuo­vo polo com­mer­ciale inte­gra­to con il tes­su­to urbano;
  • recu­pero del­la sede stor­i­ca di via Gori del super­me­r­ca­to coop per fun­zioni plurime di servizio e di inter­esse col­let­ti­vo.

Las­ci­amo pure da parte le biz­zarrie, sem­pre ispi­rate dal palaz­zo comu­nale,  che prevede­vano in via Gori  al piano ter­ra dell’edificio  servizi e una fun­zione com­mer­ciale lim­i­tata­mente ai negozi di vic­i­na­to e des­ti­na­vano gli altri piani  alla real­iz­zazione di un ostel­lo del­la gioven­tù e  delle res­i­den­ze, rimane il fat­to che un’ impor­tan­tis­si­ma pre­vi­sione urban­is­ti­ca che avrebbe dovu­to essere real­iz­za­ta entro il 2019 (cinque anni sono quel­li di valid­ità di un rego­la­men­to urban­is­ti­co) è fal­li­ta.
Se fos­se un caso uni­co si potrebbe pur incol­pare il des­ti­no cini­co e baro ma il fat­to è che altre ril­e­van­ti pre­vi­sioni urban­is­tiche han­no fat­to la stes­sa fine. Ed era­no tutte derivate da piani e pro­gram­mi pri­vati che le deci­sioni pub­bliche sem­plice­mente face­vano pro­pri ed inserivano nel­la piani­fi­cazione ter­ri­to­ri­ale comu­nale.
Ne citi­amo due.
L’u­na è la vari­ante Afer­pi (vari­ante urban­is­ti­ca per l’at­tuazione del piano indus­tri­ale Afer­pi, così la chia­ma lo stes­so Comune) basa­ta su un piano indus­tri­ale elab­o­ra­to dal­la soci­età Afer­pi (alle­ga­to 1_5 del­la vari­ante) ed un mas­ter­plan ulte­ri­ore prodot­to dal­la stes­sa azien­da (alle­ga­to 4_1_2 del­la vari­ante) che, a pre­scindere dal­la loro attua­bil­ità, sem­pre evi­den­te­mente pari a zero, oggi sono ulte­ri­or­mente azzerati dal­lo stes­so pres­i­dente di Cevi­tal ed Afer­pi che dichiara di vol­er pro­durre 4 mil­ioni di ton­nel­late di acciaio e di vol­er rimet­tere in pro­duzione l’alto­forno esistente e spen­to dal­l’aprile 2014.
L’al­tra è la vari­ante al piano rego­la­tore e al piano strut­turale  d’area per la por­tu­al­ità, il dis­tret­to del­la nau­ti­ca, il rias­set­to delle aree indus­tri­ali e delle infra­strut­ture con­nesse basa­ta sul pro­gram­ma di rein­dus­tri­al­iz­zazione Luc­chi­ni del 2008, anch’es­so alle­ga­to alla vari­ante,  che prevede­va

  • cola­ta con­tin­ua a spes­sore sot­tile,
  • lam­i­na­toio in lin­ea per prodot­ti piani,
  • linee di fini­tu­ra,
  • capan­noni,
  • impianti ausil­iari (trat­ta­men­to acque, ali­men­tazione elet­tri­ca, offic­i­na,…)
  •  capac­ità pro­dut­ti­va: fino a 1,7 mil­ioni di ton­nel­late / anno
  •  avvi­a­men­to impianto luglio 2010.

Tut­to nat­u­ral­mente non real­iz­za­to tan­t’è che nel dicem­bre 2012 è arriva­to nel­la ex Luc­chi­ni il com­mis­sario stra­or­di­nario. E sap­pi­amo poi come la sto­ria è con­tin­u­a­ta.
Ma quel­la pre­vi­sione urban­is­ti­ca è sta­ta lì per anni fino a quan­do è sta­ta can­cel­la­ta dal­la vari­ante Afer­pi che sap­pi­amo quale des­ti­no abbia avu­to.
Già questo bas­ta.
Ma nes­suno si pone il prob­le­ma che tut­ti questi enor­mi fal­li­men­ti sono sca­tu­ri­ti dal fat­to che il Comune dismesse le fun­zioni di ente pro­gram­ma­tore, il che impli­ca capac­ità autono­ma di elab­o­razione e giudizio, ha assun­to solo quelle di reg­is­tra­tore di idee altrui anche quan­do improv­vide?
Forse per il pre­sente e per il futuro sarebbe nec­es­sario.

 

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