Ammortizzatori e sviluppo: facciamo come all’Ilva!
PIOMBINO 9 settembre 2018 — L’accordo raggiunto con JSW presenta, secondo noi, problemi di ordine generale che già più volte abbiamo sottolineato: mancanza di un piano industriale, nessuna garanzia su investimenti futuri, nessuna chiarezza neppure su modi e tempi della ripresa della laminazione, blocco per un lungo periodo di ogni possibilità di programmazione territoriale ed infine la certezza che alla fine del percorso ci sarà un numero imprecisato (250/300 nella migliore delle ipotesi, ben oltre 1.000 nella peggiore e a parer nostro la più probabile).
Inoltre, a monte di tutto questo, c’è un problema molto più urgente da risolvere: riguarda la copertura salariale per i lavoratori al momento non occupati. Il decreto per la cassa integrazione con partecipazione della Regione per mantenere (quasi) i livelli retributivi a prima della scadenza della legge Marzano, a parte il fatto che riguarda solo i lavoratori diretti, sta per decadere e non vediamo nessuna iniziativa da parte dei sindacati nei confronti del governo per rivendicare una soluzione adeguata.
È di queste ultime ore la notizia dell’accordo siglato dai sindacati (tutti) dell’ILVA con Mittal, con la partecipazione del governo. Non esprimiamo nessun giudizio di merito sull’accordo: solo i lavoratori delle fabbriche ILVA hanno il diritto di giudicarlo per approvarlo o respingerlo con il referendum. Ma c’è una parte di quell’ipotesi di accordo che ci interessa particolarmente ed è quella delle coperture salariali per i lavoratori in “esubero”: per loro è stato stabilito l’utilizzo di un ammortizzatore sociale che coprirà tutto il periodo necessario sino al riassorbimento e che sarà utilizzato anche per i lavoratori degli appalti. Inoltre sono previste forme di incentivazione all’uscita anticipata.
Nello stesso accordo sono anche stabiliti in maniera certa gli interventi per il recupero ambientale ed un percorso garantito per la rioccupazione degli esuberi.
Rivendichiamo questo tipo di accordo anche per Piombino:
- un ammortizzatore sociale per tutti i lavoratori di Aferpi, diretti ed indiretti che garantisca la copertura salariale totale ed incentivazioni per le uscite volontarie,
- un percorso stabilito (con attori e finanziamenti) per le indispensabili bonifiche ambientali,
- un intervento di programmazione territoriale che studi piani di diversificazione produttiva per il territorio, a partire dal porto, lasciato attualmente nel più completo abbandono.
I lavoratori (ed i sindacati) di ILVA ci hanno fornito un’altra lezione dalla quale apprendere: è solo con la mobilitazione e con la lotta che possiamo soddisfare i nostri bisogni e raggiungere gli obiettivi.
Facciamo nostra questa lezione: imponiamo ai sindacati che convochino immediatamente le mobilitazioni e organizzino urgentemente una grande manifestazione a Roma con gli obiettivi che abbiamo suggerito, per obbligare il governo ad occuparsi anche di Piombino, nel quadro di un diverso approccio alla siderurgia nazionale.
Coordinamento Art. 1 – Camping CIG