L'AZIENDA HA PRESENTATO IL PIANO INDUSTRIALE VALIDO FINO AL 2018

Anche per l’Asiu Babbo Natale viene dall’Algeria

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PIOMBINO 4 aprile 2015 — L’ Asiu chi­ude il bilan­cio 2014 con un deficit che si aggi­ra intorno al mil­ione di euro. Il piano indus­tri­ale elab­o­ra­to il 31 mar­zo quan­tifi­ca infat­ti in ‑778.496 euro il risul­ta­to ante imposte. Il 2013 si era chiu­so con un deficit com­p­lessi­vo di 521.374 euro.
Nes­suno da un po’ di tem­po ha più il cor­ag­gio di affer­mare che quel­la del­l’A­siu non sia una crisi ma ciò che stupisce è il fat­to che si con­tinui a definir­la con­giun­tu­rale e lega­ta mani e pie­di solo e soltan­to al fal­li­men­to del­la Luc­chi­ni e all’im­pos­si­bil­ità in questo modo di avere introiti dal­l’impianto di pro­duzione del con­glomix. Che quel­l’impianto costi non c’è nes­sun dub­bio ma la crisi di Asiu non è ricon­ducibile solo e soltan­to a questo, a parte il fat­to che la situ­azione del­la Luc­chi­ni viene da lon­tano e non era davvero impreved­i­bile. In realtà in Asiu non se ne è mai tenu­to con­to basti ricor­dare che nel­l’agos­to 2013 fu pub­bli­ca­to un avvi­so per l’as­sun­zione di quat­tro operai spe­cial­iz­za­ti per l’area impianti, e dunque per l’impianto pro­dut­tore del con­glomix, quan­do l’am­mis­sione alla pro­ce­du­ra di ammin­is­trazione stra­or­di­nar­ia del­la Luc­chi­ni è del 21 dicem­bre 2012, e che l’am­min­is­tra­tore uni­co di Asiu, Ful­vio Murzi, il 15 aprile 2013 scrive­va a Stile libero affer­man­do: «Luc­chi­ni risparmia denaro, Asiu copre inte­gral­mente i costi dell’azienda, per­me­t­ten­do­ci una lib­era scelta fra offrire il prodot­to gra­tu­ito per gli inter­ven­ti pub­bli­ci oppure por­tan­do guadag­no nelle altre ipotesi.…Asiu si sen­tirà un po’ sola, vis­to che qual­cuno dice che Tap è la pri­ma e, fino ad ora uni­ca, espe­rien­za oper­ante in Europa. Da lunedì 22: vengh­i­no, sig­nori, vengh­i­no che qui si vende Con­glomix!».

tap_2009

L’impianto Tap nel 2009

In realtà che non si trat­ti di crisi con­giun­tu­rale ma strut­turale è lo stes­so piano indus­tri­ale che lo dice esplici­ta­mente scriven­do che «Asiu si tro­va a dover fron­teggia­re una fase di forte con­trazione eco­nom­i­co-finanziaria prin­ci­pal­mente causa­ta da:

* scelte strate­giche intrap­rese in eser­cizi prece­den­ti;
* sen­si­bile riduzione dei ricavi stori­ca­mente derivati dal­lo smal­ti­men­to di rifiu­ti spe­ciali;
* squilib­rio eco­nom­i­co-finanziario del ciclo con­glomix».

Ma non si trat­ta solo, e sarebbe già molto, di un prob­le­ma eco­nom­i­co- finanziario. Si trat­ta di un insieme di ques­tioni irrisolte che atten­gono alle strate­gie, alle capac­ità prog­et­tuali, ai pas­sag­gi ammin­is­tra­tivi, alle relazioni con altri sogget­ti pub­bli­ci e pri­vati, all’impian­tis­ti­ca, all’in­sieme, in altre parole, del­la tem­at­i­ca rifiu­ti nel­la Val di Cor­nia e del­l’azien­da a ciò dep­u­ta­ta.
È lo stes­so piano infat­ti che così elen­ca quelle che definisce le prin­ci­pali crit­ic­ità strut­turali :

