Anche i contributi per le assunzioni non funzionano
PIOMBINO 22 dicembre 2016 — Sono otto le imprese che usufruiranno dei contributi per le assunzioni richiesti nel settembre 2016 alla Regione Toscana ma nessuna di queste assumerà nell’area di crisi di Piombino:
- due imprese per l’assunzione di cinque lavoratori hanno sede nell’area di Massa Carrara,
- cinque imprese per l’assunzione di cinque lavoratori hanno sede nell’area di crisi di Livorno,
- un’impresa per l’assunzione di un lavoratore ha sede nell’area dell’Amiata.
La totalità dei contributi concessi è di 54mila euro. Uno scarso successo se si pensa che il bando per l’accesso ai finanziamenti era finanziato con 2 milioni e 250mila euro destinati a Piombino, Livorno e Massa Carrara e con 100mila euro all’area dell’Amiata.
Grande la distanza rispetto alle aspettative del presidente Rossi e dell’assessore regionale Grieco (nella foto in alto) che avevano presentato il provvedimento con le seguenti parole: «Il lavoro è la nostra ossessione ed è al centro delle politiche regionali. Stiamo impegnando risorse importanti per favorire l’occupazione, con una attenzione particolare alle aree che hanno subito maggiormente la lunga crisi di questi anni. Un sostegno concreto alle aziende che hanno il coraggio di assumere per contribuire alla ripresa produttiva dei nostri territori…Nessuno deve rimanere indietro perché non potrà esserci ripresa piena se chi ha pagato i prezzi più alti della recessione non troverà occasioni nuove e concrete di reinserimento nel mondo del lavoro. Così come è una vitale necessità del sistema produttivo l’ingresso di giovani con una formazione alta e qualificata».
Per il 2016 erano sette le assunzioni tipo che potevano essere incentivate: lavoratori delle aree di crisi rimasti dopo il 1 gennaio 2008 senza lavoro e non ancora ricollocati, disoccupati o lavoratori in mobilità, privi di ammortizzatori, con meno di cinque anni alla pensione, disabili e persone svantaggiate, donne over30 disoccupate, giovani laureati e dottori in ricerca (ma solo per le piccole e medie imprese). Il contributo variava di caso in caso e diventava più pesante nel caso di assunzione o di trasformazione del rapporto di lavoro a tempo indeterminato.
I risultati sono lì che parlano chiaro e dimostrano ciò che più volte abbiamo ripetuto e cioè che la riproposizione meccanica di strumenti finanziari per la creazione di occupazione, ma anche per il sostegno agli investimenti, non serve o serve ben poco rispetto agli obbiettivi che si pone. O gli strumenti sono calibrati sulle necessità e le possibilità delle singole zone (che vanno attentamente indagate) o servono a ben poco. E comunque il rischio del loro fallimento è alto.
Anche in questo caso si ripropone per l’area di crisi di Piombino il fenomeno della non attuazione delle misure di incentivazione prevista negli accordi di programma dell’ aprile 2014, del maggio e del giugno 2015.
Una riflessione a consuntivo sarebbe utile.