Anche se uno volesse non possiamo offrire niente
PIOMBINO 17 giugno 2017 — A tratti non pare, ma è fallita la principale industria siderurgica toscana ed è in atto una radicale trasformazione socioeconomica, un depauperamento dei servizi generali e del decoro. Al netto delle rivendicazioni sindacali, delle prese di posizione politiche e della facile retorica, percepiamo un impegno cogente, uno sforzo particolare, eccezionale, che dovrebbe richiedere un momento così esclusivo? Non avvertiamo affatto la differenza fra area comune e area di crisi complessa e, se fosse un problema burocratico, esiste un tavolo di confronto permanente sui temi urbanistici per una vera diversificazione, con la Regione Toscana? Abbiamo una pianificazione ingessata, un regolamento urbanistico inadatto a dare risposte alla situazione attuale. Tradotto significa che se un investitore vuole venire a Piombino, non può fare praticamente niente. Esaurite le aree disponibili, niente espansione edilizia, blindata la potenzialità ricettivo turistica. Non è vero che non ci sarebbero imprenditori. Ammesso che qualcuno li cercasse, il problema è che non abbiamo nulla da offrire, o meglio, non ci possono essere progetti attualizzabili, se non qualche chiosco. Le regole prevedono un nuovo piano strutturale, servono due anni, gli uffici comunali sono oberati. Bene! La lista civica Ascolta Piombino attraverso una mozione, cercherà di impegnare l‘amministrazione comunale a intraprendere in tempi rapidi contatti con la Regione Toscana per istituire un tavolo permanente, per gestire l’intero riordino urbanistico della strumentazione di riferimento. Chiederemo inoltre di prendere ulteriore atto della necessità di un impegno straordinario in termini economici e strategici della Regione Toscana, per accelerare l’avvio del procedimento del nuovo piano strutturale d’area, attraverso uffici di consulenza esterna, meglio se piombinesi. Obbiettivo: sei mesi al massimo per l’adozione del nuovo piano.
*Riccardo Gelichi è Portavoce Lista Civica Ascolta Piombino
(Foto di Pino Bertelli)