* ritar­do nel­l’ac­qui­sizione del­l’area des­ti­na­ta all’am­pli­a­men­to del sito di smal­ti­men­to;
* neces­sità di con­tin­gen­ta­men­to degli scar­si spazi di dis­car­i­ca residui;
* neces­sità di revamp­ing del­l’impianto per il trat­ta­men­to dei rifiu­ti urbani (la pro­ce­du­ra di finan­za di prog­et­to è a tut­t’og­gi sospe­sa a causa di un ricor­so pen­dente a Con­siglio di Sta­to, nel frat­tem­po l’ap­provazione del nuo­vo piano regionale ha muta­to il quadro nor­ma­ti­vo di rifer­i­men­to);
* neces­sità di dare avvio alle opere di chiusura del­la dis­car­i­ca esistente;
* neces­sità di adeguare l’impian­tis­ti­ca ed il proces­so con­glomix in con­seguen­za del­la crisi del­lo sta­bil­i­men­to siderur­gi­co locale;
* la pos­si­bil­ità di pre­dis­porre un iter final­iz­za­to alla ces­sione del ramo servizi a Sei Toscana Srl che garan­tis­ca equi­lib­ri idonei ad assi­cu­rare i liv­el­li occu­pazion­ali esisten­ti (da val­utare se nec­es­sari even­tu­ali cam­bi di man­sione) è per­tan­to diret­ta­mente lega­ta alla pos­si­bil­ità di reperire nuove risorse per finanziare gli inves­ti­men­ti nec­es­sari a risol­vere le crit­ic­ità esposte pro­gram­man­do nel breve e medio ter­mine tut­ti gli inter­ven­ti nec­es­sari».

Una crisi dunque strut­turale e com­p­lessi­va.
Le risposte che dà il piano indus­tri­ale sono ben poco chiare dato il suo ess­er basato su ipote­si e non molto di più. Ad esem­pio:

* è un’ipote­si che il pas­sag­gio del servizio di igiene urbana a Sei Toscana avven­ga a gen­naio 2016 dato che nes­sun accor­do è sta­to anco­ra stip­u­la­to con quel­la soci­età e non si sa anco­ra ciò che andrà in Asiu e ciò che andrà in Sei;
* non è defini­bile anco­ra l’en­tità delle tar­iffe che i cit­ta­di­ni pagher­an­no e la quan­tità di per­son­ale che passerà al nuo­vo gestore;
* è un’ipote­si che Cevi­tal sia inter­es­sa­ta a una qualche for­ma di col­lab­o­razione sul tema dei rifiu­ti indus­tri­ali dato che è defin­i­ti­va­mente cadu­ta l’ipote­si di riac­cen­sione del­l’alto­forno e gli even­tu­ali e non sono cer­ti inves­ti­men­ti nel­la pro­duzione siderur­gi­ca che sono ormai sta­ti spo­sta­ti di anni;
* è solo un’idea, dati i prece­den­ti, che la futu­ra Asiu pos­sa oper­are nel cam­po delle boni­fiche come ente stru­men­tale del Comune di Piom­bi­no.

Per non par­lare degli ingen­ti finanzi­a­men­ti nec­es­sari di cui non è dato capire l’o­rig­ine. In ques­ta situ­azione emerge quel­lo che è la mag­giore e fon­da­men­tale incertez­za: quel­la che stan­no dimostran­do i Comu­ni pro­pri­etari del­l’azien­da. Quei Comu­ni che non sem­bra­no avere il cor­ag­gio del­l’as­sun­zione di respon­s­abil­ità pri­maria che loro com­pete. E l’azien­da rimane persi­no sen­za un diret­tore gen­erale.

