Altre osservazioni sulla discarica che non piace
PIOMBINO 18 dicembre 2018 — A seguito della presentazione il 9 novembre 2018 da parte di RIMateria della documentazione integrativa richiesta dalla Regione Toscana nonché delle controdeduzioni alle osservazioni pervenute è stata riaperta la possibilità di presentare altre osservazioni nell’ambito della procedura di Valutazione di Impatto Ambientale relativa a
- Attività di trattamento e riciclo in loco delle scorie con impianto mobile su Area Li53 finalizzata al loro riutilizzo come MPS (Materie Prime Seconde, ndr) nell’ambito della MISP (Messa In Sicurezza Permanente, ndr) autorizzata con Decreto Direttoriale del Ministero dell’Ambiente prot. n.423 del 04/10/2017;
- Progetto definitivo della Variante 2 alle opere di chiusura della discarica Lucchini-riprofilatura con discarica RIMateria,
- Progetto definitivo della nuova discarica su Area Li53,
cioè al polo industriale per rifiuti speciali di Ischia di Crociano a Piombino.
La documentazione integrativa e le controdeduzioni alle osservazioni presentate erano connesse ai contributi ricevuti dalla Regione Toscana da parte di numerosi enti pubblici e alle osservazioni di numerosi soggetti tra i quali in particolare il Comitato Salute Pubblica Piombino-Val di Cornia.
La possibilità è stata utilizzata dallo stesso Comitato, dal WWF Italia per la Toscana e dell’ Associazione WWF Livorno che hanno presentato 17 (16 il Comitato ed 1 il WWF) nuove osservazioni riferite ai contenuti delle controdeduzioni di RIMateria.
Le osservazioni del Comitato Salute Pubblica Piombino-Val di Cornia sono state così riassunte dallo stesso Comitato:
- Nell’osservazione alla controdeduzione 1.1 rileviamo la differente situazione in cui si colloca il progetto di bonifica della LI53 approvato dal Ministero ed elaborato da Asiu molti anni fa. La bonifica fu elaborata da Asiu per ampliare la discarica per rifiuti urbani e speciali quando Asiu, società interamente pubblica in house, gestiva raccolta e trattamento dei rifiuti urbani dei Comuni della Val di Cornia. Oggi la Valutazione di Impatto Ambientale è richiesta per una discarica per rifiuti speciali e dunque non si tratta di un ampliamento ma della costruzione di una nuova discarica all’interno di un SIN da bonificare. Rileviamo l’impossibilità per RIMateria di ottemperare a quanto previsto nel contratto stipulato con il Demanio. Chiediamo se la rimozione dei cumuli potrebbe comportare l’impossibilità del risarcimento del danno che il soggetto colpevole deve alla Regione Toscana ed al Demanio. Chiariamo che non si bonifica l’area per un qualsiasi futuro utilizzo ma per attrezzarla ad ospitare una enorme nuova discarica ed a rialzarne un’altra ferma dal 2010.
- Nella seconda osservazione alla controdeduzione 1.1 facciamo presente che RIMateria S.p.a. altro non è che il nuovo nome di TAP (Tecnologie Ambientali Pulite S.p.a., ndr) costituita dal Comune di Piombino e Lucchini siderurgica. Lucchini S.p.a. in amministrazione straordinaria possiede ancora oggi il 12,5% delle azioni di RIMateria. i cumuli sulla LI53 sono stati depositati dopo gli anni 2000 e che forse il probabile inquinatore è Lucchini. La “riqualificazione” proposta per quest’area non la restituirà ad altro uso rispetto a quello abusivamente determinato, sarà semplicemente messa in sicurezza, cioè sgombrata dai cumuli e isolata con un telo solo per essere sommersa da un’enorme quantità di rifiuti speciali provenienti da tutta Italia. Asiu, socio di maggioranza di RIMateria, non ha mai bonificato la LI53 pur essendone autorizzata. Asiu voleva costruirvi sopra una discarica per rifiuti urbani, RIMateria invece intende costruirvi una nuova discarica per rifiuti speciali non soggetti a privativa.
