APEA: quando la retorica non salva la faccia

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PIOMBINO 9 feb­braio 2016 — “Indi­vid­u­azione di un area cir­co­scrit­ta nel­la quale prevedere, attra­ver­so un sogget­to gestore, l’inse­di­a­men­to di attiv­ità pro­dut­tive che, all’in­ter­no del­la stes­sa area, siano ecososteni­bili nel­l’in­tero ciclo pro­dut­ti­vo, dal­la pro­duzione di ener­gia allo smal­ti­men­to dei rifiu­ti”. Questo è essen­zial­mente il prog­et­to APEA. Un prog­et­to sicu­ra­mente vir­tu­oso, almeno sul­la car­ta. Nel­l’ul­ti­ma riu­nione del Con­siglio comu­nale si è provve­du­to, attra­ver­so due delibere, ad approvare il piano oper­a­ti­vo ed una mod­i­fi­ca ad hoc del Rego­la­men­to PIP, per dare attuazione ad un prog­et­to ormai fer­mo da oltre 2 anni. Tut­to nasce nel 2012 quan­do all’am­min­is­trazione Ansel­mi — Chiarei viene sot­to­pos­ta da parte del­la coop­er­a­ti­va “La Con­tad­i­na Toscana” ques­ta pos­si­bil­ità. L’am­min­is­trazione dà cor­so ad un pro­ced­i­men­to di evi­den­za pub­bli­ca, al quale si pre­sen­ta un solo sogget­to: la stes­sa Con­tad­i­na Toscana ONLUS, che, sot­to­scriven­do una pri­ma con­ven­zione, si impeg­na a ren­dere fruibile quel­l’area, costru­ire i capan­noni e procu­rar­si i nec­es­sari finanzi­a­men­ti per dar vita al prog­et­to, oltre ad una serie di adem­pi­men­ti tec­ni­ci e doc­u­men­tali. Purtrop­po, per oltre due anni il prog­et­to res­ta fer­mo: niente inizio lavori, niente pre­sen­tazioni, niente cop­er­ture finanziarie. Tut­to las­cia pen­sare che i dub­bi già avan­za­ti da tem­po sul­la capac­ità eco­nom­i­ca del­la coop­er­a­ti­va aggiu­di­cataria, per­al­tro nata solo pochi mesi pri­ma del ban­do in ogget­to, siano seri­amente fon­dati, come risul­ta dall’analisi dei bilan­ci. Insom­ma, com­ple­ta­mente inat­ti­va. Nel­l’ul­ti­ma riu­nione del Con­siglio comu­nale la mag­gio­ran­za, in maniera a nos­tro avvi­so politi­ca­mente dis­cutibile, ha ritenu­to di dover accel­er­are l’iter real­iz­za­ti­vo intro­ducen­do una nuo­va con­ven­zione che prevede mag­giori agevolazioni per il sogget­to gestore, sen­za tut­tavia intro­durre reali forme di con­trol­lo sul sogget­to stes­so. Il Comune ha impeg­na­to risorse eco­nomiche, prove­ni­en­ti dal famoso PRRI, attinte dai fon­di europei e stanzi­ate dal­la Regione Toscana, per provvedere ad alcune OPERE DI URBANIZZAZIONE E MESSA IN SICUREZZA di quel­l’area, gius­ti­f­i­can­do l’in­ter­ven­to come sti­mo­lo per le aziende ad inve­stire, in quan­to il sogget­to gestore dovrebbe decurtare il minor esbor­so dal­la tar­if­fa appli­ca­ta alle aziende oper­an­ti nell’APEA. Nul­la in con­trario, se per quel­l’area non ci fos­se invece un impeg­no pre­ciso di un sogget­to pri­va­to, la Con­tad­i­na appun­to, che si era impeg­na­ta da tem­po con la stip­u­la del­la pri­ma con­ven­zione a provvedere a quelle stesse opere e che adesso si vede sgra­va­ta di una cospicua parte dell’investimento sen­za l’introduzione di un reale con­trol­lo, di natu­ra pub­bli­ca, sul­la deter­mi­nazione delle tar­iffe. Ci chiedi­amo se sia quin­di gius­to, per una pub­bli­ca ammin­is­trazione, inter­venire a ban­di chiusi su di un prog­et­to che dovrebbe essere a cari­co di un sogget­to pri­va­to, rischi­an­do di pregiu­di­care la cor­ret­tez­za di un’operazione che, qualo­ra fos­se sta­ta pre­vista PRIMA del­la chiusura del ban­do, avrebbe mag­a­ri spin­to altri sogget­ti a parte­ci­pare alla gara. Per quan­to la si pos­sa uti­liz­zare, la retor­i­ca del fare non bas­ta a met­tere da parte questo e molti altri dub­bi. Così come non bas­ta essere una “coop­er­a­ti­va ONLUS”, specie dopo i recen­ti fat­ti di Mafia Cap­i­tale, ad assi­cu­rar­si l’im­mu­nità dal con­trol­lo e dai doveri isti­tuzion­ali e politi­ci.

MoVi­men­to 5 Stelle Piom­bi­no

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