I det­tagli del piano
Nel­lo speci­fi­co il piano con­s­ta di due par­ti. La pri­ma è sostanzial­mente una fotografia del­la situ­azione eco­nom­i­co finanziaria par­tendo dalle quat­tro divi­sioni fun­zion­ali dell’azienda:  “Servizi imp­rese e pri­vati”, “Rifiu­ti urbani”, “Rifiu­ti indus­tri­ali”, “Boni­fiche”.
In ques­ta parte ven­gono pro­poste alcune tabelle. Quel­la che pre­sen­ti­amo qui sot­to si riferisce, per esem­pio, al “con­to eco­nom­i­co divi­sion­ale per il 2014”.

Tabella 1

Altre atten­gono ai costi gen­er­ali per i quali è indi­ca­ta una spe­sa di 1.665,698 euro, ai costi per beni e servizi (totale 1.1638.540) e alla com­po­sizione dei costi per salari ero­gati al per­son­ale dipen­dente (vedi tabel­la sot­to).

tabella 2

Come cause prin­ci­pali del­la ten­sione finanziaria ven­gono di segui­to indi­cate:

* La riduzione del fat­tura­to rel­a­ti­vo allo smal­ti­men­to dei rifiu­ti spe­ciali per la man­can­za di spazi in dis­car­i­ca. Il pas­sag­gio è dai 6,5 mil­ioni del 2008 agli 0,9 del 2014;
* I for­ti ritar­di nei ritorni degli inves­ti­men­ti causati dal­la crisi del­la Luc­chi­ni e dalle com­pli­cazioni buro­cratiche per arrivare all’ampliamento del sito di smal­ti­men­to;
* Il ricor­so alla cas­sa cor­rente per finanziare gli inves­ti­men­ti dovu­to alla lim­i­ta­ta cap­i­tal­iz­zazione azien­dale;
* Il man­ca­to sup­por­to di alcu­ni Comu­ni che, nel pas­sag­gio da Tia a Tares non han­no cor­rispos­to le con­cor­date antic­i­pazioni bimes­trali per i con­trat­ti di servizio;
* Gli effet­ti com­bi­nati del­la con­trazione del cred­i­to e del peg­gio­ra­men­to del rat­ing che han­no orig­i­na­to una con­trazione degli affi­da­men­ti per oltre 2,8 mil­ioni dai 7 che l’Asiu ha per­cepi­to fino al 2012.