- Nell’osservazione alla controdeduzione 2.1 riaffermiamo che la scelta di non utilizzare gli impianti fissi dedicati al riciclo di inerti dimostra che delle varie articolazioni del piano industriale di RIMateria resta in piedi solo lo stoccaggio in discarica. RIMateria non si è messa in condizione di eseguire operazioni di riciclo rimettendo in funzione la TAP. Sottolineiamo che su tali impianti nessun investimento è previsto nel nuovo piano industriale, dove si parla esclusivamente di nuovi spazi di discarica. Rammentiamo i criteri che escludono la possibilità di costruire una nuova discarica in ”Loc.Palude-Ischia di Crociano”, all’interno del SIN (Sito di Interesse Nazionale, ndr), secondo le stesse leggi regionali.
- Nella seconda osservazione alla controdeduzione 2.1 notiamo che il progetto attuale non tiene minimamente conto dei piani industriali già presentati e approvati, ma mai attuati senza che ne siano state spiegate le motivazioni. La “scelta” di avvalersi di un impianto mobile per il trattamento dei cumuli dimostra che l’impianto TAP non è in grado di funzionare. È un’opera sulla quale è stata investita una montagna di denaro anche pubblico e che, per ragioni mai chiarite, non ha mai prodotto utili. Vogliamo sottolineare che ben 54 famiglie abitano vicine alla LI53aR. Le difficoltà finanziarie sono dimostrate anche dal fatto che il 16 luglio 2018 il Comune di Piombino è stato costretto a deliberare con la massima urgenza una variazione del bilancio pluriennale 2018/2020 per garantire un’immediata anticipazione di liquidità pari a 350.000 euro a RIMateria S.p.a. per contrarre una polizza fideiussoria a favore della Regione Toscana. Ad oggi non c’è nessuna garanzia che RIMateria possa avere a disposizione i mezzi per gestire un complesso di discariche che arriverà ad ospitare decine di milioni di tonnellate di rifiuti.
- L’osservazione alla controdeduzione 3.1 ribadisce che la Valutazione di Impatto Ambientale non può prescindere da una valutazione della solidità finanziaria del proponente. Come concedere nuove autorizzazioni quando la S.p.A. RIMateria a tutt’oggi non ha completato le prescrizioni previste nell’AIA del 2011 e del 2016, principalmente per mancanza di capitali da investire. La mancata messa in regola degli impianti ha provocato danno alle persone ed all’ambiente. Si rammenta la vicenda sequestro e dissequestro. Si analizza sotto questa luce la vicenda Finworld e mettiamo in dubbio la capacità della S.p.A. di autofinanziarsi.
- Nella seconda osservazione alla controdeduzione 3.1 evidenziamo che non riteniamo accettabile limitarsi a una lettura attenta delle numerose documentazioni prodotte da RIMateria nei confronti degli Enti autorizzatori, le documentazioni prodotte in passato dall’azienda e attestanti il buon funzionamento dell’impianto, in seguito non sono risultate rispondenti alla realtà. L’azienda non smentisce i seguenti fatti: non ha ancora ottemperato alle prescrizioni AIA del 2011 e del 2016; il sequestro preventivo ordinato dal GIP del Tribunale di Livorno non risulta “completamente risolto” perché l’impianto non è più sotto-sequestro ma si è deciso di dissequestrare prima che tutto fosse messo a norma. Le indagini della Procura sono ancora in atto su di un’altro grave accadimento. Da un momento all’altro potrebbe iniziare un processo penale innanzi al Tribunale di Livorno in merito alla vicenda Lonzi-Rari e potrebbe essere data disposizione di effettuare dei carotaggi; la ridotta capacità finanziaria è stata e potrebbe continuare ad essere alla base della sua incapacità di gestire l’impianto, con nuovi ritardi e nuove inadempienze che metterebbero ancora più a rischio la delicatissima area in cui la discarica sorge.
