Altro che nemici, dobbiamo pensare al futuro

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pervenuta in redazione

Leg­gere l’intervento del pres­i­dente del­la CNA livor­nese si rimane molto amareg­giati per­ché in esso si uti­liz­zano accuse che non han­no riscon­tro nel­la realtà e vi sono invi­ti a doc­u­men­tar­si per aver espo­sizioni più aperte. Queste posizioni val­go­no soprat­tut­to per chi la ha espresse, per­ché non esiste una posizione con­tro qual­cosa o qual­cuno nel pen­siero di chi pen­sa che sia pos­i­ti­vo il pas­sag­gio del­la Val di Cor­nia con la provin­cia di Gros­se­to, ques­ta si che sarebbe erra­ta, ma siamo di fronte ad una serie di val­u­tazioni che spin­gono a com­piere una scelta per e non con­tro qual­cuno. Forse sono altri che fareb­bero bene a leg­gere meglio e con più atten­zioni, per­ché tutte le posizioni sono legit­time ma deb­bono par­tire dal rispet­to dovu­to a quelle degli altri.
Le mie con­vinzioni per­son­ali sono da sem­pre basate sul­la inutil­ità del­la isti­tuzione provin­cia, ho sem­pre avu­to la con­cezione che il gov­er­no del­lo sta­to dovrebbe essere fat­to con base su tre liv­el­li essen­ziali: i comu­ni, la regione e lo sta­to cen­trale. Dove per il comune si inten­dono liv­el­li aggre­gati di pezzi di ter­ri­to­rio che risul­tano omo­genei dal pun­to di vista stori­co, eco­nom­i­co, ambi­en­tale e sociale, capaci di gov­ernare scelte sovra­co­mu­nali di com­pe­ten­ze che agevolano la prat­i­ca gov­er­na­ti­va del­la regione e avvic­i­nano il “palaz­zo” ai cit­ta­di­ni, sen­za creare sovras­trut­ture che appe­san­tis­cono costi e buro­crazia.
La scelta che ave­va com­pi­u­to il gov­er­no Mon­ti era sbagli­a­ta, per­ché le riforme isti­tuzion­ali non si fan­no sul­la base di una pro­pos­ta di legge, ma dovrem­mo fare una anal­isi seria e appro­fon­di­ta del­la rior­ga­niz­zazione isti­tuzionale, che non può essere del­e­ga­ta a min­istri tec­ni­ci o staff del min­is­tero, lon­tano dalle realtà e soprat­tut­to sul­la tes­ta dei par­ti­ti e del­la gente, oltre di tutte le isti­tuzioni locali. La Democrazia è onerosa, soprat­tut­to per il rispet­to ver­so gli altri, ma è anche l’essenza che può garan­tire parte­ci­pazione con­sapev­ole con­tro ogni ego­is­mo o oppor­tunis­mo.
Ma det­to questo ognuno di noi è chiam­a­to a muover­si e dire le sue opin­ioni, come con­trib­u­to ad un dibat­ti­to per, rib­adis­co non con­tro. Nel­la pro­pos­ta rior­ga­niz­zazione delle province il nos­tro ter­ri­to­rio era inser­i­to in un nuo­vo liv­el­lo isti­tuzionale che ci por­ta­va ad avere un gov­er­no, ad esem­pio con il comune di Pon­tremoli, nat­u­ral­mente niente con­tro questo ma è evi­dente che non abbi­amo niente a che vedere, sul piano stori­co, ambi­en­tale, eco­nom­i­co e sociale.
Allo­ra dovrebbe impor­si una capac­ità di anal­isi sul­la situ­azione per val­utare quali aspet­ti siano mag­gior­mente pos­i­tivi nell’essere qui oppure di là. Sen­za velleità ma soltan­to per dare un con­trib­u­to. Vor­rei par­tire pro­prio da qui nel­la mia anal­isi a sosteg­no del­la mia posizione e, mi auguro del­la mag­gio­ran­za dei cit­ta­di­ni del ter­ri­to­rio, per sostenere la giustez­za del pas­sag­gio con la provin­cia di Gros­se­to, sia quel­la attuale che quel­la dis­eg­na­ta dal gov­er­no.
Pren­do atto del fat­to che per la polit­i­ca sui rifiu­ti la Val di Cor­nia è già inseri­ta nell’ATO Sud insieme a Castag­ne­to Car­duc­ci, e ques­ta scelta la riten­go più val­i­da per noi, date le inizia­tive già com­piute in quell’ATO che van­no nel­la direzione di val­oriz­zare il buono del gov­er­no pub­bli­co che abbi­amo nei ter­ri­tori per la prat­i­ca polit­i­ca di ges­tione die rifiu­ti. Non è cer­to con­tro l’ATO Cos­ta ma è solo una pre­sa d’atto delle situ­azioni ogget­tive che si allineano alle nos­tre con­cezioni.
