Almeno tre sommergibili. Non se ne parla!
PIOMBINO 8 ottobre 2018 – Nel protocollo “Accordo per il cantiere navale dii demolizioni, costruzioni e logistica di Piombino Industrie Marittime nel porto di Piombino”, proposto dalla Regione Toscana al Comune di Piombino, all’Autorità di Sistema Portuale del Mar Tirreno Settentrionale e a Piombino Industrie Marittime S.r.l., è possibile leggere la storia ingloriosa della demolizione delle navi militari, parte importante dell’Accordo di programma del 24 aprile 2014 di cui in tanti hanno menato vanto.
Ad oggi nemmeno tre sommergibili, si potrebbe dire.
Ecco la storia così come viene raccontata nel documento regionale:
Piombino Industrie Marittime (Pim) il 26 gennaio 2017 ha partecipato al kick-off meeting convocato dal Ministero della difesa – Marina Militare Italiana – finalizzato alla verifica della sostenibilità tecnico-economica della demolizione delle ex-navi militari, di cui all’Accordo di programma per la riqualificazione e riconversione del polo industriale di Piombino (firmato il 24 aprile 2014), prendendo contestualmente atto di quanto dichiarato dai Rappresentanti dello Stato Maggiore Marina e di Maricomlog (Comando Logistico della Marina Militare) circa l’avvio dell’iter normativo necessario alla modifica dell’art. 311 del Regolamento in vigore per la “cessione di beni mobili a titolo gratuito”, salvo poi riscontrare la necessità di una normativa in deroga per la consegna del naviglio dismesso all’Autorità portuale e successivamente a Pim.
Pim nei mesi di febbraio e marzo 2017 ha comunque provveduto, a propria cura e spese, ai sopralluoghi nei porti di La Spezia, Taranto, Brindisi, Augusta per una verifica di sostenibilità tecnico-economica della demolizione delle ex-navi della Marina militare rispettando l’impegno assunto con l’atto di sottomissione per le aree nella darsena nord del porto di Piombino.
Pim il 10 maggio 2017 ha comunicato alla Marina militare italiana ed all’Autorità portuale i risultati dei sopralluoghi alle ex navi presenti nei porti di La Spezia, Augusta, Taranto, Brindisi, dichiarandosi disponibile, nonostante i previsti negativi risultati economici, alla demolizione di tre unità di sommergibili, senza peraltro ricevere riscontri alla disponibilità manifestata.
Dunque tutto finito quel progetto che, per la verità, non stava proprio in piedi.
Stile libero Idee dalla Val di Cornia ha raccontato e motivato le perplessità che tutti, peraltro, se ne avessero voluto la voglia avrebbero capito. Inultile raccontarle di nuovo: se qualcuno dei nostri venticinque lettori di manzoniana memoria ha voglia di leggerle ancora basta che vada all’articolo
LA STORIA DEL POLO DELLE DEMOLIZIONI MARITTIME PREVISTO SUL PORTO Naviglio da rottamare: un business tutto in salita
Vale la pena invece di rileggere i contenuti testuali di quell’Accordo di programma del 21 aprile 2014 DISCIPLINA DEGLI INTERVENTI PER LA RIQUALIFICAZIONE E LA RICONVERSIONE DEL POLO INDUSTRIALE DI PIOMBINO firmato da Presidenza del Consiglio dei Ministri, Ministero dello sviluppo economico, Ministero della Difesa, Ministero delle infrastrutture e dei trasporti Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Agenzia del Demanio, Regione Toscana, Provincia di Livorno, Comune di Piombino, Autorità Portuale di Piombino, Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo di impresa:
“VISTO il Regolamento (UE) n. 1257/2013 del Parlamento Europeo e del consiglio del 20 novembre 2013 relativo al riciclaggio delle navi e che modifica il regolamento (CE) n. 1013/2006 e la direttiva 2009/16/CE;
considerato
- che una delle potenziali direttrici di reindustrializzazione dell’area è costituita dal potenziamento delle attività portuali attraverso la creazione delle condizioni per l’avvio di un’attività di smantellamento delle navi, di manutenzione e refitting navale, anche mediante la realizzazione a carico di investitori privati di un adeguato bacino di galleggiamento e/o carenaggio;
- che nell’ambito del presente accordo di programma il Governo si impegna a rendere disponibili navi da smantellare del Ministero della Difesa ai siti navali ubicati presso il Porto di Piombino che presenteranno i requisiti professionali, ambientali e sanitari, richiesti per lo svolgimento di tale attività ed, a tale scopo, il Ministero della Difesa procederà alla definizione di un programma di dismissione delle navi, anche in termini di numerosità e tonnellaggio, nell’ambito di uno specifico cronoprogramma determinato entro tre mesi ai sensi del presente accordo;
.….….
- In via preliminare, le parti si impegnano affinché, nella fase di raccolta nelle proposte d’investimento, prevista dal comma 5 dell’art. 2 del D.M. 31 gennaio 2013, venga riconosciuta, nell’assegnazione delle aree, priorità a quelle inerenti i programmi di sviluppo nel settore dello smantellamento delle navi e quello della manutenzione e del refitting navale ed a questo scopo riconoscono la necessità che venga realizzato un adeguato bacino di galleggiamento e/o carenaggio mediante un’apposita procedura ad evidenza pubblica, a cura dell’Autorità Portuale, per l’individuazione di uno o più investitori privati con comprovate capacità tecnologiche ed industriali nonché adeguate disponibilità finanziarie.
- Relativamente alla resa in disponibilità di navi militari di cui alle premesse del presente accordo, saranno definite le modalità tecniche attuative mediante specifici accordi tra il Ministero della Difesa e il sito navale di Piombino”.
Ciò che è successo dopo è esattamente il contrario di ciò che è stato scritto prima nell’Accordo di programma, così come è raccontato nel protocollo regionale. Eppure tra il prima ed il dopo niente è successo che abbia cambiato le condizioni o le regole.
La ragione non può essere che una: anche i contenuti di quell’ Accordo di programma (come di altri) che hanno un valore giuridico forte sono stati scritti più per convenienze politiche contingenti che in virtù di scelte tanto ponderate quanto credibili.
Così è ed è stato, ma non significa che sia una buona cosa. Del resto gli eventi lo stanno dimostrando.