- Nell’osservazione alla controdeduzione 4.1 mettiamo in evidenza l’abbandono del settore dedicato al riciclo e scelta nel nuovo piano industriale di fare della discarica l’attività caratterizzante la S.p.A. RIMateria, l’alienazione verso qualsiasi uso futuro di spazi demaniali in concessione a RIMateria, il non rispetto del principio di prossimità e la dimensione di livello nazionale della progettata discarica per rifiuti speciali. Inoltre non sono considerate ed analizzate realmente le bonifiche, compresa la rimozione dei cumuli e le demolizioni AFERPI e le reali esigenze delle acciaierie. Il vero piano industriale non si basa su né sul rispetto del principio di prossimità né sulle esigenze del territorio presenti e future. Il vero piano industriale si basa sul fare esclusivamente una discarica per intercettare il mercato nazionale dei rifiuti speciali.
- Nell’osservazione alla controdeduzione 5.1 mettiamo in evidenza che le perdite dal telo di fondo della discarica devono essere immediatamente verificate per mezzo sia di indagini geoelettriche da ripetere e per mezzo delle più precise analisi isotopiche, sotto controllo ARPAT. Questo va fatto prima della approvazione di qualsiasi nuovo progetto. Inoltre nessun nuovo progetto può essere approvato dalla Regione Toscana in mancanza di una analisi dettagliata della composizione dei rifiuti presenti nelle due discariche ex-Lucchini perché solo da esse si potrà prevedere come reagiscono alle spinte laterali che subiranno dalla nuova progettat.
- L’osservazione sulla controdeduzione 6.1 parla del rialzo della ex-discarica Lucchini, evidenziando anche i pericoli a cui le lavorazioni previste sottoporranno sia i lavoratori che i cittadini che abitano nei pressi e la necessità di un intervento preventivo e di analisi della ASL (Azienda Sanitaria Locale, ndr) di Piombino in merito. Riaffermiamo la necessità di completare la 4° Variante e di verificarne i possibili problemi in merito alla stabilità delle discariche con rilievi sul campo. Questo va fatto prima di autorizzare un nuovo progetto che dà per scontato l’inesistenza di possibili cedimenti e deformazioni della discarica ex-Asiu e della ex-Lucchini a cui si appoggia il cono rovescio.
- L’osservazione alla controdeduzione 8.1 rammenta l’obbligatorietà della VAS (Valutazione Ambientale Strategica, ndr) che invece non è stata effettuata. Si mette in evidenza il possibile danno che una discarica di quelle dimensioni può provocare anche al tessuto economico. La cui descrizione fatta dalla S.p.A. RIMateria non corrisponde alla realtà. Sono presenti in zona: 1149 imprese agricole attive, spiaggia del Quagliodromo, parco naturalistico della Sterpaia, l’aera naturalistica del WWF, piccoli porticcioli turistici, attività di itticoltura, attività di allevamento di mitili, progetto di porto turistico in località Chiusa di Pontedoro, Oasi WWF (per cui non era stata fatta la Valutazione di Incidenza Ambientale), ristrutturazione in corso della centrale ENEL da anni chiusa. Rammentiamo infine la zona paludosa non adatta alla nuova discarica.
- L’osservazione alla controdeduzione 13.1 ribadisce che non è rispettato il principio di prossimità. Non basta sostenere che poiché la discarica sorge vicino ad un SIN accoglierà i rifiuti provenienti dalla sua bonifica. Sono venti anni che aspettiamo le bonifiche e ancora non sappiamo quando inizieranno. Ricordiamo che le bonifiche non sono nemmeno in programma e quindi potrebbero anche non partire mai, non si può predisporre una nuova grande discarica a servizio di un qualcosa che non esiste. Stesso discorso per il rilancio delle acciaierie di cui ancora è da verificare la fattibilità dei forni elettrici che come minimo comunque partiranno tra 4 anni e non produrranno la mole di rifiuti che sostiene RIMateria. Molto più realisticamente per stare sul mercato e non fallire i rifiuti proverranno da tutte le regioni italiane come del resto è successo in questi ultimi due anni, creando anche notevoli problemi di traffico.
- L’osservazione alla controdeduzione 14.1 riafferma che vi sono abitazioni a meno di 500 metri dalla progettata discarica, che vicino alla zona della progettata discarica non vi sono state e non vi sono attività industriali, che l’area dove dovrebbe sorgere la discarica prima va bonificata e solo dopo si potrà stabilire se potrà ospitare una nuova discarica. Il progetto della nuova discarica si basa sul presupposto che venga certificata la MISP ma, secondo noi, non può essere autorizzato un progetto prima ancora di avere le certificazioni.
