Altro che gufi, sono i soldi che diminuiscono
PIOMBINO 18 giugno 2014 — Si continua a parlare di Concordia, addirittura qualcuno vorrebbe intraprendere una disputa con l’Autorità Portuale di Genova, continuando a sostenere tesi che oggettivamente già da tempo erano chiaramente superate.
Ricordiamo che la diffidenza sul possibile arrivo a Piombino è sempre stata a tutti i livelli percepibile, nonostante ciò, si è continuato a raccontare che invece le probabilità erano molte.
I dubbi ci sono sempre stati per motivi oggettivi, in primis le capacità di terminare i lavori di ampliamento del porto nei tempi dovuti, anche se sono apprezzabili gli sforzi in tal senso, ma soprattutto che vi fossero investitori veri, ossia con i soldi, interessati a creare un polo di rottamazione navale proprio a Piombino.
Lo stesso tanto sbandierato Accordo di Programma non dà garanzie specifiche in tal senso, visto che lo Stato non ci può mettere i soldi e pertanto la palla è in mano nolente o volente ai privati.
Spiace che in questa città chi tende a cercare concretezza superando i tradizionali slogan propagandistici, venga ogni volta tacciato con l’appellativo di “gufo”, come se la ricerca della verità disturbasse qualcuno ed appartenesse ad una concezione estranea a questo territorio.
Peraltro vi sono anche coloro che pregiudizialmente sono contrari all’arrivo della Concordia a Piombino per motivi di impatto ambientale, visto che un polo di rottamazione navale non produce caramelle, d’altra parte anche costoro in quanto cittadini esprimono un’opinione e vanno rispettati.
Nel frattempo, mentre tutta l’attenzione è rivolta alla Concordia, che peraltro segue un percorso istituzionale e non sono certo le spinte locali che possono decidere sulla definitiva destinazione, anche se dovesse venire a Piombino, vi è un’economia locale in totale caduta, che non può prescindere da palliativi che sono il risultato di eventi catastrofici.
Già da questo mese, a causa degli ammortizzatori sociali, mancheranno poco meno di 2 milioni di euro dalle tasche dei piombinesi con implicazioni pesantissime sui consumi.
Siamo in estate ed il fenomeno si attutisce, ma da novembre in poi inizieranno i problemi seri, oltretutto al netto di eventuali sviluppi ancora incerti per la Lucchini, con la fine oramai certa dell’area a caldo, e sperando in una ripresa per la Magona, le prospettive sono sempre meno entusiasmanti, per non dire profondamente incerte.
Dovremmo ripartire da queste considerazioni e capire se le bonifiche possono essere una base di partenza, nonostante le esigue risorse, ma serve al più presto un quadro definitivo delle vicende industriali, per capire se e soprattutto quali prospettive garantirà un eventuale acquirente.
Luigi Coppola