Pren­do inoltre atto, purtrop­po, che sul piano del­la ges­tione del­la polit­i­ca socio-san­i­taria, la Val di Cor­nia così come l’Elba stan­no pagan­do una scelta miope che però si affer­ma, di perdere servizi ospedalieri e sul ter­ri­to­rio, a favore del­la costruzione di un grande cen­tro san­i­tario a Livorno che mi per­me­t­to di ritenere un grave errore, per­ché a ven­ti chilometri esiste Pisa un vero cen­tro di eccel­len­za nazionale ver­so il quale mi sem­bra scioc­co il pen­sare di costru­ire qual­cosa che fac­cia con­cor­ren­za, soprat­tut­to quan­do questo è fat­to a dan­no di ter­ri­tori e popo­lazioni che di fat­to sono più deboli, per la loro col­lo­cazione mar­ginale.
Da questo pun­to di vista sono forte­mente con­vin­to che l’essere con Gros­se­to, met­terebbe la Val di Cor­nia con Castag­ne­to e la stes­sa Iso­la d’Elba, in una con­dizione di mag­giore poten­zial­ità, per­ché nel capolu­o­go non esistono velleità di supre­mazia, ma pos­si­amo rimanere inser­i­ti in pro­gram­mazione adeguate che dan­no ai ter­ri­tori quel­lo che serve e man­ten­gono ver­so l’eccellenza (Siena in questo caso) un sem­plice e impor­tante ruo­lo di sup­por­to e rifer­i­men­to.
Il ter­ri­to­rio agri­co­lo di Gros­se­to è dis­tret­to rurale d’Europa, ha poten­zial­ità pro­dut­tive estrema­mente sim­ili a quelle dei ter­ri­tori nos­tri che vedo ben inser­i­ti al loro fian­co e insieme sicu­ra­mente pos­si­amo rap­p­re­sentare una eccel­len­za che può pre­sen­tar­si con tutte le carte in rego­la nel­la costruzione delle politiche agri­cole, region­ali e di ind­i­riz­zo ver­so quelle nazion­ali ed anche comu­ni­tarie. Bas­ta provare a pen­sare di met­tere insieme aree che con­tengono vere eccel­len­ze pro­dut­tive, per il vino, per l’olio, per l’orticolo con le pro­prie speci­ficità, per l’agriturismo e l’ambiente. Dan­do forza reale ad una polit­i­ca diver­si­fi­ca­ta del­lo svilup­po com­p­lessi­vo e con la sua totale sosteni­bile.
Qual­cuno può affer­mare che queste sono posizioni con­tro qual­cuno o qual­cosa? Cre­do pro­prio di no, altri­men­ti sarebbe la dem­a­gogia ad imper­are. Piut­tosto si dovrebbe sol­lecitare i par­ti­ti, ammes­so che abbiano voglia di fare la pro­pria parte, a far­ci conoscere le loro posizioni, per come vedono il futuro, per cosa si aspet­tano e che cosa pro­pon­gono. Così come sarebbe gius­to e utile, che le stesse isti­tuzioni locali, non si lim­i­tassero a fare solo comu­ni­cati dei sin­daci, più o meno ragionati, ma non dis­perdessero niente di quel­la sto­ria impor­tante del gov­er­no uni­tario, che avrebbe dovu­to far stra­da, quin­di antic­i­pare, le fun­zioni asso­ciate che invece sono mis­era­mente e taci­ta­mente obb­li­gate dal­la legge.
Cer­ta­mente il pas­sag­gio di provin­cia sarebbe tan­to più forte se avvenisse con la mas­si­ma unità di gov­er­no dei ter­ri­tori che chiedono il pas­sag­gio, bas­ta pen­sare che gli altri, non solo nelle Colline Met­al­lif­ere, guardano alla Val di Cor­nia con una buona dose di “invidia pos­i­ti­va” pro­prio per quel­lo che essa ha saputo dimostrare nel costru­ire e gestire politiche uni­tarie che han­no esalta­to l’essere insieme, con suc­ces­si impor­tan­ti che sono sta­ti con­se­gui­ti e che non pos­sono essere get­tati al ven­to, ma dovrem­mo sen­tir­ci obbli­gati ad una val­oriz­zazione e un forte ampli­a­men­to di tut­ti i momen­ti unif­i­can­ti.
Da questo pun­to di vista la soci­età orga­niz­za­ta com­pre­so, nat­u­ral­mente, le orga­niz­zazioni delle medie e pic­cole imp­rese, arti­giani e com­mer­cianti, han­no il gius­to com­pi­to di com­piere appro­fondi­men­ti e pro­porre anche sue dis­tinte posizioni, ma par­tendo da anal­isi ogget­tive e non solo facen­do rifer­i­men­to a dan­nosi comi­tati chiusi in par­ti­co­lar­is­mi, questo non è davvero il caso, anzi riten­go che spet­ti ad ognuno fare qual­cosa per riem­pire sem­pre di mag­giori con­tenu­ti, ques­ta aggregazione che, final­mente, nasce NON CONTRO ma per qual­cosa e riconoscer­lo non può che essere val­ore anche per noi stes­si.

Wal­ter Gasperi­ni

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