- L’osservazione alla controdeduzione 15.1 stabilisce che senza avere ben chiaro lo stato di fatto delle discariche presenti non è possibile progettare in una zona vicina una nuova discarica e valutarne l’impatto ambientale. È completamente assente la risposta alla nostra osservazione in merito all’impatto odorigeno. Riteniamo inoltre incomprensibile la non segnalazione di tale problema da parte dell’ASL di Piombino nel suo contributo fornito alla Regione Toscana. La nuova enorme discarica progettata continuerà a creare gli stessi problemi per quanto riguarda le maleodoranze. Non è un caso che le discariche per legge devono essere ubicate in zone adatte e che un criterio è la distanza da centri abitati, scuole, ecc. Distanze che nel nostro caso non sono rispettate!
- L’osservazione alla controdeduzione 16.1 dimostra l’infondatezza della affermazione che il progetto è sostenibile rispetto l’alternativa “0”
(non realizzazione delle opere in progetto), in base a valutazioni tecnico progettuali secondo le quali il flusso di traffico dei rifiuti da e per il sito in oggetto è tale da preferirlo all’alternativa “0” stessa. I rifiuti proverranno dall’esterno del SIN e della nostra zona come è successo fino ad oggi mentre l’enorme area di discariche impedirà la diversificazione economica. - All’osservazione 19 nella controdeduzione 19.1 non è stata data risposta. Riteniamo questo fatto grave perché trattavamo i criteri penalizzanti o che escludono la possibilità di costruire una nuova discarica: sono vicine aree agricole di pregio, zona a pericolosità idraulica, per il centro abitato di Colmata non è garantito il permanere di una fascia di rispetto di 200 metri fra il perimetro del centro abitato e il perimetro del nuovo impianto (che comprende anche le vecchie discariche), sono vicini il nuovo quartiere residenziale di Fiorentina, gli ormeggi turistici ed il ristorante di Pontedoro e Terre Rosse, i nuclei abitati delle Terre Rosse distano circa 400 metri , la Merenderie e Cantine Menti la Solera, il quartiere del Gagno, a circa 2 chilometri si trova la Scuola Materna Ponte di Ferro, l’Oasi del WWF, il Parco Naturale della Sterpaia, l’area di rispetto del Fosso Cornia Vecchia. Altri punti critici: il traffico diretto alle spiagge e alla città si mischierà con quello dei camion che portano i rifiuti, possibile intralcio con il percorso della 398 fino al porto. Un altro criterio escludente oltre quelli richiamati ai punti precedenti è quello che fa riferimento all’ art. 13 comma 5 della l.r. 25/98 che stabilisce che prima di costruire una discarica la zona deve essere bonificata. Ribadiamo che la discarica non si trova all’interno di una zona industriale ma sul confine della stessa.
- Nella seconda osservazione alla controdeduzione 19.1 notiamo che la procedura di VIA è iniziata mancando un prerequisito: avere effettuato la MISP da parte della SpA RIMateria. La verifica della fattibilità tecnica della nuova discarica da parte della Regione è possibile solo dopo la realizzazione della messa in sicurezza dell’area in cui dovrebbe sorgere. È evidente il pericolo di contenzioso a cui si sottopone la Regione concludendo positivamente la VIA. Contenzioso sia da parte della S.p.A. RIMateria nel caso la Regione decidesse che la MISP effettuata dimostra l’impossibilità di costruire una discarica nella zona, sia da parte di terzi. Vogliamo inoltre evidenziare che per la stessa legge della Regione Toscana era obbligo di sottoporre il progetto alla VAS prima che della VIA.
L’osservazione del WWF ha come argomento la “Relazione di valutazione di incidenza” della quale, si dice testualmente nell’osservazione, vengono evidenziate alcune delle tante carenze riscontrate, determinazioni basate non su dati obiettivi ma soggettivi, affermazioni avulse da concreto fondamento scientifico e altro ancora così che tale studio è difforme da quanto richiesto dalle norme vigenti ripetutamente richiamate.
(Foto di Pino Bertelli)