La sec­on­da parte del piano è con­cepi­ta per fron­teggia­re la pesante situ­azione eco­nom­i­co finanziaria e per tentare un rilan­cio.
Ele­men­ti di parten­za per le indi­cazioni riguardano tutte le quat­tro divi­sione dell’azienda e sono con­for­mati alla preparazione nel 2015  per suben­tro di Sei Toscana come gestore dell’Ato sud.
Gli inter­ven­ti indi­cati pas­sano dall’obbligatorietà di con­tem­plare la chiusura la dis­car­i­ca di Ischia, ormai in esauri­men­to, in pre­vi­sione del­la real­iz­zazione di una nuo­va dis­car­i­ca, dal­la manuten­zione e dall’adeguamento alle pre­scrizioni Aia (autor­iz­zazione inte­gra­ta ambi­en­tale) dell’area impian­tis­ti­ca, dal con­fer­i­men­to del ramo servizi a Sei Toscana, dal trasfer­i­men­to a Tap del­la ges­tione dell’impianto con­glomix.
In par­ti­co­lare per quan­to riguar­da questo pas­sag­gio a Tap si ipo­tiz­zano due pos­si­bili sce­nari. La pri­ma ipote­si con­tem­pla un aumen­to del cap­i­tale sociale con il con­fer­i­men­to da parte di Asiu del val­ore dei piaz­za­li e delle opere che fino­ra sono state ese­gui­te.
La sec­on­da ipote­si su cui i ver­ti­ci Asiu sem­bra­no puntare riguar­da un diret­to coin­vol­gi­men­to dei nuovi pro­pri­etari algeri­ni del­la fab­bri­ca. Pas­san­do per la risoluzione del con­trat­to di locazione tra Asiu e Tap, la stes­sa Tap dovrebbe sot­to­scri­vere, per il con­glomix, una nuo­va locazione con Cevi­tal. Di fat­to si pros­eguirebbe a sogget­ti mutati, in una con­dizione sim­i­le all’attuale.
Si preved­erebbe comunque di pas­sare alla nuo­va ges­tione soltan­to dopo il trat­ta­men­to del­la scorie stoc­cate sull’area LI53, futuro sito del­la nuo­va dis­car­i­ca.  Un prob­lemi­no mica da poco.  In quell’area sono infat­ti pre­sen­ti ad oggi rifiu­ti stoc­cati dal­la Luc­chi­ni e più pre­cisa­mente 165 mila ton­nel­late di scorie cosid­dette “Ld” (sono i rifiu­ti del con­ver­ti­tore ad ossigeno prodot­ti nel­la pro­duzione dell’acciaio usan­do ghisa col meto­do Linz-Don­awitz)  e cir­ca 85 mila ton­nel­late di Paf (cioè il polveri­no usci­to dall’altoforno). Tut­ta roba che dovrà essere rimossa pri­ma di pot­er dare il via ai lavori per la nuo­va dis­car­i­ca e che non sarà elim­i­na­ta per inter­ven­to del­la strut­tura com­mis­sar­i­ale di Luc­chi­ni che si è già dichiara­ta indisponi­bile (le scorie c’erano già pri­ma dell’arrivo di Nar­di).
Per sem­pli­fi­care, attra­ver­so una serie di pas­sag­gi suc­ces­sivi l’Asiu inten­derebbe ril­e­vare i dirit­ti del­la dis­car­i­ca del­la Luc­chi­ni da portare a chiusura esten­den­do così tem­po­ranea­mente la vol­ume­tria del­la dis­car­i­ca di Ischia per poi, attra­ver­so un coin­vol­gi­men­to di Cevi­tal, smaltire le scorie ex Luc­chi­ni facen­do fun­zionare l’impianto con­glomix la cui pro­duzione iniziale ver­rebbe uti­liz­za­ta dal­la stes­sa Cevi­tal per la pavi­men­tazione dell’area inter­na per cir­ca trenta ettari.
Come si capisce l’intervento degli algeri­ni nel piano diven­ta essen­ziale; anche il revamp­ing, cioè la revi­sione e l’ammodernamento dell’impianto con­glomix, viene con­cepi­to ipo­tiz­zan­do un coin­vol­gi­men­to essen­ziale di Cevi­tal nelle varie fasi del proces­so pro­dut­ti­vo.
Una parte del piano viene ded­i­ca­to infine alle boni­fiche (vedi in mer­i­to l’al­tro nos­tro arti­co­lo dal tito­lo: “Asiu e boni­fiche: un mat­ri­mo­nio che non s’ha da fare”) per le quali si sot­to­lin­ea come “gli inter­ven­ti pub­bli­ci attual­mente finanziati, di cui il Comune di Piom­bi­no è sogget­to attua­tore (Cit­tà futu­ra, ex dis­car­i­ca di Pog­gio ai ven­ti di servizio) ma anche gli altri inter­ven­ti pre­visti nel Sin (sito di inter­esse nazionale) di Piom­bi­no rap­p­re­sen­tano un poten­ziale mer­ca­to di rifer­i­men­to per la piattafor­ma con­glomix nel­la even­tuale con­for­mazione evo­lu­ta (ndr: revi­sione sul­la base del rias­set­to del­lo sta­bil­i­men­to e sul­la val­u­tazione di nuove oppor­tu­nità pro­dut­tive) e anche per la dis­car­i­ca di Ischia di Cro­ciano a segui­to degli ampli­a­men­ti pre­visti”.
Alla fine dei sal­mi con un mod­el­lo orga­niz­za­ti­vo nel quale Asiu e Tap risul­tano divisi e dis­tin­ti, si annun­cia un con­to eco­nom­i­co pre­vi­sion­ale per gli anni 2015, 2016 e 2017–2018. Ovvi­a­mente i dati del 2015 risentono del man­ca­to arri­vo del nuo­vo gestore Sei Toscana il cui ingres­so è pre­vis­to a far data dal pri­mo gen­naio 2016.

tabella 3

Tabella 4

tabella 5

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